lunedì 13 ottobre 2008

Rassegna Cinema e Ambiente "VICINO E LONTANO DA NOI" a Cantù dal 11.10 al 29.11.2008‏

VICINO E LONTANO DA NOI
Quattro proiezioni di documentari su tematiche ambientali con dibattito

Il Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" ed il Comitato Soci di Cantù di Coop Lombardia propongono “VICINO E LONTANO DA NOI”, quattro appuntamenti con proiezioni di documentari e approfondimenti su tematiche ambientali. Le proiezioni si terranno presso la Sala Soci Coop presso il Centro Commerciale Mirabello di Cantù (CO) (1° piano, accesso dall’ingresso vicino all’Ottica Coop), nelle seguenti date:

11.10.2008, ore 16.30
Biciclette
interviene Pietro Boselli, rappresentante di Safety Bicycle e promotore di Monza in Bici, sul tema della mobilità ciclabile e sostenibile

25.10.2008, ore 16.30
Biutiful Cauntri
interviene Marco Caldiroli di Medicina Democratica, sulla campagna “Zero Rifiuti” per la riduzione a monte dei rifiuti

15.11.2008, ore 16.30
Indistruttibile
interviene Nicola Pondrano dell’Associazione Nazionale vittime amianto, che interverrà sul tema dell’inquinamento da amianto

29.11.2008, ore 16.30
Luna, the Stafford giant tree-sit
interviene Sergio Poli, tecnico forestale, sul tema delle foreste in Lombardia

Scarica il volantino e il piegevole

Ti aspettiamo...

CIRCOLO AMBIENTE "Ilaria Alpi"
www.circoloambiente.org

venerdì 10 ottobre 2008

Ecco il nuovo lungolago

La provincia, mercoledì 8 ottobre 2008

Ecco il nuovo lungolago
Un viale largo 20 metri
Presa diretta dal cantiere delle paratie: acqua già arretrata di dieci metri. Allo studio una modifica del progetto per rendere invisibili le dighe d’acciaio

Il cantiere delle paratie è ancora nella fase iniziale, ma già si vede l’ampiezza del nuovo lungolago. Per oltre dieci metri partendo dal vecchio parapetto, infatti, l’acqua è stata prosciugata ed è stato posizionato (ovviamente in modo provvisorio) quello che diventerà il limite esterno della passeggiata. Accantonando l’aspetto tecnico del sistema anti-esondazione (le paratoie mobili saranno solo in piazza Cavour, mentre negli altri due tronchi è la riva ad essere spostata e trattenuta dalle cosiddette “palancole”) in realtà l’aspetto del primo tratto della passeggiata è già completamente diverso rispetto a pochi mesi fa. La nuova passeggiata a lago avrà un’ampiezza di 20 metri rispetto agli 8 attuali e, in pratica arriverà ad estendersi verso il primo bacino di 11 metri e mezzo. Non solo. In piazza Cavour le previste paratie in acciaio potrebbero scomparire in modo tale da non essere nemmeno parzialmente visibili. Da più parti, proprio su questo punto, erano arrivate critiche. Lo conferma Caradonna: «Lo stiamo valutando e se decidessimo di variare il progetto anche i costi di manutenzione sarebbero attenuati oltre a non vedere più nulla in piazza Cavour. Per il momento è in corso uno studio anche perché sono necessarie alcune autorizzazioni e sarà poi la giunta a deciderlo».

Guarda le immagini del cantiere

mercoledì 8 ottobre 2008

Rifiutiamoli!

RIFIUTIAMOLI!
la questione rifiuti in Italia e la gestione a livello locale

giovedì 2 ottobre alle ore 21
presso il Comune di Como, sala stemmi - palazzo Cernezzi.

Discussione con
Renato Tettamanti, consigliere provinciale Prc
Roberto Fumagalli, Circolo ambiente Ilaria Alpi
Paolo Sinigaglia, Paco
Ambrogio Guglielmetti, Comitato mozzatese salute e ambiente

coordina Edi Borgianni

TERRITORIO PRECARIO: Tavolo STOP precarietà (Como Social Forum) - Comitato Lavoratori contro la guerra - Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” (Merone) - Circolo Fumagalli (Albate) – Coordinamento comasco Marcia Mondiale delle Donne – Arci (Como) – Attac (Como) – Giovani Comunisti (Como) – Circolo Rosa Luxemburg sinistra europea (Como)
– Rete 28 aprile (CGIL Como) – Lavoro e società (CGIL Como) – Funzione Pubblica (CGIL Como) - CLAS (CGIL Como) - NIDIL (CGIL Como) – PRC (Como) – PRC (Erba) – Verdi (Como)

In collaborazione con Paco (progetto per amministrare Como) e Comitato Mozzatese Salute e Ambiente

Sempre a proposito di Territorio e precarietà...

CIRCOLO AMBIENTE “Ilaria Alpi”
via Dante Alighieri 3 22046 Merone (CO) tel/fax 031 617306
sito web: www.circoloambiente.org e-mail: info@circoloambiente.org

COMUNICATO STAMPA

Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” disapprova il Protocollo d’intesa siglato tra le istituzioni e la Holcim

No ai rifiuti bruciati nella Cementeria di Merone!

“I Comuni e le Province devono schierarsi contro l’incenerimento da parte della Holcim"

MERONE (CO) – “Inutile e scandaloso il Protocollo d’intesa sottoscritto tra le istituzioni e la Holcim per l’incenerimento dei rifiuti nella cementeria di Merone”. Così il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” commenta il Protocollo d’Intesa siglato tra i Comuni di Merone e Monguzzo, le Province di Como e Lecco e la multinazionale svizzera, per l’utilizzo dei rifiuti nei forni del cementificio meronese.

Nel “Protocollo per un utilizzo responsabile ed ecoefficiente (!?) delle risorse energetiche alternative presso la cementeria di Merone” ci si limita a stabilire:

- il monitoraggio in continuo delle emissioni dai forni;

- le analisi quadrimestrali, eseguite da “Società competenti”, per alcune sostanze inquinanti;

- la creazione di una commissione tecnica, formata dai rappresentanti delle 4 istituzioni pubbliche e dalla Holcim stessa (!?).

Dichiarano i responsabili del Circolo Ambiente: “Il Protocollo non aggiunge niente di nuovo a quanto già esiste e che, come più volte denunciato, non è mai servito a ridurre l’impatto ambientale dell’attività della Holcim. Infatti il monitoraggio continuo è imposto dalla legge e a Merone esiste già da anni. Le analisi quadrimestrali saranno eseguite da un laboratorio privato pagato dalla Holcim stessa! Anche la commissione tecnica esisteva già da anni (senza la Provincia di Lecco) e finora non ha prodotto alcun risultato, basti pensare che le decisioni devono essere “concordate” con la cementeria stessa! Per noi questo accordo è scandaloso: il Protocollo non servirà a nulla, se non ad avallare l’incenerimento dei rifiuti. In pratica è l’ennesimo appiattimento delle istituzioni nei confronti della multinazionale svizzera!”

A conferma di questo è sufficiente sottolineare come gli enti pubblici non hanno nemmeno avuto il coraggio di inserire nel documento la parola <> (che non compare mai nel testo…): infatti si parla di <>, la solita mistificazione usata dall’azienda che, ancora una volta, vede le istituzioni succubi.

Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” ricorda che, in base ad uno studio sulle ricadute, i fumi derivanti dai camini dello stabilimento di Merone colpiscono sia i comuni della provincia di Como che quelli della sponda lecchese, Costa Masnaga e Rogeno in particolare.

Inoltre ad ottobre dello scorso anno la Regione ha autorizzato la cementeria di Merone a bruciare più di 100.000 tonnellate all’anno di <> di diversa origine tra cui: peci e oli provenienti dall’industria chimica, farine e grassi animali, fanghi da depurazione ed altri ancora. Con la stessa autorizzazione, la Regione ha concesso alla Holcim deroghe per alcuni inquinanti contenuti nei fumi emessi dal cementificio, che hanno permesso alla multinazionale di emettere in atmosfera alcuni inquinanti oltre i limiti prescritti dalla normativa europea, tra cui ossidi di Zolfo (4 volte oltre il limite), ossidi di Azoto (50% oltre il limite), Carbonio organico (5 volte oltre il limite!).

Contro tale autorizzazione si erano inizialmente (settembre 2007) espressi anche i Sindaci di Merone e Monguzzo, oltre alla Giunta Provinciale di Lecco, la quale aveva subordinato il parere alle seguenti condizioni:

“ - nessuna deroga ai limiti previsti dal D.lgs n. 133/2005 per quanto riguarda il TOC (composti organici volatili) e l’SO2 (anidride solforosa);

- acquisizione di Valutazione d’Incidenza per il SIC lago di Pusiano;

- realizzazione di adeguate misure di compensazione.”

Condizioni che non sono state tenute in considerazioni dalla Regione.

Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” insiste sul fatto che le istituzioni debbano adoperarsi per impedire alla cementeria di inquinare bruciando decine di migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi.

Concludono gli ambientalisti: “Le istituzioni, anziché sottoscrivere questo inutile Protocollo, devono impedire l’incenerimento dei rifiuti. La Holcim non può continuare a bruciare i rifiuti in un territorio già pesantemente inquinato!”

CIRCOLO AMBIENTE “Ilaria Alpi”

Merone, 29 settembre 2008

Solidarietà ai lavoratori SPT/ASF di Como

Come TERRITORIO PRECARIO abbiamo sempre cercato di tenere insieme la questione della precarietà del lavoro con la precarietà della vita e dell'ambiente.
Per questo motivo esprimiamo la mostra solidarietà alla lotta dei lavoratori della SPT/ASF partecipando alle loro iniziative... e sul nostro spazio web pubblichiamo il volantino informativo distribuito all'utenza comasca:

COMUNICATO ALL’UTENZA

Gentili utenti,
sono il Vostro autista che quotidianamente Vi conduce al lavoro, od a scuola, o dove avete bisogno, per poi riportarVi alle Vostre case.

Come ogni giorno guido il mio mezzo con il massimo zelo e scrupolosità.

L’azienda, durante il mese di agosto senza alcun accordo con il sindacato ed i lavoratori ha modificato i turni di lavoro del personale viaggiante, riducendone i tempi di sosta e di riposo e nello stesso tempo raddoppiando fino a 13 ore giornaliere l’impegno quotidiano.

Cari utenti,

tale risparmio da parte dell’ASF Autolinee non risana l’azienda e riduce i termini di sicurezza e di qualità del servizio reso, che già pagate profumatamente.

Non solo ! Dal 1 settembre usufruite di un trasporto più carente e meno sicuro, ma l’ingordigia dell’Azienda ancora a maggioranza pubblica non si ferma qui: il nostro salario di circa 1100 euro viene drasticamente diminuito di 250 euro al mese.

Questi motivi, ma soprattutto l’accanimento dell’Azienda per ottenere immediati guadagni, ci hanno condotto all’esasperazione e ci hanno spinto ad attuare il blocco del servizio avvenuto nei giorni scorsi. Se l’ASF Autolinee persisterà in questo atteggiamento al di fuori di ogni principio di confronto democratico e se le amministrazioni Comunale e Provinciale insisteranno a defilarsi dalle loro responsabilità, le nostre proteste purtroppo proseguiranno, affinché siano difesi i Vostri ed i nostri diritti e le regole che dovrebbero contraddistinguere una società civile come la nostra.

Anticipatamente, quindi, ci scusiamo per eventuali altri disagi.
Vi chiediamo non solo comprensione, ma anche e soprattutto la Vostra preziosa solidarietà.
Grazie
Gli autisti dell’ASF Autolinee
10 settembre 2008

Ennesime critiche alle paratie sulle pagine de

La provincia, 05 settembre 2008

Passo e ripasso dal lungolago e mi attraggono le immagini esposte che
rappresentano le varie fasi del lavoro che alle spalle della palizzata
è in corso di avanzata esecuzione. Dalle finestre della palizzata si
intravedono le palancole che trattengono l'acqua del lago, quelle che
porteranno le paratoie mobili. Mi entusiasma vedere che verrà ampliata
la passeggiata a lago. Ciò va nella direzione di valorizzare le rive,
come già avevano fatto i nostri illuminati "vecchi" quando hanno
realizzato le passeggiate di villa Olmo e di villa Geno. Mi rammarica
invece che gli Enti pubblici non propongano dove parcheggiare
l'automobile o di dove farla correre per non interferire con l'ambiente
e con la "gente" mentre si rilassa in luoghi di rara bellezza. Come è
possibile che nell'ambito di un progetto così ampio le Amministrazioni
pubbliche non abbiano trovato una soluzione per il parcheggio delle
autovetture, quelle dirette in centro, quelle che infastidiscono di
sera il viale di villa Geno, percorrendo lo stretto nastro di asfalto a
fianco dei tavoli dei ristoratori, che offrono tutto il meglio della
loro cucina condito dagli odori del gasolio bruciato? Lì oltretutto si
attesta la funicolare di Brunate che forse i comaschi sottovalutano. In
secondo luogo le Amministrazioni non si sono poste il problema di dove
far correre le automobili che transitano sul lungolago. Ho visto camion
colmi di pietrame scaricare nell'area a ridosso delle palancole esterne
per riempire, senz'altro con oneri consistenti, il vuoto che si è
formato tra il fondo del lago prosciugato e il livello della futura
passeggiata. Non sarebbe stato più opportuno lasciare quel "vuoto",
realizzare sopra un solaio di copertura e lì sotto far correre una
strada che liberasse dalle auto il lungolago? Chissà se sto sognando o
se sono gli Amministratori a essere miopi!!! "Ai posteri l'ardua
sentenza".
Alberto Botta
Già consigliere provinciale

Como: città nemica dell'ambiente...

... e non siamo i soli a dirlo :-)

La provincia, giovedì 28 agosto 2008
Città nemica dell'aria
L'Istat declassa il Lario Ambiente: nella classifica dei capoluoghi Como scivola al 78° posto

Un ambiente sano significa migliore qualità della vita, minori costi sanitari, futura eredità di bellezza e beni preziosi per i nostri figli e nipoti. Peccato che questo, a Como, sia ancora un miraggio: secondo l’indagine sugli indicatori ambientali urbani diffusa ieri dall’Istat, il capoluogo comasco batte la fiacca. Nel 2006 Como era al 75° posto su 111 capoluoghi di provincia oggetto dell’indagine: nel 2007 è stata declassata al 78° posto.
Sono le qualità chimiche, fisiche e biologiche delle risorse ambientali (aria, acqua, suolo) a determinare la classifica nazionale. Prendiamo ad esempio il settore della raccolta differenziata: a Como - pile esauste, accumulatori e farmaci - ciascun abitante ha raccolto 0,7 chili nel 2007. Nel 2004 i comaschi raccoglievano 0,4 chili, diventati 0,6 nel 2006. Queste cifre, tuttavia, diventano nere dalla vergogna se paragonate con i 2,5 chili di Bolzano e gli 1,8 di Ravenna. Per carità, la media italiana è di 0,4 chili, ma Como fa ancora troppo poco. Altro capitolo è quello dei giorni di superamento del limite previsto per le polveri sottili, il cosiddetto Pm10. A Como i giorni neri erano stati nel 2003 ben 65, scesi a 56 nel 2004, balzati a 122 nel 2005, 101 nel 2006 e 93 nel 2007. Anche qui i confronti sono deludenti: la media italiana è stata, nel 2007, di 71,4 giorni, mentre città come Imperia, Ascoli Piceno, Matera, Nuoro, Belluno e Siena hanno superato i livelli di appena, rispettivamente, 2 giorni, 7, 7, 10, 12 e 13. C’è chi, tuttavia, ha fatto peggio: nel 2007 il numero di giorni di superamento del limite per il Pm10 a Siracusa e Massa è stato di 273 e 226.

L'acqua che ci interessa non è solo quella delle paratie...

... per questo pubblichiamo sul blog le notizie relative alla campagna ACQUA PUBBLICA.

La provincia, mercoledì 27 agosto 2008

A mollo in un oceano di rincari
Triplica la bolletta dell'acqua
Autunno a rischio: 780 milioni di investimenti in Provincia da
coprire con gli aumenti

Inflazione in crescita, bollette roventi, carburanti e combustibili
alle stelle, fiscalità pesante: erano solo carezze. «La stangata arriva
in autunno», annunciano gli esperti e, benchè non subito, riguarderà
anche l'acqua.
Ogni anno, a causa delle perdite nelle tubazioni, ne vanno sprecati
otto milioni di metri cubi l'anno, pari al 16.87% del volume prelevato
negli acquedotti: agli interventi di questo tipo, dovranno concorrere
gli utenti. E nel senso dei mancati introiti per il blocco del sistema
tariffario dal 2003. Nel territorio comasco, il prezzo medio dell'acqua
è variabile da zona a zona e secondo le fasce di consumi. Per ogni
metro cubo consumato, 1000 litri, statisticamente la tariffa media è di
0.38 euro, da un minimo di 0.18 a un massimo di 0.56. Nel giro di pochi
mesi, arriverà all'unificazione su tutto il territorio: 1.04 euro il
metro cubo e poi salirà a 2.60 euro, ma potrebbe arrivare fino a 5 euro
il metro cubo, in relazione agli eventi, investimenti e tempi di
ammortamento. La tariffa unica per acquedotto, fognatura e depurazione
è attualmente 0.80 euro per metro cubo. Arriverà a 1,55 euro,
gradualmente.

investimenti da 780 milioni
Quali eventi: tutto comincia con l'istituzione dell'Ato, «ambito
territoriale ottimale», del quale fanno parte tutti i Comuni della
provincia di Como. La proprietà delle reti e degli impianti sarà
affidata a ComoAcqua, società pubblica già costituita
dall'amministrazione provinciale e in attesa delle adesioni dei Comuni,
titolare degli investimenti, 780 milioni di euro di investimenti, da
coprire anche con gli aumenti tariffari, necessari per costruire o
sostituire attrezzature e potenziarle, migliorare la qualità. Ma la
gestione sarà appaltata a una società e una si sta costituendo per
partecipare: a capo Acsm, sarà un'associazione di imprese già attive
sul territorio. Il solo servizio acquedotto attualmente è svolto da 11
società diverse. È prevista entro fine anno la pubblicazione della gara
d'appalto e Acsm sostiene esplicitamente la necessità di procedere con
il nuovo modello nel quale rientra l'adeguamento delle tariffe. «I
ricavi dell'acquedotto civile - afferma nella relazione semestrale resa
nota l'altro ieri - continuano ad essere fortemente condizionati dal
sostanziale blocco del sistema tariffario: si attestano a 3.1 milioni
di euro» e ricorda che «la Conferenza dei sindaci dell'Ato ha
licenziato un piano tariffario e degli investimenti al quale è seguita
la scelta del modello gestionale destinato a governare l'intero settore
idrico: l'evoluzione attesa a breve apre prospettive di sicuro
interesse per il ruolo di Acsm e il 2008 potrebbe diventare l'anno di
una svolta». È una complessa questione di procedure, gare, appalti e il
presidente di Acsm, Giorgio Pozzi, assicura che l'adeguamento delle
tariffe non è a fondo perso e tantomeno speculativo. È destinato al
miglioramento del servizio. E se la tariffa raddoppia, sarà pur sempre
inferiore a quella attuale praticata in Europa: a Berlino, un metro
cubo d'acqua è quotato sei euro, per esempio, e un metro cubo di acqua
minerale dalle nostre parti vale 260 euro.

servizio, non consumo
«I costi dell'acqua sono legati alla tipologia del servizio. È
secondario il consumo effettivo», premette l'assessore provinciale
all'Ecologia, Francesco Cattaneo, che ha coordinato la formazione e
l'attivazione dell'Ato e di ComoAcqua. «I conti, nel concreto: 30
centesimi a metro cubo, per 30 metri cubi a testa consumati all'anno,
fanno nove euro. Trenta metri cubi equivalgono a 30mila litri. Il costo
per litro è infinitesimale: 0.0003 euro e resta infinitesimale anche
con il raddoppio - calcola l'assessore - Però, consente l'accrescimento
dell'efficienza tecnica ed economica del servizio idrico».
Maria Castelli


27/08/2008
il cavallo di caligola
Il primo anello di una catena

L'annuncio di una stangata prossima ventura anche sul prezzo
dell'acqua verrà accolto come tutti gli altri aumenti, che ormai
riguardano ogni cosa, ogni prezzo, ogni tariffa. Un sospiro e via.
Eppure, per quanto ce ne venga spiegata la necessità con una serie di
buone ragioni (fra l'altro non si può continuare a perdere dai buchi
dell'acquedotto milioni di metri cubi all'anno) l'aumento annunciato
dell'acqua aggrava sensibilmente un quadro già sufficientemente nero.
Contro gli altri "ritocchi" di prezzo c'è quasi sempre la maniera
(per la verità più teorica che pratica) di combattere: perfino contro
le quotazioni folli della benzina i consumatori non hanno del tutto
alzato le braccia, tanto è vero che i consumi di carburante hanno
subìto nell'ultimo anno riduzioni non marginali. Si finirà per mangiare
meno pasta e meno pane, si contrarranno anche i consumi alimentari fino
allo stretto necessario, ma l'acqua? Si può davvero risparmiare - al di
là dei deliri di chi propone una doccia al mese... - sul consumo
dell'acqua?
E rimarrà senza conseguenze questo aumento che riguarda un bene così
universalmente indispensabile, oppure tutti coloro che sono in
condizione di farlo scaricheranno quest'onere ulteriore sul prezzo dei
beni o dei servizi che a loro volta vendono?
L'esperienza consente a ognuno di noi di fornire facilmente la
risposta. Una riposta che dovrebbe consigliare la massima prudenza nel
decidere aumenti fatalmente destinati a generare altri aumenti.
a.marino@laprovincia.it


27/08/2008
La scheda
Moderare i consumi
Qualche consiglio

Risparmiare è possibile
Alcuni piccoli accorgimenti consentono di incrementare il risparmio
dell'acqua, secondo i consigli di tre associazioni di consumatori,
Adiconsum, Federconsumatori e Altroconsumo.

Innaffiare senza sprecare
La terra troppo calda favorisce, naturalmente, l'evaporazione
dell'acqua. Specie durante la stagione estiva, è dunque sconsigliabile
innaffiare con il sole. Gli impianti di irrigazione automatica goccia a
goccia tagliano i consumi. Tenere l'erba un po' più alta aiuta a non
disperdere l'umidità del prato.

Usare un frangigetto
Mai lasciare il rubinetto inutilmente aperto. In un minuto possono
fuoriuscirne anche 20 litri d'acqua. L'utilizzo di un frangigetto che
immetta aria nel flusso consente di risparmiare tra il 30 e il 50%. Si
trovano in qualunque negozio di casalinghi.

Meglio sotto la doccia che in vasca
Utilizzare la doccia al posto della vasca da bagno permette di
consumare in media un terzo dell'acqua che sarebbe invece necessaria
per riempire una vasca, in grado di contenere circa 150 litri.

Attenti anche al water
Ogni volta che si fa scendere l'acqua, se ne utilizzano dai sei ai
dieci litri. Meglio allora usare impianti a pulsante o a manovella, che
possono essere calibrati secondo le necessità reali.

Gli elettrodomestici
Servirsene solo a pieno carico e con il ciclo economico aiuta
moltissimo. Ma è bene anche prestare attenzione alla manutenzione. Uno
scarico o un rubinetto difettosi determinano inutili sprechi.

Attenti all'auto
Lavarla con la canna? Come riempire una vasca: 150 litri. E dire che
ne basterebbero 20.

Un po' di dati non fanno mai male alla conoscenza

Il corrierino di Como, 24 agosto 2008
Lago alto e invasi stracolmi Autunno a rischio esondazione
Il Consorzio dell’Adda: «Se piove nella media piazza Cavour finirà sott’acqua»

Nell’anno delle paratie, il lago
potrebbe giocare un altro brutto
scherzo. Se le piogge autunnali non
faranno i capricci, se cioè la media
delle precipitazioni stagionali verrà
rispettata anche nel 2008, Como finirà
nuovamente sott’acqua. La previsione
giunge dal direttore del Consorzio
dell’Adda, Luigi Bertoli, che spiega:
«Dopo le intensissime e inattese
piogge di luglio, le piene autunnali
potrebbero effettivamente diventare
problematiche sul piano della gestione
dei livelli idrometrici del Lario». A
determinare questo nuovo pericolo
esondazione sono almeno due fattori:
il livello del lago, molto alto rispetto
alla media storica e, soprattutto, la
quantità di acqua immagazzinata negli
invasi a monte, in Valtellina.
Attualmente, i bacini di raccolta sono
praticamente al limite della loro
capienza, sfiorando l’85% della loro
capacità in un periodo in cui
solitamente non raggiungono il 50%.
Il Consorzio, spiega il direttore, «in
questo momento sta riversando in
pianura molta acqua, un terzo in più
rispetto a quanto ad esempio veniva
erogato lo scorso anno». Nonostante
ciò, il livello del lago rimane «molto
alto », attorno ai 40 centimetri sopra lo
zero idrometrico. Continuando di
questo passo, si arriverà alla stagione
delle piogge (tra ottobre e novembre)
con il lago ancora piuttosto altino e,
soprattutto, con gli invasi pieni. «La
minore capacità di trattenere l’acqua a
monte - spiega Bertoli - potrebbe
determinare, nel caso in cui le
precipitazioni fossero intense, un
rapido innalzamento del livello del
Lario» e, di conseguenza, una nuova
esondazione in piazza Cavour. Il
direttore del Consorzio, quasi a voler
stoppare (o anticipare) eventuali
polemiche, insiste sulle scelte di questi
giorni. «Nonostante a valle non serva
tutta quest’acqua, noi la mandiamo
fuori ugualmente per evitare altre
piene, magari tra qualche settimana o
tra qualche mese». Una vera e propria
prevenzione che potrebbe comunque
non bastare se le piogge autunnali
fossero molto intense. In realtà,
aggiunge Bertoli, non è nemmeno del
tutto vero che la pianura sia
indifferente alla quantità di acqua
erogata. «Ci sono alcuni punti della
Bassa dove quest’an - no non è piovuto
e dove hanno continuato a irrigare con
la nostra acqua». E anche le centrali
termiche hanno sfruttato a pieno un
flusso maggiore, rispetto agli anni
scorsi, per il raffreddamento dei loro
impianti. Resta il fatto che l’esta - te
2008 sarà ricordata a lungo come una
delle più piovose. Basta dare un’oc -
chiata alle cifre dell’anno precedente
per capire di cosa si stia parlando. Da
gennaio ad agosto, è stato calcolato un
afflusso di acqua nel Lario superiore
ai 4 milioni di metri cubi. Nel 2007,
nello stesso periodo, entrarono nel
lago “sol - tanto” 2,4 milioni di metri
cubi d’acqua. Quest’a n n o, poi,
l’erogazione media verso la pianura è
stata di 190 metri cubi al secondo,
contro i 124 del 2007. Anche gli
invasi, come detto, sono quasi al
limite. Nella terza settimana di agosto,
nonostante il sole, i bacini montani
sono cresciuti ancora di circa 13
milioni di metri cubi. Dal 15 giugno al
15 agosto, la capienza degli invasi è
salita dal 54 all’82%. Un terzo in più
rispetto al 2007. Un campanello d’allar
- me in vista del prossimo autunno.
(da. c. )

giovedì 28 agosto 2008

Cosa succede in città?

La Provincia, lunedì, 11 agosto 2008
Piazza Cavour minacciata dalla falda acquifera
Nei giorni scorsi acqua chiara ha parzialmente invaso il salotto di Como.

C'è chi teme che il fenomeno possa essere collegato con i lavori per le paratie

C'è una falda che spaventa piazza Cavour. Nei giorni scorsi dell'acqua proveniente dal sottosuolo ha cercato di venire in superificie e di allagare il salotto di Como. In parte ci è anche riuscita. Salvo, poi, ritirarsi e asciugarsi. Ma la preoccupazione rimane. Il fenomeno è un segnale che non può essere sottovalutato. L’assessore alle Grandi opere, Fulvio Caradonna, ha rassicurato: «Il fenomeno apparso in piazza Cavour è causato da una falda che in questo periodo è insolitamente alta. Si tratta di un problema che è stato riscontrato anche in altri punti della città, ma non è imputabile in nessuno modo alla costruzione delle paratie». C’è chi teme che con la prosecuzione dei lavori davanti a piazza Cavour e con la creazione delle vasche di laminazione la falda possa trovare un ostacolo insormontabile e che cerchi di aggirarlo sfociando in superficie allagando la città. Attraverso la pavimentazione. Cosa che, del resto, è già avvenuta proprio nelle scorse ore. A mettere in guardia da questo rischio e a esortare l’impresa che esegue i lavori delle paratie affinché non trascuri questo aspetto, è stato più volte il consigliere dell’opposizione, nonché geologo, Mario Lucini.

La Provincia, martedì 12 agosto 2008
Acqua in piazza Cavour

"Era solo un tubo rotto" L'ufficio stampa del Comune smentisce che il cantiere per le paratie possa avere determinato la fuoriuscita d'acqua dalla pavimentazione del "salotto buono"

COMO - Nessuna falda sotterranea. La causa dell’allagamento di piazza Cavour che verificatosi tra sabato e domenica sarebbe la conseguenza di un guasto alla rete idrica. Ieri i tecnici di Acsm si sono messi al lavoro proprio per cercare di riparare il tubo rotto che ha causato la fuoriuscita di acqua dal sottosuolo proprio nel bel mezzo del salotto buono di Como, facendo pensare a un inatteso ingrossamento della falda che scorre sotto il centro città. Le operazioni di riparazione dovrebbero durare non più di qualche giorno. Ma quello che conta è che, secondo quanto comunicato dall’ufficio stampa di Palazzo Cernezzi, il cantiere delle paratie non ha nessuna colpa.

La provincia, sabato 16 agosto 2008
Danni alle paratie
Colpa di pioggia e vento Decine di interventi dei vigili del fuoco in città e in provincia. Allagato Viale Varese, cadono piante al parco Negretti

COMO - L'assessore ai lavori pubblici minimizza, ma la tromba d'aria che a Ferragosto ha spazzato la città ha provocato danni anche all'interno del cantiere per le paratie. Le cosiddette "palancole" hanno ceduto su un fronte di circa quattro, cinque metri. Da ieri sono in azione grosse pompe che rigettano a lago l'acqua accumulatasi nell'invaso. Guai anche nel resto della città: un allagamento senza precedenti si è verificato in viale Varese - con acqua fino al polpaccio - mentre i vigili del fuoco hanno eseguito decine di interventi per assicurare alberi pericolanti. Una pianta si è abbattuta al suolo nel recinto del parco Negretti di Rebbio, un'altra è caduta, sempre in viale Varese, su un'auto in sosta. Non si registrano, per fortuna, feriti.

Acqua pubblica... siempre!

COMITATO COMASCO PER L’ACQUA PUBBLICA
COMUNICATO STAMPA

Il Comitato Comasco per l’Acqua Pubblica plaude all’iniziativa della Provincia di Como, ma chiede interventi contro la privatizzazione dei servizi idrici
Provincia di Como: Ok al Progetto H2O, ma l’acqua non deve essere privatizzata! COMO – Il “Comitato Comasco per l’Acqua Pubblica” plaude all’iniziativa dell’Amministrazione Provinciale di Como per il Progetto H2O, ma allo stesso tempo chiede che il servizio idrico non venga privatizzato.

Come Comitato Comasco per l’Acqua Pubblica sosteniamo l’iniziativa dell’Assessorato all’Ambiente di Villa Saporiti per l’installazione di 15 distributori di acqua in altrettanti comuni comaschi. Sicuramente il progetto va nella giusta direzione: promuovere di bere l’acqua di rubinetto, che spesso è più controllata e quindi sicura rispetto alle acque in bottiglia. Col vantaggio ecologico di evitare il trasporto delle bottiglie e lo smaltimento della plastica, che poi finisce negli inceneritori. Ma il Comitato Comasco per l’Acqua Pubblica denuncia il grave rischio di privatizzazione che incombe sul servizio idrico a livello provinciale. Nel 2007 l’ATO di Como (formato dalla stessa Provincia e dai 162 comuni comaschi) ha deciso di mettere a gara l’erogazione dei servizi idrici, ovvero la conduzione di acquedotti, fognature, depuratori. In questo modo l’acqua di tutta la provincia verrà di fatto privatizzata! Infatti alla gara, che sarà bandita a livello europeo, avranno sicuramente la meglio i colossi multinazionali dell’acqua come Suez o Veolia (che hanno privatizzato l’acqua in mezzo mondo). La stessa azienda comasca ACSM è quotata in Borsa ed è legata ad A2A, a sua volta consociata con la multinazionale francese Suez. Lo stesso rischio di privatizzazione sussiste per la nuova società patrimoniale dell’acqua, denominata “ComoAcqua s.r.l.”, costituita dalla Provincia e, nella fase successiva, dai comuni. Se è vero che la nuova società nasce pubblica, non altrettanto vero è che lo resterà in futuro. Infatti nelle linee-guida che sono state proposte in votazione ai consigli comunali, si prepara la strada all’ingresso dei privati nella società patrimoniale! Quello che chiediamo all’Amministrazione Provinciale è coerenza: non è sufficiente promuovere l’acqua del rubinetto, se poi la stessa acqua verrà di fatto erogata da una multinazionale, che avrebbe a cuore il profitto e non la qualità del servizio idrico né una bollettazione socialmente tollerabile per le fasce più deboli della popolazione. L’impegno prioritario della Provincia e di tutti i Comuni deve essere quello di impedire la privatizzazione dell’acqua, assicurando che gli acquedotti siano gestiti in maniera efficiente senza che nessuno possa speculare alle spalle dei cittadini. L’acqua è un bene comune che deve restare in mani pubbliche al 100%.
COMITATO COMASCO PER L’ACQUA PUBBLICA info@circoloambiente.org

La "love boat" comasca continua...

La provincia, venerdì 1 agosto 2008

Paratie
Maxi conto al battello gelateria: mezzo milione
È il risarcimento danni chiesto dal Comune per il ritardo accumulato
dal cantiere a causa di una catena

Il Comune di Como ha trasmesso alla titolare del battello gelateria
dei giardini a lago, Cristina Caramelli, una consistente richiesta di
risarcimento danni.
L'amministrazione vuole cinquecentomila euro per il ritardo accumulato
dal cantiere per le paratie a causa delle resistenze opposte dai
titolari della gelateria, che peraltro si erano anche rivolti al Tar
della Lombardia per avere accesso agli atti, volendo verificare la
regolarità dei progetti. Lo scorso giugno gli operai della Sacaim, la
ditta preposta alla realizzazione delle paratie, hanno chiesto ai
titolari del battello il via libera per spostare (salvo poi rimetterla
al suo posto) una grossa catena che "ancorava" la struttura
galleggiante.
La risposta fu un secco no, tale da determinare il blocco dei lavori
sul lato giardini, riprendendo la posa delle cosiddette "palancole" (le
lamelle d'acciaio che servono per bloccare l'acqua) soltanto verso
piazza Cavour. Non si trattava, ovviamente, di una faccenda da poco. Il
Comune prese carta e penna e scrisse ai titolari del bar auspicando, in
via "bonaria", più miti consigli. Ogni giorno di ritardo accumulato
rischiava di costare circa cinquemila euro.
Esaurita la fase preliminare del carteggio - notificate cioé le
richieste a suo tempo definite "bonarie" e quelle meno accondiscendenti
di vera e propria diffida - Palazzo Cernezzi ha presentato il conto.

Un conto davvero da nababbi, che sul battello si apprestano a
rispedire, ovviamente, al mittente. Probabile, quasi certa, una contro
richiesta altrettanto cospicua, come lasciano chiaramente intendere gli
avvocati Luigi Sirtori e Bruno Bianchi, legali della società battello
gelateria.
Del resto la gelateria è stata duramente penalizzata dal rifacimento
del lungo lago, a tratti addirittura «cancellata» dal panorama
commerciale cittadino. Si prevede in ogni caso che la vertenza si
trascini per molto tempo ancora. Difficilmente il Comune avrà i suoi
cinquecentomila euro in tempi brevi.

venerdì 1 agosto 2008

Continuano le proteste dei cittadini per il cantiere...

[paratìe]
Via Puecher e il lungolago non sono un autodromo

Egregio direttore,
vi pongo un quesito al quale forse lei saprà dare risposta.
Vorrei sapere se la Ditta SACAIM preposta alla costruzione delle paratie ha vinto l'appalto anche per trasformare in un autodromo la via Puecher e la via Lungo Lago Mafalda di Savoia.
In questo tratto, oltretutto pedonale, dove camminano bimbi anziani e turisti, sfrecciano Fiat Punto sponsorizzate dalla Ditta mettendo a repentaglio chi vuol godersi quel poco di passeggiata lasciata dal cantiere.
Talvolta in modo anche sgradevole, tanto da arrivare ad insultare una mamma che si è permessa di rimproverare un "pilota".
A me sta bene che debbano rispettare i tempi di lavoro, però non mettendo a rischio l'incolumità altrui. Grazie.
Giovanni Piazza
Como

(gi.gan.) Caro Piazza,
l'Amministrazione comunale lavora senza freni.

La provincia, giovedì 31 luglio 2008

Il lago straripa fino al parlamento

La provincia, giovedì 31 luglio 2008

Il lago straripa fino al parlamento
L'esondazione arriva fino in Parlamento
Interrogazione della Lega a Montecitorio.
Il ministro: «Serve una diversa politica di tutela del suolo»

L'esondazione di piazza Cavour (350mila euro di danni diretti e 2 milioni per quelli "indiretti") è arrivata ieri pomeriggio in Parlamento e, più precisamente, nell'aula di Montecitorio. Durante il cosiddetto "question time" (il Governo fornisce verbalmente risposte alle interrogazioni dei deputati) con diretta televisiva, il ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito ha dato una serie di chiarimenti al documento presentato dai deputati della Lega Nord, tra cui i due comaschi Nicola Molteni ed Erica Rivolta. Nel dettaglio i parlamentari chiedevano gli impegni che Palazzo Chigi intende assumere «per la difesa del suolo e per il suo finanziamento, in collaborazione con la Regione Lombardia, di un nuovo programma per la messa in sicurezza e il riassetto idrogeologico del territorio della Valtellina e delle zone adiacenti, nelle province di Sondrio, Lecco, Como e Bergamo». Nel testo letto in aula è stato fatto esplicito riferimento alla «fuoriuscita del lago a Como per mezzo metro oltre la soglia di esondazione» e alla necessità di una serie di opere per evitare tragedie come quella del 18 luglio 1987 in Valtellina. Dal canto suo il ministro Vito ha rassicurato i parlamentari garantendo l'impegno del Governo «nel fronteggiare situazioni di emergenza», ma ha contestualmente ammesso la necessità di interventi «sul fronte della prevenzione con una diversa politica per la difesa del suolo attivando tutte le possibili sinergie con gli Enti locali». Vito ha ripercorso le fasi della legge Valtellina (1991, 2001 e 2003) e ha annunciato un «impegno da parte del ministero dell'Ambiente e di quello dell'Economia per velocizzare le procedure per l'autorizzazione alla riprogrammazione e al riutilizzo delle economie accertate a conclusione degli interventi previsti dal piano di difesa nonché a completare tempestivamente l'iter di valutazione dei progetti regionali di difesa del suolo». Tradotto: più soldi e velocità. «Fondamentale - commenta Molteni - è la prevenzione. Le conseguenze dell'integrazione del fondo Valtellina, in grado di garantire interventi a lungo termine, avranno effetti anche su Como. È necessario non occuparsi di una fascia territoriale spesso e volentieri sottoposta a situazioni difficili solo in situazioni contingenti, ma con una visione più ampia per evitare di trovarsi nell'emergenza. Sappiamo che la Regione si sta facendo parte attiva ed è necessaria collaborazione con Governo ed enti locali».
Gisella Roncoroni

mercoledì 30 luglio 2008

Dal Consorzio dell'Adda

La provincia, sabato 26 luglio 2008

Il direttore del Consorzio dell'Adda prende carta e penna e scrive ai comaschi

«Sono l'unico a difendere Piazza Cavour e a ricordare alle istituzioni che il livello del lago deve tenere almeno un margine di sicurezza, a scapito di oltre 50 milioni di metri cubi di mancata scorta d'acqua»: è un passo della «Lettera ai cittadini» scritta dal direttore del Consorzio dell'Adda, Luigi Bertoli. Spiega che se non ci fosse stato l'intervento del Consorzio nell'ultima esondazione, l'altezza avrebbe raggiunto i 230 centimetri, invece dei 160 registrati. La conseguenza: acqua fino in Duomo. Sottolinea che il massimo in Piazza si è avuto dopo oltre una settimana dall'apertura totale delle dighe, in seguito ad un afflusso da diluvio, 1.200 metri cubi d'acqua al secondo, una frequenza che si registra ogni 8-10 anni.

È forse la prima volta che un dirigente dell'ente regolatore del lago si rivolge direttamente ai cittadini, per spiegazioni tecniche e precisa, innanzitutto, che il limite di legge oltre il quale il lago non dovrebbe salire, non è a 120 centimetri sullo zero, tanto citati. Ma è 130-140. Perché, allora, l'acqua è già sul marciapiede ad un metro? «Perché - spiega l'ingegner Bertoli - la piazza s'è abbassata di 50-60 centimetri tra il 1960 e il 1980 e la subsidenza (progressivo abbassamento del suolo) forse c'è ancora. Con la costruzione delle dighe di Olginate, si è tuttavia allargata l'uscita del lago, comprese le rapide di Lecco, con un aumento del deflusso di 250 metri cubi al secondo, a parità di livello del lago». Ma i comaschi dicono: tenete basso il livello e non s'allaga più la piazza.

Vuol dire buttar via acqua, sottolinea l'ingegner Bertoli, acqua preziosa per gli utenti di valle, i soli che pagano la regolazione e per far funzionare le centrali termoelettriche del Po, per evitare black out che colpiscono anche Como, per mantenere un certo livello del Po, necessario per le coltivazioni della Pianura Padana. Ma se le istituzioni impongono le scorte, Bertoli risponde loro: «Scorte, ma non a rischio di Piazza Cavour». Viceversa, se tiene il lago basso, il Consorzio sale sul banco degli imputati perché non ha fatto scorta e perché le uova dei pesci sono morte. Infine, la lettera ricorda che Como ha un rappresentante nella giunta del Consorzio, un tecnico comunale, mentre Stefano Rovagnati è nominato dalla Provincia di Como nel consiglio.

Maria Castelli

Piazza Cavour fogna a cielo aperto

La Provincia, venerdì 25 luglio 2008

Liquami dal cantiere delle paratie
Piazza Cavour fogna a cielo aperto
Escrementi maleodoranti in vista tra i pontili e le imbarcazioni: sono arrivati dal lago

Una fogna a cielo aperto. Questa volta, però, i tombini di piazza Cavour non c'entrano. I liquami puzzolenti sono arrivati dal lago. Ieri mattina galleggiavano sullo specchio d'acqua davanti alla passeggiata, proprio a ridosso del cantiere delle paratie. Una lurida coltre di sostanze maleodoranti, composta in gran parte da escrementi, ondeggiava tra i pontili e le imbarcazioni vicino alle famose palancole che recintano il perimetro della futura passeggiata a lago. Quel recinto da cui la ditta Sacaim sta, in questi giorni, pompando fuori l'acqua. Infatti, una volta svuotata, l'area sarà riempita con materiale su cui poggerà il nuovo e più largo lungolago.

La domanda, che sorge spontanea, è: «Da dove arrivano i liquami che sono simili in tutto e per tutto a quelli che invadono piazza Cavour quando le fogne con le acque nere traboccano dai tombini?». Guardando la scena ieri sarebbe venuto spontaneo rispondersi: «Dal cantiere delle paratie». Come se ci fosse uno sbocco di fognature nere nel lago. Ma l'assessore comunale alle Grandi opere, Fulvio Caradonna, ha dato assicurazione che il cantiere non c'entra nulla: «Si tratta di sostanze trasportate verso riva dalle correnti a seguito delle forti piogge ed esondazioni degli scorsi giorni. Inoltre, lo sporco è causato anche dal fondo del lago che viene movimentato nell'operazione di pompaggio dell'acqua». Ieri anche il direttore dei lavori delle paratie, Antonio Viola, ha negato che si siano verificati problemi: «Tutto procede per il meglio». Sulla natura dei liquami, però, ci sono davvero pochi dubbi. Come detto, aspetto, consistenza e puzza erano del tutto uguali al contenuto delle fogne che fuoriescono a causa dei violenti temporali dai tombini della piazza e della strada davanti alla Navigazione. Ieri questi liquami galleggiavano nel lago. Lo stesso assessore all'Ambiente del Comune di Como, Diego Peverelli, ammette che si trattava di sporcizia contenente anche escremetni. «In mattinata sono andato sul posto - ha spiegato Peverelli - e mi sono accertato della situazione. Ho visto i liquami maleodoranti. Forse nel tratto di lago recintato dalle palancole sfocia qualche tubatura di acque chiare dove per qualche motivo, forse proprio a causa dei grossi nubifragi dei giorni scorsi, sono confluite anche fognature nere. E nel pompare l'acqua fuori dal cantiere questi liquami sono finiti nel lago». Quello che è certo è che lo spettacolo che ieri mattina si è presentato agli occhi (e alle narici) dei passanti e dei turisti, aveva un'aria a dir poco malsana. A risolvere in parte la situazione ci ha pensato il battello spazzino. «In accordo con l'assessore Caradonna - ha detto Peverelli - abbiamo fatto intervenire il battello spazzino che intorno alle 12.30 ha ripulito dai detriti e dalla sporcizia.
Dario Alemanno

il sopralluogo
Mezza giunta in visita ai maxi lavori sul lungolago

(d. al.) La porzione di lago, recintata dal cantiere delle paratie si sta svuotando lentamente. La ditta incaricata dei lavori sta pompando fuori l'acqua. Una volta prosciugata, l'area sarà colmata con materiale di riempimento su cui poggerà la nuova e più larga passeggiata a lago.

l'assessore cicerone

In occasione dell'avanzamento dei lavori, il cui stato è ben visibile anche dalle finestre ricavate nella recinzione in legno del cantiere, la giunta di Palazzo Cernezzi ha chiesto di effettuare un sopralluogo per visionare la situazione. Nella tarda mattinata di ieri, il sindaco Stefano Bruni, l'assessore all'Urbanistica Umberto D'Alessandro, l'assessore alla Cultura, Sergio Gaddi, il capogruppo di Forza Italia, Gianluca Lombardi, hanno avuto accesso al cantiere. A fare loro da guida c'era l'assessore alle Grandi opere, Fulvio Caradonna, e i dirigenti comunali competenti (Antonio Viola e Antonio Ferro). Il tour guidato è servito per rendersi conto e toccare con mano lo stato dell'intervento che tra tre anni dovrà consegnare alla città un nuovo lungolago e le paratie anti-esondazione. «Il sopralluogo di oggi - ha detto il sindaco Bruni - è servito per rendersi conto che tutto procede davvero per il meglio e nel rispetto dei tempi. Con oggi abbiamo avuto l'ennesima conferma della bontà e utilità del progetto, ma anche di quanto sia importante avere trovato un'azienda così grande e così seria».

critiche dall'opposizione

Anche Lombardi è rimasto positivamente colpito: «Devo dire che la prosecuzione dei lavori mi sembra molto buona, senza ritardi sulla tempistica. Ora bisogna vedere con quali elementi di arredo urbano verrà qualificata e abbellita la nuova passeggiata». Tutto bene, dunque, per la giunta. Un po' meno per i consiglieri dell'opposizione. Mario Lucini (Pd) ha fatto presente la preoccupazione «che la falda sotterranea possa risentire della maxi opera alzandosi di livello». Lucini ha però anche lodato la serietà della ditta Sacaim: «Siamo stati fortunati, l'impresa sembra davvero seria e in grado di eseguire i lavori».

giovedì 24 luglio 2008

«Caradonna? Il giudizio verrà dai fatti»

Anche se ci lascia un po' perpless* l'"ottimismo" espresso nella risposta de La provincia....

La provincia, mercoledì 23 luglio 2008

Cara Provincia,
ti scrivo per commentare l'ultima lettera dell'assessore Caradonna. Giustamente, essendo l'assessore preposto a tutto, non poteva occupare lo spazio dedicato a noi poveri lettori nella rubrica Lettere, comunque....... giustamente ognuno ha il suo peso. Da quel che ho capito leggendola, ha passato anni facendo la danza della pioggia, (forse si o forse no) non è riuscito ad accordarsi con il Consorzio dell'Adda e quando finalmente ha raggiunto il suo scopo (di allagare la città) eccolo esultare, fare proclami e complimentarsi per i danni causati.
Mio padre in un italiano non molto ortodosso mi diceva «chi si loda si imbroda» e ad oggi - e penso anche in futuro - l'unica cosa certa che ha dimostrato è che senza una collaborazione con altri enti l'acqua continuerà ad uscire. Le palancole che dovrebbero fermare il flusso erano completamente sommerse, la viabilità - tanto per cambiare - un disastro, però l'importante è che lui e il 25% dei cittadini favorevoli a questa grande opera siano felici che questi due soldi spesi per le paratie non potevano essere impegnati meglio. Ma poi si contraddice dicendo che appunto con un nostro politico nel consiglio del Consorzio dell'Adda tutto questo non sarebbe successo. E' un controsenso ...o no?
Complimenti al giornalista Bardaglio per la risposta all'assessore tutto fare. E buon lavoro alla redazione che anche in questi periodi di vacanza ci tiene aggiornata su quel che succede nella nostra città.
Matteo Corti

Caro Matteo,
innanzi tutto un grazie sincero, sia per i complimenti, sia per il buon lavoro. E non se la prenda se all'assessore e all'istituzione che rappresenta è toccato uno spazio in cronaca: i lettori hanno a disposizione quest'intera pagina, che non a caso è una delle più lette del giornale.
Venendo a noi, che Caradonna oltre a "lodarsi" si sia "imbrodato" è opinione condivisa da molti, a giudicare dalle pacche sulle spalle che abbiamo ricevuto. L'uomo d'altra parte è così: prendere o lasciare. Noi avremmo lasciato, mentre il sindaco non solo se lo è preso, ma lo ha pure confermato, conferendogli poteri maggiori di mandato in mandato. Da parte nostra, gli riconosciamo un merito: rispondere in prima persona e metterci sempre la faccia. Molto, rispetto ad alcuni suoi colleghi, che neppure rispondono al telefono. Troppo poco invece per rassicurarci sulle opere pubbliche. In ogni caso, come sempre, non lo giudicheremo dalle simpatie, bensì dai fatti. Per valutare le paratie, attendiamo vengano conclusi i lavori: visto come vanno le cose, sarebbe già un successo.
Giorgio Bardaglio
g.bardaglio@laprovincia.it

lunedì 21 luglio 2008

Acqua alta?

A proposito di precipitazioni atmosferiche occasionali... crediamo sia utile riproporre questi articoli del mese di marzo apparsi sulla stampa locale.

La Provincia – venerdì 28 marzo 2008

Lombardia, non ci sarà siccità

"Primavera ed estate piovose"

Al convegno regionale su "Cambiamenti climatici e scarsità idriche" il colonello Mario Giuliacci ha detto che avremo stagioni meno calde dello scorso anno. Ma ne beneficeranno i campi, i laghi, i fiumi e i nostri rubinetti. La Lombardia firmerà un "Patto per l'acqua" per ridurre gli sprechi

La vice presidente della Regione Viviana Beccalossi con il colonello Mario Giuliacci "Le previsioni per i prossimi mesi ci inducono ad essere moderatamente ottimisti. Ad aprile non mancheranno le piogge e l'estate 2008 non dovrebbe essere né particolarmente calda né siccitosa". E' iniziato con questa affermazione del meteorologo Mario Giuliacci il convegno "Cambiamenti climatici e scarsità idrica: nuove politiche per uno sviluppo sostenibile", organizzato a Milano da Regione Lombardia e Urbim (Unione Regionale Bonifiche, Irrigazioni e Miglioramenti fondiari) per celebrare la "Giornata Mondiale dell'Acqua". Al centro del convegno il "Patto per l'Acqua" che la stessa Regione sottoscriverà nei prossimi giorni con tutte le categorie di utilizzatori dell'"oro blu" (bacini idroelettrici, associazioni agricole, consorzi irrigui, enti gestori dei laghi, ecc).
L'obiettivo è condividere e realizzare insieme un piano d'azione che consenta di ridurre gli sprechi e utilizzare al meglio una risorsa fondamentale per la vita di tutti i giorni e per lo sviluppo sociale ed economico. "
In particolare il patto si propone di analizzare le criticità legate agli eventi climatici degli ultimi anni; definire le opportunità che nel contesto lombardo possono essere offerte da una gestione condivisa dell'acqua; individuare linee strategiche per affrontare i cambiamenti e i relativi risvolti gestionali, ambientali e socio-economici; definire linee d'azione per adeguare il sistema alla disponibilità delle risorse idriche con interventi infrastrutturali, di carattere culturale e informativo, legati alla programmazione di bacino, alla gestione delle acque nell'ambiente, in agricoltura e nel settore civile.

In Lombardia 19 fiumi hanno un bacino superiore ai 400 chilometri quadrati (spiccano per lunghezza e portata il Po, l'Adda, il Mincio e il Ticino) e raggiungono una lunghezza totale di 11.500 km; 23 laghi (tra cui i maggiori d'Italia, vale a dire Garda, Como, Maggiore e Iseo) hanno una superficie che supera il 40% di quella lacustre nazionale e un volume pari al 60% del totale e 40.000 km di rogge e canali che irrigano la pianura.
L'aumento demografico e il maggior consumo pro-capite determinato dallo sviluppo socio-economico, gli aumenti di prelievo dalle acque superficiali e sotterranee (soprattutto nelle grandi aree urbane come a Milano dove il consumo giornaliero è salito da 25 litri/abitante del 1931 a 525 nel 2000) stanno portando ad un utilizzo sempre più intenso delle risorse idriche, che quindi risultano sempre più preziose. Ma l'attesa del convegno era anche sui cambiamenti climatici a breve, un tema sul quale si è soffermato il meteorologo Mario Giuliacci.
Secondo i suoi dati in Piemonte e in Lombardia "la piovosità sarà normale o addirittura al di sopra delle media perché quest'anno non ci sarà, come l'anno passato, il Niño con il suo effetto amplificatore del caldo, del tempo stabile e quindi anche della siccità sul clima estivo della penisola".
E nei prossimi anni? Prospettive non rosee per la prevedibile frequente presenza di durature strutture di alta pressione a ridosso del Nord Italia.

Il corriere di Como - sbatao 29 marzo 2008

«I livelli del lago sotto la media saranno la normalità»
Celebrata ieri la Giornata mondiale dedicata al prezioso elemento
Il meteorologo Mario Giuliacci: «Da dicembre a marzo pioverà sempre meno»

«Da dicembre a marzo i periodi di siccità saranno sempre più frequenti e i livelli del lago al di sotto della media saranno praticamente una costante. È necessario iniziare a ragionare in quest’ottica e agire di conseguenza per non essere impreparati di fronte a queste nuove situazioni climatiche». Questo il quadro descritto ieri dal colonnello Mario Giuliacci, uno dei massimi esperti italiani in materia. Il meteorologo è intervenuto a un convegno sul tema ”Cambiamenti climatici e scarsità idrica, nuove politiche per uno sviluppo sostenibile”, organizzato dalla Regione Lombardia in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, promossa dalla Conferenza delle Nazioni Unite. «La progressiva scarsità idrica sta investendo anche il territorio lombardo, pur tradizionalmente ricco di acqua - hanno sottolineato gli organizzatori del convegno - La Regione dunque è attiva su questa problematica, e non a caso abbiamo lavorato per mettere a punto il Patto per l’acqua, per promuovere un utilizzo sostenibile di questa risorsa». Il colonnello Mario Giuliacci ha fatto il punto in particolare sui cambiamenti climatici che coinvolgono anche il nostro territorio. «Negli ultimi vent’anni - ha affermato - in inverno e primavera abbiamo verificato che l’alta pressione dell’anticiclone delle Azzorre si è allungata fino a raggiungere il Nord Italia, soprattutto Lombardia, Liguria e Piemonte. Questo di fatto impedisce alle perturbazioni piovose di toccare l’Italia, infatti negli ultimi sei anni in queste regioni abbiamo avuto quattro casi di grave siccità, ovvero scarsità di pioggia per più di 4 mesi con un deficit idrico superiore al 40%». Una situazione che rischia di diventare una costante. «Non posso affermare che questo avverrà ogni anno - ha precisato Giuliacci - ma sicuramente dobbiamo abituarci a periodi di siccità sempre più frequenti. Per quanto riguarda il Lago di Como, è naturale che frequenti situazioni di siccità avranno ripercussioni negative anche su questo bacino, che avrà un apporto sempre inferiore d’acqua. Le nevicate in montagna saranno meno abbondanti e questo influirà sui livelli del lago». «Il periodo più a rischio è quello da dicembre a marzo - ha detto ancora il meteorologo di Epson Meteo - per quanto riguarda gli altri mesi dell’anno invece la situazione dovrebbe essere relativamente “normale”. In pratica, le precipitazioni in estate saranno generalmente appena al di sotto della media, mentre in autunno saranno leggermente al di sopra della media». I cambiamenti climatici dunque, a detta dell’esperto, sono già di fatto una realtà tangibile e non solo ipotesi astratte degli studiosi. «Il riscaldamento del pianeta, qualunque sia la causa, è un dato di fatto - ha detto il colonnello Mario Giuliacci - ed è certo che l’aumento della temperatura provochi lo scioglimento di parte dei ghiacciai alpini e polari. Non c’è da meravigliarsi dunque per l’innalzamento dei livelli degli oceani, un evento che ha come conseguenza diretta l’aumento di uragani, cicloni ed eventi spesso devastanti. Fenomeni che saranno sempre più frequenti».
Anna Campaniello

venerdì 18 luglio 2008

Cantiere paratie, si cambia

La Provincia, mercoledì 16 luglio 2008

Cantiere paratie, si cambia
Passo indietro verso la piazza Modifica al progetto delle «dighe» mobili
L’assessore: «Maggiore efficacia, costi minori»

Le paratie mobili non si fanno più. O meglio, non si fanno come era stato progettato inizialmente. Ieri, in occasione della visita dei consiglieri comunali sul cantiere a lago, l’assessore Fulvio Caradonna ha annunciato che la barriera di pannelli mobili con molta probabilità non sarà posizionata in acqua, bensì sul lungo lago. Un cambiamento confermato anche dal direttore dei lavori, nonché dirigente comunale, Antonio Viola: «Si tratta di una variante che farà risparmiare oltre un milione di euro per l’esecuzione dei lavori e circa 20mila euro all’anno per la manutenzione ordinaria». Anziché spuntare dal pelo dell’acqua, le paratie si solleveranno da una fessura tra la passeggiata antistante piazza Cavour e la scalinata che scende nel lago. «Entro la settimana prossima - ha spiegato Viola - si deciderà una volta per tutte se abbandonare l’idea delle paratie in acqua per installarle sulla terra ferma. Ma è ormai sicuro, direi al 95%». «La ditta - ha poi proseguito l’assessore Caradonna - ha la facoltà di proporre perizie migliorative che possono essere adottate nel caso in cui ci sia un reale miglioramento del progetto e un risparmio sui costi. È questo il caso».

mercoledì 16 luglio 2008

«L’esondazione andava evitata: Lario mal gestito»

La Provincia, martedì 15 luglio 2008
«L’esondazione andava evitata: Lario mal gestito»
La polemica: il Consorzio dell’Adda nel mirino di Fi, An e Pd
Chiedono la nomina di un rappresentante comunale

«L’esondazione poteva essere evitata». In consiglio comunale lo affermano in molti, al di là degli schieramenti politici d’appartenenza. Lo dice Gianluca Lombardi, capogruppo di Forza Italia, così come lo grida Luca Gaffuri, capogruppo del Pd. Insomma, tutti d’accordo: il livello idrico del lago è stato gestito male. A maggior ragione, oggi più che mai, si torna chiedere che il Comune di Como abbia un suo rappresentante all’interno del Consorzio dell’Adda, cioè nell’ente che si occupa di regolare afflussi e deflussi dell’acqua del lago grazie al sistema di dighe, come quella di Olginate. Nel consorzio, infatti, non c’è nessun esponente rappresentativo di Palazzo Cernezzi.

«Al lago di Como manca una guida morale»
«Nel Consorzio dell'Adda, anche i Comuni rivieraschi»

(M. Cast.) «Como deve avere un ruolo di guida morale sul lago, per non subìre più tutte le conseguenze negative di una regolazione che non tiene conto né della città, né dei paesi rivieraschi»: è l'osservazione del professor Ennio Fietta, nato e cresciuto a Sant'Agostino, studioso delle esondazioni e dei problemi collegati.
Como si difende con opere da 14 milioni di euro, aumentando il margine antiesondazioni di 40 centimetri.
Non può dire che difende se stessa senza preoccuparsi delle conseguenze sul Pian di Spagna e sui paesi rivieraschi. Sono contrario alle paratìe: Como respinge le acque che invaderanno località più a Nord
Gli studi dicono che non sarà così. Ma ammesso che lo sia, qual è l'alternativa per scongiurare esondazioni?
Ho studiato a lungo il problema nell'ambito di ricerche archeologiche: fino al '400, salvo qualche eccezione nel periodo romano, Como non conosceva le esondazioni. Temeva, piuttosto, il Cosia. Poi, hanno costruito il ponte Visconti sull'Adda, s'è creata una strozzatura e il deflusso è più lento perché trova un ostacolo strutturale. L'ipotesi di uno scolmatore a lato non era stata concretizzata, ma perfino gli Austriaci avevano dragato il letto dell'Adda per consentire più scorrevolezza alle acque.
Il problema del ponte Visconti è stato esaminato un milione di volte. Ma non si può abbattere un manufatto del 1400.
Infatti: a me avevano detto che senza argini a Lecco, l'Adda avrebbe potuto allagare Lodi. Però, ci sono le dighe del Consorzio dell'Adda a valle, a Olginate e qui sta il punto: com'è regolato il lago e a beneficio di chi. Solo degli utenti della pianura.
I quali, tra colture estive ed energia idroelettrica, producono per dieci milioni di euro al giorno: è possibile farne a meno, soprattutto in tempi di crisi?
Ma Como ha solo danni che nessuno ripaga.
Si tratta di calamità naturale.
No, non è così. La regolazione deve tener conto di tanti elementi, non solo delle previsioni metereologiche. In questo momento solo allo Stelvio, sono caduti 30 centimetri di neve. Si scioglierà e finirà nel lago di Como: anche di questo bisogna tener conto, per valutare i quantitativi che confluiranno nel bacino».
I dati delle precipitazioni negli ultimi giorni sono da diluvio.
Ma quando sono state aperte le dighe di Olginate? Il Consorzio dell'Adda deve aprire le dighe prima che si metta a piovere e su questo punto Como si deve far valere per questione di dignità. La voce di Como e del lago non c'è, nel Consorzio.
Veramente, è rappresentata l'amministrazione provinciale.
Con il Consorzio dell'Adda, anche i Comuni del lago devono avere voce in capitolo. Una voce più forte e che rappresenti le esigenze di tutti: con l'ingegner Felice Rusconi che per anni ha seguito i problemi di invaso e di svaso del lago, mi ero recato ad una riunione con i sindaci dell'Alto Lago che volevano trattare direttamente con il Consorzio, riuniti in Comitato.
Poi Como aveva ricevuto i finanziamenti per il nuovo lungolago e per le paratie.
Ma funzioneranno? Una gestione corretta del lago: è l'unico modo perché tutti ne abbiano beneficio».

martedì 15 luglio 2008

Perchè l'acqua DEVE restare pubblica...

... pubblichiamo l'appello del Comitato comasco per l'acqua pubblica.
Visita il sito http://www.acquabenecomune.org/ per maggiori informazioni sulla campagna del Forum italiano dei movimenti per l'acqua.

Facciamo seguito all'incontro tenutosi lo scorso 29 maggio a Como, dal titolo "Gestione pubblica dell'acqua in provincia di Como", organizzato come COMITATO COMASCO PER L'ACQUA PUBBLICA, in merito alla Società Patrimoniale COMO ACQUA s.r.l..
In vista della votazione nei Consigli Comunali del Protocollo d'Intesa per la società patrimoniale, in allegato vi trasmettiamo le nostre OSSERVAZIONI AL PROTOCOLLO D’INTESA PER L’ADESIONE ALLA SOCIETA’ PATRIMONIALE COMO ACQUA s.r.l. Vi ricordiamo che il termine indicato dall'ATO per deliberare (60 gg dal 16 giugno, quindi 16 agosto) NON è un termine di legge ma solo un'indicazione discrezionale della presidenza dell'ATO.
Vi invitiamo a inoltrare le osservazioni allegate a tutti i Sindaci e Consiglieri di vostra conoscenza.

Cordiali saluti
Roberto Fumagalli, Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull’Acqua


OSSERVAZIONI AL PROTOCOLLO D’INTESA PER L’ADESIONE ALLA SOCIETA’ PATRIMONIALE COMO ACQUA s.r.l.
La presidenza dell’ATO di Como ha sottoposto in queste settimane ai Comuni della provincia di Como la proposta di delibera per l’approvazione nei Consigli Comunali del Protocollo d’Intesa per l’adesione alla società patrimoniale Como Acqua s.r.l..
Dalla lettura dei documenti, scaricabili dal sito dell’AATO di Como
(www.provincia.como.it/pls/provinciacomo/url/ITEM/4F7A102828111D12E040000A02013B9F),
è esplicita l’intenzione dell’ATO di allinearsi totalmente al dettato della Legge Regionale n. 26/2003, così come modificata dalla L.R. 18/2006 (1). Questo allineamento riguarda nello specifico le parti in cui la legge permette l’ingresso dei privati nella società patrimoniale (2) e prevede la separazione obbligatoria delle gestione delle reti e degli impianti dall’erogazione del servizio idrico (quest’ultima, secondo la stessa legge, dovrà essere messa a gara e pertanto privatizzata!) (3).
Giova ricordare che contro tale legge regionale è pendente il ricorso (presentato dal Consiglio dei Ministri nell’ottobre 2006) alla Corte Costituzionale, proprio in merito alla presunta incostituzionalità dell’obbligo di separazione gestione/erogazione e dell’obbligo di messa a gara dell’erogazione stessa.
Inoltre contro la stessa legge è stato presentato un Referendum abrogativo parziale (4), proposto da ben 143 Comuni della Lombardia, di cui 12 della provincia di Como. Col Referendum (che si dovrebbe tenere a primavera 2009) si chiede l’abrogazione:
1) della possibilità di ingresso dei privati nella società patrimoniale (è proprio il caso della provincia di Como),
2) dell’obbligo di separazione gestione/erogazione,
3) dell’obbligo di messa a gara dell’erogazione.

Se verrà approvato il Protocollo d’Intesa per la società patrimoniale Como Acqua s.r.l. nella versione proposta dall’ATO, si può ben dire che in tema di acqua la provincia di Como rischia di diventare la punta più liberista della Lombardia e, forse, d’Italia. Infatti si rischia di privatizzare non solo l’erogazione, ma anche la proprietà e la gestione delle reti e degli impianti!
Alla luce di quanto sopra, proponiamo quanto di seguito indicato.
Protocollo d’Intesa della Società “Como Acqua s.r.l.” – proposta di emendamenti
Il Protocollo d’Intesa predisposto dall’ATO, è teso a preparare la strada all’ingresso dei privati nella società patrimoniale Como Acqua s.r.l.. Infatti in più parti della premessa e dell’articolato, si afferma enfaticamente che, in futuro, nella società potrebbero entrare soci privati.
In particolare gli artt. 3, 4 e 5 del Protocollo, sono propedeutici all’ingresso dei privati.
Onde evitare ogni e qualsiasi riferimento all’ingresso (anche futuro) dei privati nella società patrimoniale Como Acqua s.r.l., si propone il seguente EMENDAMENTO ALL’ART. 3:
Sostituire l’intero testo dell’art. 3 (Compagine sociale), con il seguente testo:
“Obbiettivo condiviso da tutti i sottoscrittori è quello di mantenere la compagine sociale
totalmente pubblica, mediante la partecipazione alla società degli enti locali e delle loro
società a totale capitale pubblico. In ogni caso non è consentita la partecipazione, anche
futura, di soggetti privati.”
Le stesse considerazioni devono essere previste per l’art. 4 (Aumento del capitale sociale), pertanto si propone il seguente EMENDAMENTO ALL’ART. 4:
Sostituire l’intero testo dell’art. 4 (Aumento del capitale sociale), con il seguente testo:
“I sottoscrittori si impegnano a deliberare in assemblea straordinaria un eventuale aumento
del capitale sociale. L’aumento verrà strettamente riservato ai soci e liberato dai soci stessi
mediante conferimento di reti, di impianti e rami d’azienda necessari per la gestione e
l’erogazione del servizio idrico integrato d’intervento.”
Considerato che l’art. 5 (Modifica dello Statuto) riguarda solo ed unicamente eventuali future modifiche attinenti all’ingresso dei privati, si propone la totale ABROGAZIONE DELL’ART. 5:
Abrogazione dell’intero testo dell’art. 5 (Modifica dello Statuto).
Statuto della società “Como Acqua s.r.l.” – proposta di emendamenti
Lo Statuto della società Como Acqua s.r.l., prevede che l’oggetto sociale sia la sola gestione delle reti e degli impianti e non l’erogazione del servizio; infatti all’art. 3 (Oggetto sociale) si precisa:
“3. La società che ha per oggetto le seguenti attività provvede:
alla gestione delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni patrimoniali, strumentali all’erogazione del servizio idrico integrato dell’Ambito Territoriale Ottimale di Como, e ad ogni altra attività relativa al servizio idrico integrato consentita dalla legge, intendendosi per servizio idrico integrato l’insieme delle attività di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, fognatura e depurazione delle acque reflue, nonché di analisi delle acque.…”
Onde permettere che la società patrimoniale possa occuparsi anche dell’erogazione del servizio, si propone il seguente EMENDAMENTO ALL’ART. 3:
Nel primo paragrafo dell’art. 3 (Oggetto sociale) dopo le parole “…dell’Ambito Territoriale Ottimale di Como,”, si aggiunge la seguente frase: “e, dove non vietato dalla legge, all’erogazione del servizio idrico integrato dell’Ambito Territoriale Ottimale di Como,”
Lo Statuto prevede inoltre che il capitale sia detenuto solo da soggetti pubblici; infatti all’art. 5 (Capitale) si precisa: “Il capitale della società è interamente detenuto da Comuni, da enti pubblici locali o società di capitali partecipate interamente da capitale pubblico aventi oggetto sociale attinente o afferente al settore del servizio idrico integrato.”
Onde assicurare che tale vincolo verrà rispettato anche in futuro, si propone il seguente
EMENDAMENTO ALL’ART. 5:
Al secondo paragrafo dell’art. 5 (Capitale) dopo le parole “…servizio idrico integrato.”, si aggiunge
la seguente frase: “Non è consentita, nemmeno in futuro, la cessione di quote o l’ingresso nel
capitale a soggetti diversi da: Comuni, enti pubblici locali o società di capitali partecipate
interamente da capitale pubblico.”
Il nostro invito è quello di presentare tutti gli emendamenti di cui sopra, sia quelli al Protocollo d’Intesa che allo Statuto. Nel caso tali emendamenti non vengano ammessi o vengano respinti, il voto finale sulla delibera dovrà essere contrario.
Roberto Fumagalli, Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull’Acqua
info: roberto@circoloambiente.org

Note:
(1)
Con Delibera n. 6 del 26.02.2007, l’ATO di Como ha approvato il “Protocollo di Intesa” con la Regione Lombardia, per
l’applicazione della Legge Regionale n. 26/2003, così come modificata dalla L.R. 18/2006.
(2)
Nella Legge Regionale n. 26/2003, come modificata dalla L.R. 18/2006, si afferma che la proprietà delle reti e degli impianti
può essere conferita a una società interamente posseduta dai comuni e non cedibile a soggetti privati; poi nel comma successivo
si afferma che “possono partecipare alle società di capitali … anche soggetti diversi dagli enti locali”; in pratica anche
eventuali aziende private (che risultavano già proprietarie di impianti) potranno entrare nelle società patrimoniali.
(3)
Nella Legge Regionale n. 18/2006, col termine gestione si intende: la realizzazione degli investimenti e la manutenzione
straordinaria programmata sulle reti e impianti; col termine erogazione si intende: la manutenzione straordinaria non
programmata e la manutenzione ordinaria, la gestione di acquedotti, fognature e depuratori, il controllo della qualità dell’acqua
potabile, il controllo degli scarichi dei depuratori, gli allacciamenti, i contratti con gli utenti e la bollettazione.
(4)
La proposta di Referendum chiede l’abrogazione di 3 punti della Legge Regionale n. 18/2006: 1) presenza dei privati nella
società patrimoniale; 2) obbligo di separazione gestione/erogazione; 3) messa a gara (privatizzazione) dell’erogazione.
Il testo del Referendum è scaricabile da: www.circoloambiente.org e da www.comune.colognomonzese.mi.it

Aggiornamento rassegna stampa locale

La Provincia, martedì 8 luglio 2008

Pioggia a catinelle: il livello del lago fa paura
Allagata Sant’Agostino, disagi nel traffico con una corsia chiusa
Timori per le precipitazioni in Valtellina dopo 5 anni di siccità

In 24 ore, il lago è ingrassato per 36 milioni di metri cubi d’acqua e d’un colpo solo, lunedì pomeriggio, sotto il nubifragio, ne ha messi su 15 milioni. Non sarebbe successo niente se il bacino non fosse già stato ai limiti delle sue capacità: per giunta, ha piovuto sul bagnato e che pioggia, uguale a quella dell’alluvione della Valtellina del 1987. Ma 21 anni fa, era durata di più e aveva provocato ben altri disastri e purtroppo anche morti. Stavolta, il lago – collettore di un bacino imbrifero di 145 Kmq ha raggiunto i bordi, è fuoriuscito, ha allagato il marciapiede e s’è spinto fino a metà della corsia esterna, con un primo effetto, quello pattumiera. In tre ore, ieri mattina, gli uomini di Acsm Ambiente hanno raccolto 20 tonnellate di rifiuti, sopratutto legname e plastica, «ma sono mesi e mesi - afferma l’assessore comunale all’ecologia, Diego Peverelli - che siamo impegnati a raccattare pattume convogliato verso la città. E’ uno stillicidio quotidiano, oneroso per la Società e per il Comune».
Secondo effetto, i disagi al traffico: una corsia parzialmente chiusa, gli autoveicoli utilizzano la corsia interna e quella riservata agli autobus. I vigili di presidio al semaforo presso l’imbarcadero devono avere occhi davanti ed antenne dietro. Pedoni e biciclette sbucano dall’angolo di piazza Cavour e se non c’è il vigile a dire «Alt, attenzione», rischiano di finire contro le auto in arrivo da Sant’Agostino. Anche i mezzi che procedono contromano sulla corsia riservata ricorrono a supplementi d’attenzione: verso le 11.30, ieri mattina, è sopraggiunto un camion dei vigili del fuoco con sirena e lampeggianti e s’è dovuto far largo nel traffico che cercava di restringersi.


La Provincia, martedì 8 luglio 2008

Oltre un milione in sei mesi per consulenze e incarichi

Nel secondo semestre del 2007 il Comune ha affidato 181 collaborazioni esterne
Si va dai 112mila euro per il collaudo delle paratie ai 18mila per gli irrigatori

Un milione 207mila (per la precisione 1.207.628 euro) per consulenze e incarichi affidati dal Comune di Como nel secondo semestre del 2007. Nel primo semestre, invece, la cifra era stata di 557mila euro. Nell’intero 2007, quindi, le spese per incarichi esterni sono pari a un milione e 700mila euro. Una parte consistente è quella degli incarichi per i servizi sociali (circa 380mila euro). Si va dai 27mila euro di Laura Capelli a quelli di Barbara Iorio, ai 37mila di Giovanna Lulli, ai 32mila a Maria Cristina Molteni ai 34mila di Adriano Sampietro. Per il «collaudo statico e tecnico-amministrativo in corso d’opera e finale» delle paratie l’incarico è pari a 122mila euro. Spulciando l’elenco si trovano 11.360 euro alla società Refe per «perfezionamento della stesura bilancio sociale di mandato». Alla Consel, invece, vanno 22mila euro per la Notte Bianca. Per il rilievo topografico per la Borgovico bis 20mila euro allo studio Margottini mentre alla società Integra vanno 17.280 euro per il monitoraggio dell’inquinamento elettromagnetico.


La Provincia, mercoledì 9 luglio 2008

Piazza Cavour finisce a mollo e altri guadagnano con l'elettricità
Agli impianti idroelettrici a valle +10% di acqua rispetto all'anno scorso

COMO Il livello del lago è in discesa, ma rimane sulla soglia d’attenzione: all’idrometro ufficiale oscillava sui 110 cm sopra lo zero, mentre l’immissario principale, l’Adda, resta gonfio, ben oltre la normalità a Morbegno e a Fuentes, con un apporto intorno ai 400 metri cubi al secondo. L’uscita è superiore del 20% e le dighe di Olginate restano completamente spalancate. Schivata l’esondazione, è il momento dei conti e spunta il dubbio che tutto il traffico dell’acqua di questi mesi abbia avvantaggiato i gestori dei bacini idroelettrici. Lo dicono i grafici dell’Autorità di Bacino del Po: dall’inizio dell’anno, settimana dopo settimana, le dighe di montagna hanno continuato a riempirsi ed ora sono al 70% della loro capacità, pari a 360 milioni di metri cubi d’acqua. Ha piovuto di più ed hanno invasato di più. Ma stanno anche turbinando di più, cioè stanno mandando acqua agli impianti idroelettrici sub lacuali attraverso l’Adda e, stando al grafico, almeno il 10% in più di acqua rispetto all’anno scorso, alternativa al petrolio e ad altre fonti energetiche in discussione. Lo stanno facendo adesso: da marzo a metà giugno, ne hanno impiegata meno rispetto a un anno fa. In primavera, dunque, ha fatto scorta il Consorzio dell’Adda, in previsione di una stagione di siccità e la previsione s’è rivelata fallace. E hanno fatto scorta i gestori dei bacini per produrre e vendere energia in estate. Poi ha piovuto, è stata immessa acqua per le turbine, è arrivato il nubifragio che ha lasciato il posto a un altro su un territorio già imbevuto d’acqua e su un lago che rappresenta il 3% di tutto un bacino imbrifero. Sull’altare del sacrificio per acqua alta, è finita la città di Como, l’anello più debole della catena e che non è rappresentata da nessuna parte, né presso l’Autorità di bacino del Po, né presso il Consorzio dell’Adda, né presso i gestori.

Esondazioni, Consorzio sotto accusa (M.Cast.) Anche le alborelle erano state oggetto di contesa tra l'amministrazione provinciale e il Consorzio dell'Adda: le escursioni del lago, alto o basso, troppo cresciuto o troppo diminuito, spazzavano via le uova ittiche e l'ente veniva indennizzato con sette o ottomila euro l'anno per mancata schiusa di pesci.
Nel "lago dei conflitti" ci sta anche la causa alborelle, mute come pesci. Parlano, invece e da più di dieci anni, le carte giudiziarie: 22 operatori di piazza Cavour e della sponda occidentale ed orientale avevano chiesto i danni da esondazione al Consorzio dell'Adda per inadempienze sulla regolazione. Lo fecero nel 1993, ma il giudice di Menaggio e il giudice di Como respinsero il ricorso per incompetenza: non era materia da tribunale ordinario, bensì da tribunale superiore delle acque presso la Corte d'Appello di Milano. Infatti, nel 1997, dopo la rispettiva esondazione dell'anno, fu presentato all'Organo competente e lì giacque. O meglio, pende: è una causa complicatissima, ormai sarebbero rimasti in tre a chiedere il risarcimento per esondazioni epocali, di cui la tracimazione di lunedì è solo una pallida immagine. Il problema: furono calamità naturali o ci fu un responsabile? Sembra non sia facile dar risposta alla domanda, al di là dei tempi lunghi della giustizia civile. Le posizioni: l'intervento è stato effettuato e, infatti, senza intervento, i danni sarebbero stati maggiori, con l'acqua fino in via Diaz, come nel 1664. Versione della controparte: se fosse stato effettuato prima, l'acqua non sarebbe arrivata a m. 2,70 o a 2,90. Ma si sono rivolti al giudice amministrativo anche i gestori dei bacini alpini, contro l'ordinanza che, negli anni della siccità, imponeva loro il rilascio e si sono sentiti dire che rilasciavano solo quando conveniva loro, cioè quando potevano vendere energia idroelettrica al prezzo più alto. E quindi, speculavano sulle scorte, anche quando il lago era a secco. Non è speculazione, è prudenza: niente acqua, niente energia. Circola addirittura voce sulla disponibilità a cedere energia idroelettrica in esuberanza all'estero, piuttosto che scontare bollette da infarto, ma di voci ne circolano centomila e di realtà ce n'è una sola: Como sta investendo 14 milioni di euro per la "difesa passiva dal lago", le paratie e per rifare il lungolago. Lo sottolinea l'assessore Fulvio Caradonna, chiudendo così un secolo di carte e di carte bollate tra Comune di Como e Consorzio. C'è un carteggio di non modesta altezza tra Palazzo Cernezzi e l'Ente Regolatore del Lago di Como, ente pubblico non economico che ha sempre respinto le accuse di una gestione sbilanciata sulle esigenze della pianura irrigua:«Preoccupatevi, piuttosto, della vostra subsidenza», è sempre stata la risposta. Città più bassa del lago: abbassare il lago o alzare la città? Le hanno provate entrambe. Quando hanno abbassato il lago, è crollata la Regina. Quando hanno alzato Piazza Cavour, il lago è uscito lo stesso. I lavori in corso a lago, è sicuro l'assessore, risolveranno tutto.






giovedì 10 luglio 2008

Siamo tutte e tutti Rom

Presidio contro il razzismo e le leggi xenofobe
sabato 12 luglio ore 15
piazza Vittoria
L'UAI (Unione Associazioni di Immigrati) di Como e alcune associazioni antirazziste comasche invitano ad un presidio/assemblea per il ritiro del pacchetto sicurezza, per il ritiro della norma che prevede la schedatura dei rom, per la regolarizzazione di tutti gli immigrati che già vivono in italia, per la libera circolarizzazione di tutti, per rimuovere gli ostacoli burocratici che rendono precaria la vita degli immigrati. Nel corso della manifestazione l'Arci promuoverà l'iniziativa Siamo tutte e tutti rom, con la raccolta di impronte digitali di cittadine e cittadini che saranno inviate al ministro Maroni

Siamo tutte e tutti Rom

Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha annunciato che non retrocederà di un millimetro dalla sua decisione, «l'indecente proposta razzista di prendere le impronte digitali ai bambini rom», come viene definita da Famiglia Cristiana.

Anche il Commissario europeo alla sicurezza Jacques Barrot ha ricordato che «non ci possono essere discriminazioni nei confronti dei rom». E Maroni ha dovuto convocare una riunione per convincere il prefetto Mosca, uno dei tre commissari ai rom nominati dal ministro, ad adeguarsi alle sue direttive.

Contro le modalità con cui verrà attuato il “censimento” nei campi nomadi c'è un'indignazione diffusa, espressa da associazioni, cattoliche e laiche, italiane e internazionali, da donne e uomini – intellettuali, giornalisti, politici, – cittadine e cittadini che organizzano nelle proprie città azioni di protesta.

La “schedatura” voluta dal governo evoca nelle cittadine e nei cittadini democratici ricordi di un passato che speravamo sepolto per sempre.

Fermiamo questo scempio della democrazia.

Sabato 12 luglio nell’ambito del Presidio – contro il razzismo e le leggi xenofobe, per il ritiro del pacchetto sicurezza, per la regolarizzazione di tutti gli immigrati che già vivono in Italia, per la libera circolazione di tutti, per rimuovere gli ostacoli burocratici che rendono precaria la vita degli immigrati – indetto dall’UAI (Unione Associazioni di Immigrati), che si terrà a partire dalle 15, in piazza Vittoria a Como organizzeremo una schedatura volontaria e pubblica.

Verranno raccolte le impronte digitali di cittadine e cittadini che vorranno così esprimere la loro ferma opposizione alle direttive del ministro degli Interni.

Le firme verranno inviate, tramite il Prefetto di Como, al ministro Maroni con un messaggio esplicito: Siamo tutte e tutti Rom.

Arci Como