venerdì 22 gennaio 2010

progetto paratie: «Perché la variante non è mai stata approvata?»

La provincia 21 gennaio 2010

Interpellanza in Comune. «Perché la variante non è mai stata approvata?»

L'opposizione non intende allentare la morsa sul sindaco Stefano Bruni e sulla sua
amministrazione. L'obbiettivo continua a essere quello di inchiodarli alle loro eventuali responsabilità per avere permesso la realizzazione del muro del lungolago. Il sindaco ha 30 giorni di tempo per rispondere a un'interpellanza, presentata a nome di tutti i gruppi di minoranza, che va dritta al nocciolo della questione: il muro è frutto di una variante che non è mai stata approvata dal responsabile unico del procedimento (Rup), Antonio Ferro. Per quale motivo? Dal centrosinistra si parla di «un fatto gravissimo che dovrebbe interessare la Corte dei conti». Il muro, come è ormai noto, secondo il progetto approvato doveva avere dimensioni e altezze diverse. In poche parole, doveva essere più piccolo garantendo una maggiore visibilità del lago. L'interpellanza, depositata l'altro giorno, afferma nelle premesse che «la variante 2009 al muro antiesondazione ha comportato un aumento dell'altezza del muro stesso, apportando una sostanziale modifica al progetto» e che in base alla legge 554 del 1999, articolo 134 comma 9, le ?perizie di variante sono approvate dal responsabile unico del procedimento?. Dal sindaco, dall'ex assessore alle Grandi opere Fulvio Caradonna e dallo stesso direttore dei lavori delle paratie, Antonio Viola, sono arrivate alcune spiegazioni che però non hanno assolutamente soddisfatto l'opposizione che torna a chiedere, questa volta nero su bianco, per Ferro non abbia ottemperato all'obbligo previsto dalla legge «visto che la variante in questione non può essere certamente ricondotta a quella tipologia sottratta all'approvazione del Rup desumibile dalla norma del codice dei contratti che recita testualmente: «Non sono considerati varianti ai sensi del comma 1 gli interventi disposti dal direttore dei lavori per risolvere aspetti di dettaglio». Insomma, quella parte di muro realizzata in difformità dal progetto approvato, non sarebbe un dettaglio.
Tutt'altro. La consigliera di Lista per Como, Roberta Marzorati, ha anticipato in aula il contenuto dell'interpellanza affermando che la mancata approvazione da parte del Rup «è una cosa gravissima, una cosa da corte dei conti, che potrebbe avere ripercussioni molto serie. Se una variante non è approvata non si possono fare neanche i relativi pagamenti sulla variante stessa che non può essere sanata». Se Bruni non risponderà entro 30 giorni l'interpellanza diventerà argomento di discussione in consiglio comunale. Potrebbe essere l'occasione per l'ennesimo scontro tra opposizione e maggioranza sul muro del lungolago.
Dario Alemanno

martedì 19 gennaio 2010

paratie sempre più inutili, sempre più insensate

Ecoinformazioni 19 gennaio 2010

CONSIGLIO COMUNALE/ COMO) Attimi di sensatezza con la solidarietà ad Haiti nella seduta di lunedì 18 gennaio. Poi di nuovo inesorabilmente muro che intanto rimane al suo posto e paratie sempre più inutili sempre più insensate.
«Come mai non si è attenuto all’obbligo di destituire il responsabile dei lavori delle paratie?» ha chiesto Roberta Marzorati, Per Como, al sindaco nelle preliminari al Consiglio comunale di lunedì 18 gennaio riferendosi alle dimissioni dell’ingegner Ferro votate dall’Assemblea di Palazzo Cernezzi.

Marcello Iantorno, Pd, ha presentato una mozione, depositata agli atti, per destinare a programmi di cooperazione con Haiti in seguito al disastroso terremoto che l’ha colpita bloccando nel «bilancio di previsione annuale 2010 un importo fino all’0,80 per cento della somma dei primi tre titoli delle entrate».
Il consigliere democratico ha quindi chiesto di rispettare un minuto di raccoglimento per le vittime haitiane.
Dopo il momento di silenzio è così ripreso il dibattito sulle mozioni sulle paratie.

Marco Butti, capogruppo Pdl, ha velocemente esposto la propria mozione per impegnare il sindaco a relazionare sull’avanzamento dei lavori. Giampiero Ajani, Lega, ha presentato il proprio emendamento parlando del problema della subsidenza, chiedendo inoltre di «valutare la soluzione di predisporre difese mobili contro le esondazioni». «Non trovo nulla di quanto dice Ajani nello scritto che ha proposto» ha precisato Mario Lucini, Pd, seguito da Donato Supino, Prc, «voi della Lega non potete stare in Giunta e poi fare opposizione!», che ha poi ribadito scherzosamente il concetto in dialetto comasco concludendo: «avete de assessori!». Vittorio Mottola, Pd, ha quindi letto l’emendamento Ajani sottolineando la scollatura tra quanto affermato pubblicamente e lo scritto, «non c’è scritto nulla. È una situazione paradossale» ha precisato Bruno Magatti, Paco.
«Quali sono le vere ragioni per cui non avete abbattuto il muro» ha domandato Vincenzo Sapere, Gruppo misto, che ha aggiunto avrebbe votato solo un emendamento contenente una sfiducia al sindaco.
Bruni è intervenuto per precisare che «le competenze del sindaco sono solo del sindaco», sottolineando la propria autonomia pur seguendo gli indirizzi assembleari.
Emendata dalla maggioranza la mozione è stata approvata mentre parte delle minoranze sono uscite, il Pd si è diviso in due, seguendo Lucini: «non parteciperò al voto perché si tratta di una questione interna alla maggioranza con una premessa indirizzata alla Lega a cui viene approvato un emendamento generico».
Il Consiglio è passato così alla mozione proposta dal Pd e dai banchi del Pdl Pasquale Buono ha chiesto una votazione per punti.
Il primo voleva «salvaguardata la eccellenza paesistica e ambientale del luogo», il secondo voleva «mantenere gli indirizzi di tenere unite e coordinate la fase della progettazione ed esecuzione con quella della ideazione degli arredi e quindi di voler procedere alla soluzione in modo globale e comunque coordinato», l’ultimo chiedeva di «comunicare in modo tempestivo al Consiglio le misure decise, i tempi e i costi delle loro realizzazioni».
Forte l’opposizione al documento, e alle sue premesse, di Butti che ha parlato di «utilizzo strumentale del parere del sovrintendente Artioli».
Dopo varie disquisizioni procedurali alla votazione la maggioranza si è presentata in ordine sparso nonostante le indicazioni di voto contrarie e la mozione è stata approvata.
«Si è creato un mostro giuridico – è stata la recisa reazione di Claudio Corengia, Pdl – da quando si è deciso di votare per punti singole parti delle mozioni, senza una votazione finale complessiva, passano degli elaborati in cui il singolo punto è condivisibile ma le premesse assolutamente no».
Viva la soddisfazione fra l’opposizione espressa per bocca di Luca Gaffuri: «è passato che la fase progettuale e esecutiva debbano essere affrontate in una maniera globale e coordinata, contro le indicazioni del presidente della Regione Lombardia». Concorde Butti «è stato sconfessato il giudizio ed il parere della Conferenza dei servizi».
Secco il parere contrario del sindaco alla proposta di Supino di eliminare le paratie e soprattutto per la richiesta di sostenere l’ingresso di un esponente del Comune all’interno del Consorzio dell’Adda per salvaguardare la città dalle piene del lago. «Una ridicola – per il primo cittadino, che ha aggiunto – il contenuto va al di là delle leggi vigenti e delle mie competenze e non potrò adempiere all’incarico». «È inaudito – ha esclamato Alessandro Rapinese, Area 2010 – il sindaco afferma di non voler eseguire quanto il Consiglio dispone!».
Gaffuri ha invece spiegato che la proposta è stata sostenuta in Regione anche da esponenti del Pdl.
Al voto la maggioranza ha bocciato le proposte di Supino.

L’assemblea ha quindi iniziato la discussione su un nuovo complesso immobiliare da edificarsi in via Muggiò a ridosso del’area di via Cumano, che ha già visto l’approvazione di un importante, per le volumetrie, intervento.
Nella presentazione il sindaco ha dato i numeri del’intervento: 24 mila mq, 7211 mc per due condomini di 14,70 m di altezza. Le aree standard, 1.296 mq, verrebbero monetizzate quasi completamente (ricavando poco più di 187 mila euro, tranne 143 mq utilizzati per creare un passaggio pedonale.
Data l’ora la discussione è stata rimandata alla prossima seduta consiliare. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

mercoledì 13 gennaio 2010

Como -consiglio comunale 11 gennaio 2010 ancora muro

Ecoinformazioni 12 gennaio 2010


Nella seduta dell’11 gennaio 2010 la maggioranza promette: il muro giù a febbraio. La Lega si smarca sul muro: quota di difesa più bassa e responsabilità. Le opposizioni si dividono: Dario Valli, Magatti e Supino rimangono in aula e assicurano il numero legale, gli altri se ne vanno.



Movimentate preliminari al Consiglio comunale di lunedì 11 gennaio. Vittorio Nottola, Pd, ha lamentato il proliferare dei colombi a Sagnino chiedendo di prendere provvedimenti, «fanno i nidi anche nella canne fumarie con i disagi conseguenti», scatenando la reazione ed un battibecco con il padre del consigliere Luigi Bottone, Gruppo misto, che era fra il pubblico e che ha difeso i volatili esponendo un cartello, prontamente fatto togliere dalla polizia locale, che individuava nelle buche il vero problema del quartiere.

«Cosa è stato fatto per l’Abruzzo?» ha chiesto invece Marcello Iantorno sempre del Pd, che ha poi incalzato sulla situazione delle buche stradali causate dalla neve, anche dopo un grave incidente che ha visto coinvolta una persona in viale Giulio Cesare, «dovete intervenire immediatamente!».

Donato Supino, Prc, è ritornato alla gara d’appalto per la raccolta dei rifiuti dopo che l’assessore al verde gli aveva di rivolgersi alla magistratura se aveva notizia di quacosa d’irregolare: «Peverelli ha dichiarato in aula che non avrebbe presenziato ala gara di appalto, quindi qualche dubbio ce l’ha anche lui!».

Il Consiglio è così iniziato, in diretta televisiva, riprendendo il dibattito sulle mozioni presentate da maggioranza e opposizioni sul sistema di paratie a lago. Un ordine del giorno rispettato solo a tratti data la presentazione di una nuova variante di progetto da parte del sindaco nella seduta precedente che ha volente o nolente spinto molti consiglieri ad interrogarsi su questa nuova prospettiva o sulle paratie in generale, stimolando i consiglieri Vincenzo Sapere, Gruppo misto, e Massimo Serrentino, Pdl, a chiedere di ritornare all’ordine.

Il primo a prendere la parola è stato Alessandro Rapinese, Area 2010, che ha chiesto chi ha deciso le varianti e quanto è stato speso sinora, recriminando «nessuno ci aveva detto che ci avrebbero tolto la vista del lago».

«Quello presentato non può definirsi un progetto – ha dichiarato Giampiero Ajani, Lega – è una semplice dichiarazione di intenti», tra l’altro, ha rimarcato il capogruppo del carroccio, «non si vede chi è l’estensore. Non c’è la firma». Ajani ha così ribadito la necessità dell’abbattimento del muro «prima delle elezioni» e ha chiesto l’abbassamento della soglia di difesa da 200.30, una cretinata per il consigliere visti i livelli delle maggiori piene del lago, a 200,00.

Roberta Marzorati, Per Como, ha chiesto precisazioni sulla variante, chiedendo lumi soprattutto sull’assetto fognario e denunciando «si era detto che il direttore dei lavori sarebbe stato pagato alla fine a me risulta che abbia già ricevuto un compenso».

«A febbraio il muro verrà eliminato» ha affermato, tra l’altro, Gianluca Lombardi, Pdl, a cui è toccata la difesa del progetto e delle varianti.

Bruno Magatti, Paco, ha esposto la propria mozione che chiedeva l’impegno del Consorzio dell’Adda a rispettare un range di oscillazione del livello del lago, l’abbassamento della soglia dei 200.30 e il coinvolgimento nella riprogettazione «delle molte risorse culturali e progettuali presenti nel territorio comasco». A questa proposta il consigliere della rondine ha aggiunto quattro emendamenti, per un intervento modulare contro le esondazioni, per la salvaguardi dei tigli del lungolago, del molo di S. Agostino e per assicurare da eventuali problemi creati dalla subsidenza le strutture vicine al fronte lago perché «le modifiche della falda modificano la subsiidenza». Marco Butti, Pdl, l’ha poi definita «una mozione meritevole di approfondimento per alcuni punti».

Mottola, dopo una bagarre col presidente Pettignano su una livella, mostrata per spiegare delle rilevazioni sul cantiere fatte, ha precisato diverse “sbavature” dei rendering proposti come quello di non far vedere precisamente l’allaccio fra la passeggiata e la strada, coperto da persone e da macchine, oltre ai dossi per rallentare il traffico ipotizzati e già smentiti: «non sono anche questi cartoni animati, come il sindaco aveva definito quelli della Provincia?».

Mario Lucini, Pd, avvalendosi dell’ausilio di alcune slide ha chiesto alcune precisazioni, come i giorni di sospensione del cantiere, ribadendo la certezza delle lesioni agli edifici prospicienti, proponendo, se dovesse essere approvata l’ultima variante, di abbassare la “gobba” nel mezzo della passeggiata su cui erano inserite le paratoie a ventola per far meglio vedere il lago.

Chiarezza sulla variante è stata chiesta da Luca Gaffuri, Pd, «le varianti sono del 5 per cento, ma il responsabile Viola ha detto che si poteva arrivare al 70 per cento, presenteremo un’interrogazione per avere chiarimenti».

Contrariato anche Emanuele Lionetti, Lega, «io sapevo che il muro doveva già essere abbattuto, ora mi si dice a febbraio…», che ha chiesto di individuare le responsabilità per tutti gli errori commessi. Anche Pasquale Buono, Pdl, ha esordito con un «sarò critico finché non avrò visto abbattuto il muro».

Ha denunciato la sudditanza dalle decisioni milanesi Bruno Saladino, Pd, che ha denunciato «il marchingegno multimediale della scorsa seduta è costato 4 mila euro!».

Più circostanziato l’architetto Dario Valli, Area 2010, «Quale concorso di idee avete intenzione di fare? Il primo lotto quando sarà finito? Mi è stato risposto quando sarà stata posata la pavimentazione. Quindi sarà fatto un concorso internazionale per decidere quali panchine e cestini mettere? Una selezione per scegliere dal miglior catalogo i migliori cestini della spazzatura?».

Dopo la proposta del presidente Pettignano, in sostituzione dell’assente Pastore, il Consiglio ha votato di proseguire ad oltranza la seduta, con i soli voti della maggioranza.

Aperta la discussione sugli emendamenti alla mozione Magatti il sindaco si è detto favorevole ad alcuni, perché «non chiuso in una orgogliosa difesa, ma viceversa alla ricerca di soluzioni migliori», quello sulla modulazione e quello per la salvaguardia delle piante. Dopo un ulteriore modifica proposta da Supino. Sono stati votati, e sono passati, gli emendamenti, di cui uno risistemato per essere gradito al sindaco e la mozione definitiva per punti, bocciata la parte di premesse sgradita al primo cittadino.

Dato lo sfilacciamento tra le fila della maggioranza che aveva chiesto di rimanere ad oltranza le minoranze, tranne Paco, Prc e Valli, hanno abbandonato l’aula per far venire meno il numero legale.

I tre presenti hanno permesso di proseguire il dibattito e le votazioni sulla mozione Magatti. Alla fine della quale, quando avrebbero dovute essere affrontate le successive mozioni, il presidente del Consiglio, contrariamente alla decisone presa di proseguire la seduta ad oltranza ha dichiarato sciolta l’assemblea. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

mercoledì 6 gennaio 2010

acqua a Como - assemblea AATO 11.01.2010 - presidio

COMITATO COMASCO PER L'ACQUA PUBBLICA

COMUNICATO STAMPA

Lunedì 11 gennaio alle ore 16, presso Villa Gallia - sede della Provincia di Como - si riunisce l'assemblea dell'AATO di Como, cioè l'assemblea dei sindaci incaricata di prendere decisioni sulla gestione dell'acqua nel territorio della provincia di Como.

Pur non essendo all'ordine del giorno la discussione sulla gestione dell'acqua, il Comitato Comasco per l'Acqua Pubblica chiede ai sindaci di prendere posizione contro il rischio di privatizzazione dell'acqua.

Infatti, l'ATO di Como, nel 2007, aveva deciso di separare la gestione delle reti dall'erogazione del servizio e di affidare l'erogazione tramite gara, ovvero consegnare l'acqua nelle mani dei privati!
Nel frattempo si è dato vita alla società patrimoniale ComoAcque e si era pronti a bandire la gara per l'affidamento dell'erogazione. Così, oltre a dover renumerare due consigli di amministrazione, rimaneva a carico della società pubblica la realizzazione degli investimenti infrastrutturali, gli interventi di ristrutturazione e valorizzazione, mentre ai privati andava la bollettazione (le entrate) e la sola manutenzione ordinaria.
Ma di recente la Corte Costituzionale, con sentenza 307/2009 del 16/11/2009, ha dichiarato incostituzionale la separazione della gestione della rete idrica dall'attività di erogazione dell'acqua.
Pertanto in provincia di Como occorre adesso revocare le decisioni già prese e fermare la gara per l'affidamento del servizio, altrimenti si rischierebbe di esporsi a ricorsi per illegittimità.
Ed è paradossale che, in questa fase, ci si stia affidando ai dirigenti della Regione Lombardia, cioè a coloro che hanno scritto una legge rilevatasi incostituzionale.
Il Comitato Comasco per l'Acqua Pubblica denuncia anche il contenuto dell'art. 15, votato a novembre dal Parlamento, che vorrebbe consegnare l'acqua di tutta l'Italia nelle mani delle grandi multinazionali, magari straniere.
Un rischio che corre anche la provincia di Como nel caso si perseveri nella decisione di mettere a gara i servizi idrici.
Il Comitato Comasco per l'Acqua Pubblica chiama a raccolta i cittadini e gli amministratori pubblici che vogliono difendere l'acqua dalle speculazioni del mercato.
La priorità è quella di fermare la gara e di impostare un nuovo percorso di affidamento diretto della gestione ed erogazione dei servizi idrici ad aziende totalmente pubbliche, come per altro consentito dalla legge.
Per questo organizziamo un presidio davanti a Villa Gallia - via Borgovico 148 - lunedì 11 gennaio alle ore 15.30 per far sentire ai sindaci la voce di chi non condivide la strada della privatizzazione dell'acqua.


per il COMITATO COMASCO PER L'ACQUA PUBBLICA
Edi Borgianni
edi5@inwind.it
Roberto Fumagalli
roberto@circoloambiente.org
Enzo Arighi
attacchighi@alice.it

domenica 3 gennaio 2010

appuntamenti dicembre 2009

lunedì 21 dicembre ore 20.30
Consiglio Comunale
con parte dedicata al
nuovo progetto

Un nuovo progetto per inutili paratie ... chi pagherà cosa

INTERROGAZIONE

Il sottoscritto consigliere

A CONOSCENZA CHE:

Nel mese di novembre 2009 si è svolto un incontro a Como riguardante la presentazione del nuovo progetto per la barriera anti-esondazione del lago di Como che prevederebbe nuove paratie mobili al posto di quelle fisse, con relativo taglio del discusso muro di cemento armato (con la parte interrata che resta a difesa del passaggio dell'acqua);

A CONOSCENZA INOLTRE CHE:

A tale incontro ha partecipato il presidente della Regione, Roberto Formigoni, insieme al presidente della Provincia, Leonardo Carioni, al sindaco di Como, Roberto Bruni, e all'assessore regionale al Territorio e urbanistica, Davide Boni.

VISTO CHE:

Il progetto definito "migliorativo", dal presidente Formigoni, "e che in via definitiva crea le condizioni per la sicurezza idraulica della città e valorizza il bene lungolago, frutto del lavoro e della piena collaborazione tra Regione, Comune e Provincia" prevede in dettaglio: che le nuove paratoie saranno in parte automatiche (per circa 300 metri), sollevabili idraulicamente quando necessario, e in parte manuali (per 400 metri circa), montate su guide appositamente predisposte; che il nuovo piano calpestabile - in corrispondenza di piazza Cavour - sarà realizzato a una quota inferiore rispetto a quella prevista originariamente, per tutelare maggiormente la vista lago; che i parapetti in muratura previsti in corrispondenza dei "moli" laterali di piazza Cavour saranno sostituiti completamente da parapetti trasparenti, con guide per l'inserimento di pannelli mobili.

VISTO INOLTRE CHE:

Le nuove opere comporteranno un costo aggiuntivo dichiarato di 2,1 milioni di euro, allo scopo di migliorare gli aspetti problematici, come è stato per il "muro" parzialmente realizzato, che il presidente ha definito senza mezzi termini "un grave errore". Formigoni ha inoltre dichiarato che il progetto delle paratie di Como sarà rivisto e i lavori di modifica, costo € 2 milioni e 100, saranno interamente a carico della società che attualmente ha in carico i lavori per le opere di difesa idraulica.


TENUTO CONTO CHE:

In un primo momento era stato affermato che i costi aggiuntivi per la rimozione, totale o parziale del “muro” sarebbero stati sostenuti anche da Regione Lombardia con numerose polemiche facenti seguito al fatto che essendo la colpa del costo aggiunto imputabile al sindaco e alla giunta di Como non si accettava che a pagare fossero i cittadini, tramite gli EE.LL., Comune, Provincia o Regione che fossero;


TENUTO CONTO INOLTRE CHE:

E’ stato dichiarato dal sindaco di Como che: "Entro il mese di dicembre sarà predisposto il progetto esecutivo" a cui poi seguirà l’avvio dell'iter autorizzatorio, con la conferenza dei servizi e l'approvazione della perizia di variante, per arrivare entro febbraio all'avvio dei nuovi lavori;


SI INTERROGA L’ASSESSORE AL TERRITORIO E URBANISTICA


Per sapere:

· Se effettivamente i costi saranno coperti interamente dalla società che esegue i lavori (SACAIM) e, nel caso, se e cosa tale società ha ricevuto in cambio.

· Se i tempi di realizzazione dell’opera e i costi relativi corrispondano ad una stima veritiera o ad un’approssimazione molto generica.


Milano, 16 dicembre 2009

Carlo Monguzzi