lunedì 28 settembre 2009

Bruni: il muro sarà abbatuto

Al termine delle preliminari del consiglio comunale di lunedì 28 settembre 2009 Bruni si assesta sulla promessa dell'abbattimento del muro (dopo aver sentito Formigoni)

Appuntamenti ottobre 2009


giovedì 29 ottobre 2009
ore 20.30 per la chiusura
secondo consiglio comunale segreto

lunedì 26 ottobre ore 20.30
seduta a porte chiuse in consiglio comunale
seduta segreta

20 ottobre voto per le mozioni
lunedì 19 e martedì 20 ottobre ore 20.30
ultime puntate in consiglio comunale

giovedì 8 ottobre ore 20.30
seconda puntata consiglio comunale

lunedì 5 ottobre ore 20.15
consiglio comunale a Palazzo Cernezzi
con all'O.d.G. le paratie

domenica 4 ottobre ore 17
maifestazione pubblica
presso i giardini a lago di Como

Appunti

Anno 1998: nei progetti appare il muro anche se di dimensioni inferiori alla variante in opera attualmente

Manifestazione di domenica 27 settembre 2009

Il lago oscurato

La piazza caccia le bandiere

Sul lago protesta bipartisan
Centinaia di comaschi ieri di fronte al muro per chiedere che sia abbattuto
Tra la folla politici di tutti gli schieramenti, ma è la gente comune a prevalere

Centinaia di comaschi si sono dati appuntamento poco distanti dal muro per la maxi manifestazione partita da facebook e che ha visto la partecipazione di numerosi cittadini comuni e anche volti noti (dal segretario della Cisl Fausto Tagliabue al presidente della Canottieri Enzo Molteni) e di esponenti politici (parecchi i consiglieri comunali di opposizione, ma c’erano anche Stefano Molinari del Pdl e Luigi Bottone ex Udc mentre di passaggio si è visto anche Pasquale Buono del Pdl e l’ex consigliere leghista Lucio Grammatica).
«Sono qui come comasco - dice Enzo Molteni - e mi spiace per il tentativo di dare connotazione politica (si riferiva alle bandiere sventolate da alcuni esponenti di Rifondazione, che le hanno poi ripiegate, ndr) ma tengo alla mia città e sono veramente confuso per quanto sta accadendo. Il lago è un bene primario ed mi auguro che adesso abbattano tutto il muro, perché non basta abbassarlo». Con un microfono il consigliere regionale e capogruppo del Pd Luca Gaffuri, con a fianco il egretario provinciale Luca Corvi e quello cittadino Stefano Legnani, parla di «opera inutile e dannosa» e di «cittadini indignati e increduli» e ricorda che «le immagini dello scempio stanno facendo il giro del mondo» e chiede le dimissioni del sindaco e dell’assessore alle Grandi opere Fulvio Caradonna. Dall’altra parte dello spiazzo c’è Stefano Molinari (ex An): «Quello che stanno realizzando è sicuramente qualcosa che non hanno presentato in questo modo. Bisogna ritornare al progetto del ’94 che prevedeva le paratie mobili e senza impatto. Non ci sono dubbi: il lago va visto dappertutto, dalla strada e dal marciapiede opposto. In più anche dalla diga foranea è un disastro». Molinari, con alle spalle un’esperienza di lungo corso in consiglio comunale, ammette di «non aver mai visto una mobilitazione simile in città e questo deve far riflettere chi mi sembra non voglia farlo». Al microfono parlano consiglieri comunali e anche l’ex senatore Luciano Forni: «Questo è frutto del metodo di confonde l’amministrare con il comandare. Fanno quello che vogliono e c’è pure mancanza di educazione viste le risposte date ai cittadini». I giovani del Pd con il responsabile Alessandro Briccola espongono striscioni e manifesti contro il muro indossando magliette con la scritta "Bruni va a cà". «Ho preso coscienza dello scempio - dice la deputata del Pd Chiara Braga - e questo è a tutti gli effetti un "ecomostro" (come lo aveva definito l’assessore alla Cultura Sergio Gaddi, ndr). Ho ricevuto telefonate da amici che risiedono in altre città e si dicono sconvolti. Adesso ciascuno si prenda le sue responsabilità e ovviamente chiedo che il sindaco si dimetta. Non c’è iustificazione e se Bruni avesse buon senso ascolterebbe la città perché non si è mai vista così tanta gente: sono contenta che in quest’occasione i comaschi abbiamo deciso di indignarsi in questo modo».
Nello spiazzo davanti al Tempio Voltiano che, per qualche ora, sembra il viale di Washington con le proteste che si vedono nei film, si radunano più di cinquecento persone a cui vanno però aggiunte quelle che si fermano sul lungolago, davanti alle finestre e a studiare i cartelloni che illustrano il progetto delle paratie dove, però, si vede solo un muretto e non un muraglione. Una mobilitazione fatta di famiglie, di volti noti (di sinistra, ma moltissimi di destra), di pensionati, di dipendenti comunali, del Sant’Anna, architetti e medici, studenti e imprenditori. Di tanta gente comune unita dal «no al muro» e dalla volontà di ottenere l’abbattimento della colata di cemento che oscura il lago. Una mobilitazione che, a Como, non si era mai vista.


Gisella Roncoroni

Bruni ... annuncia: giù il muro

La Provincia 28 settembre 2009

Bruni parla con Formigoni
Poi annuncia: giù il muro

Il muro sul lungolago
Una città contro il muro
COMO Sarà abbatuto. Il muro che oscura la vista del lago tanto contestato da avere provocato una sollevazione popolare, sarà abbattuto. Lo ha annunciato il sindaco di Como Stefano Bruni. «Il muro era previsto dal progetto delle paratie del lungolago, ma non ci sarà più - sostiene Bruni in una dichiarazione rilasciata nel pomeriggio alla stampa -. Nei prossimi giorni saremo in grado di fornire i dettagli tecnici ma il muro verrà abbattuto. Dovrà essere sostenuto un certo costo, tuttavia la Regione è con noi. Ho parlato questa mattina con Roberto Formigoni e il presidente sostiene questa ipotesi; è questa la priorità». Bruni aveva già annunciato la scorsa ettimana in consiglio comunale che il muro in cemento sarebbe stato ridotto, poi però aveva escluso una ridiscussione del progetto. Lunedì la svolta, dopo il colloquio con il presidente della Regione, che partecipa finanziariamente al progetto di costruzione delle paratie antiesondazione.

domenica 27 settembre 2009

Cosa c’è di giusto nelle paratie di Como?

COMUNICATO STAMPA - Territorio Precario

Cosa c’è di giusto nelle paratie?

Le paratie sono tornate alla ribalta, come Territorio Precario abbiamo più volte manifestato il nostro dissenso per un’opera costosa e inutile se non dannosa; le esondazioni degli ultimi decenni non sono state drammatiche, andiamo incontro a un periodo di mutamenti climatici che, oltre a rendere inutile il sistema di prevenzione delle esondazioni del lago, attivano i rischi opposti relativi all’innalzamento della falda superficiale per effetto proprio delle paratie.
Sorge un dubbio: i lastroni di piazza Cavour e via Fontana che dopo anni di tranquilla vita hanno, recentemente, “deciso” di sollevarsi o sprofondare hanno forse a che fare qualcosa con le paratie?
I rilievi su cui si basa il progetto risalgono ad anni or sono, non ci sono, in particolare, dati sul fenomeno della subsidenza e sulle relative quote delle falde sotterranee dal 1990 ad oggi e cioè per un periodo di quasi vent’anni; l’assetto idrogeologico del sistema bacino lacustre sarà necessariamente disturbato e il fenomeno della subsidenza potrebbe creare non pochi problemi allo scorrimento delle paratoie metalliche mobili di piazza Cavour.
Negli anni sono state proposte varie soluzioni meno invadenti e costose di cui, le amministrazioni che si sono succedute, non hanno tenuto alcun conto.
Certo, con le paratie sarà possibile innalzare di un metro il livello del lago aumentando così le riserve idriche a servizio del Consorzio dell’Adda e dell’uso a fini irrigui ed industriali, ma la cosa si sarebbe potuta ottenere con una differente regolazione del regime delle quote del bacino lacustre.
Si tratta, invece, dell’ennesima cementificazione che ferisce il lago utilizzando soldi pubblici, fondi Valtellina e della Comunità Europea, che avrebbero potuto essere investiti per altre e utili opere idrauliche per la salvaguardia delle sponde del lago.
In questo caso la salvaguardia si ottiene “eliminando” le sponde!
Il muro e i pilastri, da quattro del progetto iniziale portati a quattordici!, fanno cadere anche l’ultima giustificazione: la riqualificazione del lungo lago.
Siamo quelli del “no”. Ora è evidente come oggi le “grandi opere” non hanno la propria radice nel miglioramento delle condizioni di vita, in realtà significano “semplicemente” indurre nuove occasioni di affari assoggettandovi tutte le risorse. Meno male che qualcuno ha il coraggio di dire dei no!

Territorio Precario
http://noparatie.blogspot.com/

Dietrofront, il sindaco vuole il muro


La Provincia 27 settembre 2009
il lago oscurato

Dietrofront, il sindaco vuole il muro

Parte del Pdl, Lega e opposizione: «Abbattere e rivedere il progetto». Bruni: «No a modifiche radicali»

Una «revisione radicale del progetto» che significa l'abbattimento del muro (non la semplice riduzione) e la ricerca di soluzioni che abbiano un impatto zero sulla vista lago. Lo chiede la Lega Nord, lo chiede gran parte del Pdl (dal coordinatore cittadino Stefano Rudilosso all'ex An Stefano Molinari, da Pasquale Buono al presidente del consiglio Mario Pastore al consigliere regionale Gianluca Rinaldin, lo chiedono Luigi Bottone, Carlo Ghirri ed Emanuele Lionetti (ormai un ex lumbard), lo chiede tutta l'opposizione, dal Pd ad Area 2010. Tutti, in sintesi, dicono che non basta ridurre il muro di qualche decina di centimetri.
Ma il sindaco, Stefano Bruni, esclude modifiche sostanziali. «Mi facciano la richiesta - ha detto ieri al termine dell'ennesimo sopralluogo sul cantiere - e tutto è possibile a questo mondo. Il progetto però è approvato, appaltato e finanziato. Quindi il progetto è questo. Ogni eventuale correzione può essere valutata e vediamo le idee che vengono fuori. Correzioni radicali? Assolutamente no». Il sindaco ha anche escluso che ci saranno muri verso piazza Cavour (lo prevede il progetto): «Nessun muro verso piazza Cavour» ha ripetuto due volte. Gran parte del Pdl non si accontenta della riduzione del muro. «Arrivati a questo punto - dice il coordinatore cittadino Stefano Rudilosso - non si possono abbozzare soluzioni. Si deve trasformare l'ecomostro in qualcosa di meno impattante possibile perché il paesaggio è il patrimonio indisponibile di cui siamo custodi. Il consiglio comunale non ha mai visto il progetto, ma adesso dobbiamo capire cosa è successo e vedere le responsabilità tecniche e politiche in modo collegiale da parte di tutti». Progetto da rivedere drasticamente? «Assolutamente va rivisto drasticamente - dice Rudilosso - non ci sono dubbi. Non si possono trovare palliativi. Serve una soluzione che deve essere invisibile e che valorizzi lago anziché oscurarlo». Il capogruppo Pdl Marco Butti: «Tutti devono assumersi le proprie responsabilità e si deve lavorare per preservare il paesaggio. Bisogna tornare al progetto delle paratie mobili». Idem Pasquale Buono: «Sicuramente va rivisto anche perché il 100% dei comaschi non vuole un muro più basso, vuole che si abbatta il muro interamente». E anche per la collega Federica Simone: «Va tolto, il lago si deve vedere. Anche dalla strada». «È opportuna una revisione radicale e capire il progetto iniziale - dice Stefano Molinari (Ex An) - e bisogna trovare una soluzione che elimini l'impatto. Il muro va abbattuto completamente, ridurlo non basta. Ho pensato di dimettermi, mi trovo in difficoltà pur non avendo votato nulla. Dobbiamo tutti chiedere scusa alla città. Non ho dubbi sull'abbattimento: il rialzo del marciapiede, sommato al muro, è un disastro. E nel '94 non c'era». Il Carroccio era già stato chiaro: «Considerato che il progetto in fase di realizzazione non è stato sottoposto al nostro giudizio - dicono consiglieri, assessori e segreteria cittadina lumbard - né in consiglio comunale né in giunta e chiediamo che le soluzioni progettuali di protezione del lungolago siano realizzate con impatto tendente allo zero, come già previsto per la parte antistante piazza Cavour». «Va rivisto tutto perché preclude la vista - ha detto Emanuele Lionetti che con Ghirri e Bottone incontrerà il sindaco lunedì - Como è una delle città più belle d'Italia proprio per il lago. Nel progetto che avevamo visto non ci sono muri». Tutto da rifare anche per Luigi Bottone: «Abbassarlo non serve, va tolto». «Como può perdere il sindaco, ma non il lago - ha tuonato Alessandro Rapinese (Area 2010) - e il progetto va rivisto completamente perché deve essere Como compatibile». Chiarissimo anche Luca Gaffuri (Pd): «Va portato in consiglio comunale. Il muro deve sparire, si faccia la riqualificazione e si mettano da parte le follie».
Gi. Ro.

venerdì 25 settembre 2009

martedì 22 settembre 2009

lago oscurato - Como

La provincia 19 settembre 2009

Lago oscurato, bufera sul Comune

Sopralluogo della minoranza: «È uno scempio». Bruni ammette: «La visibilità non sarà come prima»




Vista a lago Per modo di dire

L'opposizione a Palazzo Cernezzi lancia in coro l'allarme: «Sul cantiere della paratie la situazione è preoccupante: è necessario un sopralluogo». Ec'è chi parla di «scempio».

L'altra sera, al termine della seduta consiliare, alcuni amministratori della minoranza sono andati a vedere di persona lo stato dei lavori del nuovo lungo lago, allertati dalla segnalazione di un lettore, pubblicata su «la Provincia», che denunciava la comparsa di un muro che oscura la vista del lago dal marciapiede e dalla strada. Il gruppo di consiglieri ha guardato attraverso le finestre della recinzione in legno che delimita il cantiere e si è convinto che qualcosa non va. Quei muri, che serviranno allo stesso tempo come panchine e come barriera contro l'esondazione, impediscono di scorgere il Lario.

Mario Lucini (Pd) ha richiesto con urgenza al presidente del consiglio Mario Pastore un sopralluogo all'interno del cantiere affinché vengano date sul luogo le opportune spiegazioni. «A vedere le paratie dall'esterno - ha commentato Lucini - l'impressione è agghiacciante, niente a che vedere con l'immagine da fiaba che è stata propinata ai cittadini sul sito internet del comune, dove le panchine di calcestruzzo arrivano alle ginocchia. Un'immagine che appare molto diversa da quanto previsto nel progetto. Sembrerebbe che il dislivello tra il marciapiede del lungo lago e la cima del muro che si sta realizzando sia si circa mezzo metro superiore rispetto a quanto indicato dal progetto. Ci auguriamo che ci siano spiegazioni e, soprattutto, un rimedio anche se non sono particolarmente ottimista al riguardo».
Il capogruppo del Pd, Luca Gaffuri, lancia un appello ai comaschi: «Sarebbe bene che i cittadini e quanti amano il lago si rechino a vedere quanto si sta realizzando. Io, quando l'ho visto, non ho potuto credere ai miei occhi. Sembra uno ?scempio?. In campagna elettorale avevamo sollevato il problema del rischio che le paratie, una volta alzate e in funzione, oscurassero il lago. Ma la vista del Lario viene nascosta già adesso, con le paratie abbassate. Bisogna subito fare delle verifiche. E chi si è assunto i meriti si dovrà assumere eventuali responsabilità».

Il capogruppo del Pdl, marco Butti, non critica la richiesta di un sopralluogo, ma invita comunque a smorzare i toni: «La priorità è che il cantiere non si fermi e si concluda entro i termini previsti. Non è il caso di alimentare polemiche. Ma se c'è questo desiderio di chiarimenti e di un sopralluogo so che l'assessore (Fulvio Caradonna, delega alle Grandi opere) non avrà alcun problema a concederlo». Intanto, ieri a sera in tv, il sindaco Stefano Bruni ha ammesso che sul lungolago «non ci sarà la visibilità che c'è oggi», precisando che il muro non sarà continuo, ma ci saranno «tre "isole" e tra l'una e l'altra si solleveranno le barriere antiesondazione». Sull'altezza del muro, ha parlato di «un metro e cinque», ovvero quella della seduta delle panche previste a progetto.

Dario Alemanno