giovedì 28 agosto 2008

Cosa succede in città?

La Provincia, lunedì, 11 agosto 2008
Piazza Cavour minacciata dalla falda acquifera
Nei giorni scorsi acqua chiara ha parzialmente invaso il salotto di Como.

C'è chi teme che il fenomeno possa essere collegato con i lavori per le paratie

C'è una falda che spaventa piazza Cavour. Nei giorni scorsi dell'acqua proveniente dal sottosuolo ha cercato di venire in superificie e di allagare il salotto di Como. In parte ci è anche riuscita. Salvo, poi, ritirarsi e asciugarsi. Ma la preoccupazione rimane. Il fenomeno è un segnale che non può essere sottovalutato. L’assessore alle Grandi opere, Fulvio Caradonna, ha rassicurato: «Il fenomeno apparso in piazza Cavour è causato da una falda che in questo periodo è insolitamente alta. Si tratta di un problema che è stato riscontrato anche in altri punti della città, ma non è imputabile in nessuno modo alla costruzione delle paratie». C’è chi teme che con la prosecuzione dei lavori davanti a piazza Cavour e con la creazione delle vasche di laminazione la falda possa trovare un ostacolo insormontabile e che cerchi di aggirarlo sfociando in superficie allagando la città. Attraverso la pavimentazione. Cosa che, del resto, è già avvenuta proprio nelle scorse ore. A mettere in guardia da questo rischio e a esortare l’impresa che esegue i lavori delle paratie affinché non trascuri questo aspetto, è stato più volte il consigliere dell’opposizione, nonché geologo, Mario Lucini.

La Provincia, martedì 12 agosto 2008
Acqua in piazza Cavour

"Era solo un tubo rotto" L'ufficio stampa del Comune smentisce che il cantiere per le paratie possa avere determinato la fuoriuscita d'acqua dalla pavimentazione del "salotto buono"

COMO - Nessuna falda sotterranea. La causa dell’allagamento di piazza Cavour che verificatosi tra sabato e domenica sarebbe la conseguenza di un guasto alla rete idrica. Ieri i tecnici di Acsm si sono messi al lavoro proprio per cercare di riparare il tubo rotto che ha causato la fuoriuscita di acqua dal sottosuolo proprio nel bel mezzo del salotto buono di Como, facendo pensare a un inatteso ingrossamento della falda che scorre sotto il centro città. Le operazioni di riparazione dovrebbero durare non più di qualche giorno. Ma quello che conta è che, secondo quanto comunicato dall’ufficio stampa di Palazzo Cernezzi, il cantiere delle paratie non ha nessuna colpa.

La provincia, sabato 16 agosto 2008
Danni alle paratie
Colpa di pioggia e vento Decine di interventi dei vigili del fuoco in città e in provincia. Allagato Viale Varese, cadono piante al parco Negretti

COMO - L'assessore ai lavori pubblici minimizza, ma la tromba d'aria che a Ferragosto ha spazzato la città ha provocato danni anche all'interno del cantiere per le paratie. Le cosiddette "palancole" hanno ceduto su un fronte di circa quattro, cinque metri. Da ieri sono in azione grosse pompe che rigettano a lago l'acqua accumulatasi nell'invaso. Guai anche nel resto della città: un allagamento senza precedenti si è verificato in viale Varese - con acqua fino al polpaccio - mentre i vigili del fuoco hanno eseguito decine di interventi per assicurare alberi pericolanti. Una pianta si è abbattuta al suolo nel recinto del parco Negretti di Rebbio, un'altra è caduta, sempre in viale Varese, su un'auto in sosta. Non si registrano, per fortuna, feriti.

Acqua pubblica... siempre!

COMITATO COMASCO PER L’ACQUA PUBBLICA
COMUNICATO STAMPA

Il Comitato Comasco per l’Acqua Pubblica plaude all’iniziativa della Provincia di Como, ma chiede interventi contro la privatizzazione dei servizi idrici
Provincia di Como: Ok al Progetto H2O, ma l’acqua non deve essere privatizzata! COMO – Il “Comitato Comasco per l’Acqua Pubblica” plaude all’iniziativa dell’Amministrazione Provinciale di Como per il Progetto H2O, ma allo stesso tempo chiede che il servizio idrico non venga privatizzato.

Come Comitato Comasco per l’Acqua Pubblica sosteniamo l’iniziativa dell’Assessorato all’Ambiente di Villa Saporiti per l’installazione di 15 distributori di acqua in altrettanti comuni comaschi. Sicuramente il progetto va nella giusta direzione: promuovere di bere l’acqua di rubinetto, che spesso è più controllata e quindi sicura rispetto alle acque in bottiglia. Col vantaggio ecologico di evitare il trasporto delle bottiglie e lo smaltimento della plastica, che poi finisce negli inceneritori. Ma il Comitato Comasco per l’Acqua Pubblica denuncia il grave rischio di privatizzazione che incombe sul servizio idrico a livello provinciale. Nel 2007 l’ATO di Como (formato dalla stessa Provincia e dai 162 comuni comaschi) ha deciso di mettere a gara l’erogazione dei servizi idrici, ovvero la conduzione di acquedotti, fognature, depuratori. In questo modo l’acqua di tutta la provincia verrà di fatto privatizzata! Infatti alla gara, che sarà bandita a livello europeo, avranno sicuramente la meglio i colossi multinazionali dell’acqua come Suez o Veolia (che hanno privatizzato l’acqua in mezzo mondo). La stessa azienda comasca ACSM è quotata in Borsa ed è legata ad A2A, a sua volta consociata con la multinazionale francese Suez. Lo stesso rischio di privatizzazione sussiste per la nuova società patrimoniale dell’acqua, denominata “ComoAcqua s.r.l.”, costituita dalla Provincia e, nella fase successiva, dai comuni. Se è vero che la nuova società nasce pubblica, non altrettanto vero è che lo resterà in futuro. Infatti nelle linee-guida che sono state proposte in votazione ai consigli comunali, si prepara la strada all’ingresso dei privati nella società patrimoniale! Quello che chiediamo all’Amministrazione Provinciale è coerenza: non è sufficiente promuovere l’acqua del rubinetto, se poi la stessa acqua verrà di fatto erogata da una multinazionale, che avrebbe a cuore il profitto e non la qualità del servizio idrico né una bollettazione socialmente tollerabile per le fasce più deboli della popolazione. L’impegno prioritario della Provincia e di tutti i Comuni deve essere quello di impedire la privatizzazione dell’acqua, assicurando che gli acquedotti siano gestiti in maniera efficiente senza che nessuno possa speculare alle spalle dei cittadini. L’acqua è un bene comune che deve restare in mani pubbliche al 100%.
COMITATO COMASCO PER L’ACQUA PUBBLICA info@circoloambiente.org

La "love boat" comasca continua...

La provincia, venerdì 1 agosto 2008

Paratie
Maxi conto al battello gelateria: mezzo milione
È il risarcimento danni chiesto dal Comune per il ritardo accumulato
dal cantiere a causa di una catena

Il Comune di Como ha trasmesso alla titolare del battello gelateria
dei giardini a lago, Cristina Caramelli, una consistente richiesta di
risarcimento danni.
L'amministrazione vuole cinquecentomila euro per il ritardo accumulato
dal cantiere per le paratie a causa delle resistenze opposte dai
titolari della gelateria, che peraltro si erano anche rivolti al Tar
della Lombardia per avere accesso agli atti, volendo verificare la
regolarità dei progetti. Lo scorso giugno gli operai della Sacaim, la
ditta preposta alla realizzazione delle paratie, hanno chiesto ai
titolari del battello il via libera per spostare (salvo poi rimetterla
al suo posto) una grossa catena che "ancorava" la struttura
galleggiante.
La risposta fu un secco no, tale da determinare il blocco dei lavori
sul lato giardini, riprendendo la posa delle cosiddette "palancole" (le
lamelle d'acciaio che servono per bloccare l'acqua) soltanto verso
piazza Cavour. Non si trattava, ovviamente, di una faccenda da poco. Il
Comune prese carta e penna e scrisse ai titolari del bar auspicando, in
via "bonaria", più miti consigli. Ogni giorno di ritardo accumulato
rischiava di costare circa cinquemila euro.
Esaurita la fase preliminare del carteggio - notificate cioé le
richieste a suo tempo definite "bonarie" e quelle meno accondiscendenti
di vera e propria diffida - Palazzo Cernezzi ha presentato il conto.

Un conto davvero da nababbi, che sul battello si apprestano a
rispedire, ovviamente, al mittente. Probabile, quasi certa, una contro
richiesta altrettanto cospicua, come lasciano chiaramente intendere gli
avvocati Luigi Sirtori e Bruno Bianchi, legali della società battello
gelateria.
Del resto la gelateria è stata duramente penalizzata dal rifacimento
del lungo lago, a tratti addirittura «cancellata» dal panorama
commerciale cittadino. Si prevede in ogni caso che la vertenza si
trascini per molto tempo ancora. Difficilmente il Comune avrà i suoi
cinquecentomila euro in tempi brevi.

venerdì 1 agosto 2008

Continuano le proteste dei cittadini per il cantiere...

[paratìe]
Via Puecher e il lungolago non sono un autodromo

Egregio direttore,
vi pongo un quesito al quale forse lei saprà dare risposta.
Vorrei sapere se la Ditta SACAIM preposta alla costruzione delle paratie ha vinto l'appalto anche per trasformare in un autodromo la via Puecher e la via Lungo Lago Mafalda di Savoia.
In questo tratto, oltretutto pedonale, dove camminano bimbi anziani e turisti, sfrecciano Fiat Punto sponsorizzate dalla Ditta mettendo a repentaglio chi vuol godersi quel poco di passeggiata lasciata dal cantiere.
Talvolta in modo anche sgradevole, tanto da arrivare ad insultare una mamma che si è permessa di rimproverare un "pilota".
A me sta bene che debbano rispettare i tempi di lavoro, però non mettendo a rischio l'incolumità altrui. Grazie.
Giovanni Piazza
Como

(gi.gan.) Caro Piazza,
l'Amministrazione comunale lavora senza freni.

La provincia, giovedì 31 luglio 2008

Il lago straripa fino al parlamento

La provincia, giovedì 31 luglio 2008

Il lago straripa fino al parlamento
L'esondazione arriva fino in Parlamento
Interrogazione della Lega a Montecitorio.
Il ministro: «Serve una diversa politica di tutela del suolo»

L'esondazione di piazza Cavour (350mila euro di danni diretti e 2 milioni per quelli "indiretti") è arrivata ieri pomeriggio in Parlamento e, più precisamente, nell'aula di Montecitorio. Durante il cosiddetto "question time" (il Governo fornisce verbalmente risposte alle interrogazioni dei deputati) con diretta televisiva, il ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito ha dato una serie di chiarimenti al documento presentato dai deputati della Lega Nord, tra cui i due comaschi Nicola Molteni ed Erica Rivolta. Nel dettaglio i parlamentari chiedevano gli impegni che Palazzo Chigi intende assumere «per la difesa del suolo e per il suo finanziamento, in collaborazione con la Regione Lombardia, di un nuovo programma per la messa in sicurezza e il riassetto idrogeologico del territorio della Valtellina e delle zone adiacenti, nelle province di Sondrio, Lecco, Como e Bergamo». Nel testo letto in aula è stato fatto esplicito riferimento alla «fuoriuscita del lago a Como per mezzo metro oltre la soglia di esondazione» e alla necessità di una serie di opere per evitare tragedie come quella del 18 luglio 1987 in Valtellina. Dal canto suo il ministro Vito ha rassicurato i parlamentari garantendo l'impegno del Governo «nel fronteggiare situazioni di emergenza», ma ha contestualmente ammesso la necessità di interventi «sul fronte della prevenzione con una diversa politica per la difesa del suolo attivando tutte le possibili sinergie con gli Enti locali». Vito ha ripercorso le fasi della legge Valtellina (1991, 2001 e 2003) e ha annunciato un «impegno da parte del ministero dell'Ambiente e di quello dell'Economia per velocizzare le procedure per l'autorizzazione alla riprogrammazione e al riutilizzo delle economie accertate a conclusione degli interventi previsti dal piano di difesa nonché a completare tempestivamente l'iter di valutazione dei progetti regionali di difesa del suolo». Tradotto: più soldi e velocità. «Fondamentale - commenta Molteni - è la prevenzione. Le conseguenze dell'integrazione del fondo Valtellina, in grado di garantire interventi a lungo termine, avranno effetti anche su Como. È necessario non occuparsi di una fascia territoriale spesso e volentieri sottoposta a situazioni difficili solo in situazioni contingenti, ma con una visione più ampia per evitare di trovarsi nell'emergenza. Sappiamo che la Regione si sta facendo parte attiva ed è necessaria collaborazione con Governo ed enti locali».
Gisella Roncoroni