mercoledì 1 dicembre 2010

domenica 8 agosto 2010

Paratie ancora accusa - crepe - ulteriori costi

La Provincia 5 agosto 2010

Sulle crepe ritardo assurdo quadro dei lavori catastrofico

COMO - Il patchwork nel cantiere delle paratie
Altri guai per le paratie
Un'altra estate di cantiere Paratie di nuovo sotto accusa
Crepe, il Comune si difende Ma la Regione non si fida
Benvenuti nella città turistica Ma che brutti biglietti

COMO La fine dei lavori della maxi opera delle paratie è un punto interrogativo. Nel 2009 avrebbe dovuto - seguendo il programma iniziale - essere concluso il primo lotto (dai giardini a piazza Cavour), nel 2010 il secondo (da Sant'Agostino a piazza Cavour) e nel 2011 l'intera passeggiata. Guardando la realtà, il primo lotto è ancora incompleto, il secondo è appena iniziato e si ritrova già a fare i conti con una modifica progettuale (da almeno 300-400mila euro) per evitare guai seri ai palazzi e alla strada circostanti e il terzo, ovviamente, è ancora un miraggio. Calendario alla mano rischia seriamente di slittare anche la conclusione dell'opera ipotizzata dal sindaco entro il 2012. Per rispettarla non ci dovrebbe essere nessun intoppo, ma le notizie degli ultimi giorni vanno in tutt'altra direzione.
Continua la levata di scudi sia in maggioranza che in minoranza dopo l'esplosione della grana "crepe". In pratica dall'impresa hanno segnalato i problemi di consolidamento che sarebbero risolvibili con due soluzioni: la posa di un nuovo palancolato oppure un nuovo muro di sostegno subacqueo. Senza questo intervento si rischierebbe di avere danni ben maggiori di quelli registrati all'hotel Metropole Suisse e nei locali adiacenti visto anche che nel tratto tra piazza Cavour e Sant'Agostino la distanza tra la riva e gli edifici è nettamente minore. Il costo dell'operazione è stato stimato da un minimo di 300mila euro a un massimo di 500-600mila e i soldi non sono disponibili in Comune.
«Ci siamo infilati in un ginepraio incredibile - tuona il presidente della commissione Urbanistica (Pd), il geologo Mario Lucini - e chiunque, con un minimo di cognizione di causa, non poteva non prevedere tutti questi problemi. È sconcertante innanzitutto che si siano fatte passare sotto silenzio denunce che venivano fatte sulle crepe al Metropole Suisse. Crepe comparse un anno fa. La situazione è sempre stata minimizzata dall'amministrazione salvo poi arrivare al terzo anno di attività del cantiere ad inventarsi procedure tecniche diverse per evitare danni. È semplicemente sconcertante anche se in linea con quanto accaduto in tutti questi anni. Il primo lotto avrebbe dovuto durare 14 mesi, sono passati due anni e mezzo e siamo lontani dal vederlo finito. Si procede a tentoni, basta vedere il concorso di idee che non si capisce perché sia stato fatto. Giorno dopo giorno emerge un quadro sempre più catastrofico».
Sceglie la linea dura anche il capogruppo del Pdl che, ormai come il resto della maggioranza, ha perso la pazienza. «Ho chiesto ufficialmente al sindaco un incontro di gruppo - dice - per far luce sia sul secondo lotto con tutti i problemi che stanno emergendo sia sul concorso di idee. Alla luce di quanto abbiamo sempre detto, vogliamo vederci chiaro rispetto a un progetto che riteniamo fondamentale per la città, ma che talvolta ci riserva spiacevoli sorprese. Uno degli elementi di chiarimento dovrà inevitabilmente essere quello delle crepe retrodatate (in tutta la zona attorno al Metropole, ndr) e cosa è stato fatto nel frattempo. Oltre a questo servono certezze su costi, tempi e sull'attuazione del concorso di idee».
Gisella Roncoroni

sabato 26 giugno 2010

La Ticosa come il muro

La Provincia 26 giugno 2010

La nuova Ticosa come il muro, non farà vedere Sant'Abbondio

La denuncia: «Modificato il progetto originario, ora c'è un palazzo alto ben 50 metri»
Tra gli aspetti positivi, citata la nuova viabilità, i parcheggi e il recupero del Santarella

«Si è parlato a lungo del famoso "cannocchiale visivo" verso Sant'Abbondio, ma nel nuovo progetto non c'è più. Di fatto avremo un muro di 30 metri sulla sinistra di via Grandi, scendendo. Un muro che sopravanza tutto il resto della città quantomeno di dieci metri. A Como, alzando la testa, si dovrebbe vedere quello che c'è intorno, è questo il bello della nostra città. Invece, con questo intervento, andiamo a privarci di una zona importante e della Spina Verde». È l'allarme lanciato in consiglio comunale dal presidente della commissione Urbanistica, Mario Lucini (nella foto tonda), che ha criticato il piano integrato di intervento predisposto per 'area ex Ticosa da Multi, la società che si è aggiudicata la gara per 'acquisizione del comparto.
«Non vedremo più Sant'Abbondio e, da via Milano e via Grandi, nemmeno la Spina Verde - ha aggiunto il capogruppo del Pd, Luca Gaffuri - perché la piazza, le abitazioni e i negozi saranno soprelevati, di fatto c'è un'alzata come al Dadone». Lo stesso Gaffuri ha chiesto lumi, giovedì sera, al consulente urbanistico di Multi, Marco Cerri, durante la presentazione del progetto in Sala Stemmi. Cerri ha spiegato che sarà impossibile vedere la basilica, aggiungendo però che «accadrebbe anche se si costruisse un palazzo di soli tre piani». A tenere banco, in realtà, è proprio la polemica sull'altezza degli edifici previsti nell'area dell'ex tintostamperia: «Solo dal parco sopraelevato vedremo la Spina Verde - ha detto in aula Lucini - Il muro in via Grandi separerà dal resto della città il nuovo quartiere, che non rappresenterà un elemento di collegamento col cimitero e con Sant'Abbondio, ma una cesura. Se guardiamo ad ovest, vediamo che c'è un danno rilevante per la città. E non perché il progetto sia brutto, semplicemente non è adatto al contesto. A Reggio Emilia o a Pavia magari andrebbe benissimo, a Como invece ci toglie una fetta di città».
«Il progetto con cui Multi vinse la gara - ha ricordato il presidente della commissione Urbanistica - prevedeva altezze di 18 metri e un unico fabbricato che arrivava a 32 metri. E proprio questa caratteristica era stata tra gli elementi presi in considerazione dalla commissione di gara per formulare il giudizio. La commissione sottolineava, infatti, che il progetto non avrebbe alterato in modo significativo il rapporto del nuovo quartiere con la città. Ma quel progetto è stato modificato e adesso abbiamo come minimo altezze di 29 metri e mezzo dappertutto, poi due elementi da 34 metri e un altro di 50 metri. Con questi cambiamenti, il progetto risulta del tutto fuori scala rispetto al contesto in cui va a inserirsi». Anche il presidente della commissione paesaggistica di Palazzo Cernezzi, Fulvio Capsoni, aveva parlato di «completo oscuramento di Sant'Abbondio» e in un documento aveva messo sotto accusa la torre di cinquanta metri prevista nel quartiere: «L'edificio - sottolineava - si pone proprio in allineamento con i campanili, guardando dall'asse di viale Roosevelt».
Nel suo intervento in consiglio comunale, Lucini ha denunciato anche una serie di «irregolarità» (riduzione della fascia di rispetto per i reticoli minori, assenza dell'indagine sismica di secondo livello per gli edifici pubblici, la sentenza del Tar lombardo che potrebbe invalidare le procedure seguite per la Vas) tali da rendere «non approvabile» in questa fase e in questi termini il piano integrato di intervento. Tra gli aspetti positivi, invece, ha citato «la nuova viabilità, i parcheggi pubblici, il recupero del Santarella». Mentre il consulente urbanistico di Multi, rispondendo alle domande dei consiglieri, ha spiegato che via Grandi, pur divenendo pedonale, conserverà il calibro odierno, cioè la larghezza di una strada a quattro corsie.

Michele Sada

lunedì 31 maggio 2010

La marina israeliana attacca dal mare e dal cielo la flottiglia della pace

ecoinformazioni

MITTENTE Donne in nero Como

DATA 31/05/2010 18.41

COMUNICATO STAMPA

È strage La marina israeliana attacca dal mare e dal cielo la flottiglia della pace. Presenza silenziosa delle Donne in nero a Como, in piazza San Fedele, mercoledì 2 giugno alle 17.

È con profondo sdegno e sgomento che abbiamo appreso questa mattina la tragica notizia dell'uccisione di 19 attivisti per la pace − membri della società civile internazionale, uomini e donne diretti verso la Striscia di Gaza − da parte dell'Esercito israeliano, che ha assaltato con un atto di pirateria il convoglio umanitario. Il nostro primo desiderio è esprimere tutto il dolore per le vittime e tutta la solidarietà agli attivisti che sono in mare.

La Freedom Flottilla − salpata da Cipro nei giorni scorsi per compiere una missione di pace, nel tentativo di rompere l’assedio imposto alla Striscia di Gaza, portando a bordo delle navi aiuti umanitari, materiali di prima necessità, cibo, cemento per la ricostruzione delle case dopo la distruzione causata dall'attacco israeliano "Piombo fuso" (dicembre 2008 - gennaio 2009) – è stata assaltata in acque internazionali in palese violazione della legalità internazionale, e del rispetto dei fondamentali diritti umani.

Israele ha mostrato ancora una volta che l’unica modalità che sa usare è quella militare, considerandosi, con arroganza, al di sopra delle leggi, in nome di un’impunità che troppo spesso gli è stata garantita dalla comunità internazionale disposta a non fare pagare il prezzo ad Israele delle sue violazioni.

«È un crimine contro l'umanità e la decenza quello di cui si è macchiata, colpendo un convoglio umanitario composto da attivisti e attiviste pacifici diretti verso la Striscia di Gaza per romperne l'assedio, che dimostra la realtà di un'occupazione militare che continua. La motivazione addotta che gli internazionali aiutassero Hamas è ridicola: chi aiuta la divisione dei palestinesi è chi continua a punire collettivamente la popolazione di Gaza con l'assedio e tutta la popolazione palestinese con l’occupazione militare.

Aveva ragione David Grossman – scrittore e pacifista israeliano – quando nel corso di una manifestazione nel quartiere di Sheik Jarrah, a Gerusalemme Est, contro l'espulsione di cittadini palestinesi dalle loro case da parte coloni israeliani, ha affermato che ormai Israele è come una pianta carnivora che divora anche se stessa.

Di fronte alla strage di civili compiuta da Israele, la comunità internazionale ed i governi del mondo prendano una posizione chiara ed inequivocabile, per dire basta una volta e per tutte all'impunità di uno stato che continua a perpetrare odio e violenza, violando continuamente il diritto internazionale e quello umanitario. Dia forza ed ascolti quelle voci che in Israele, insieme ai palestinesi, dicono che l'occupazione militare uccide tutte e tutti». Ha affermato Luisa Morgantini, già Vice Presidente del Parlamento Europeo, per conto dell’Associazione per la Pace.

Noi Donne in nero invitiamo ad aderire e a partecipare alla presenza silenziosa che si terrà a Como, in piazza San Fedele, mercoledì 2 giugno alle 17 e ad inviare lettere di protesta al ministro Frattini (unita.crisi@esteri.it).

mercoledì 26 maggio 2010

Como - firme contro la "retribuzione di risultati"


Sono state consegnate ieri all'ufficio protocollo del comune le firme raccolte l'8 maggio contro la quota riconosciuta come "retribuzione di risultato" per l'anno 2009 ai dirigenti Viola e Ferro responsabili della variante che ha portato al muro sul lungolago. Si invita tutti a guardare sul sito del comune, al 'paragrafo trasparenza, i criteri con cui tale scelta è stata motivata (guardate la vergognosa percentuale di raggiungimento degli obiettivi: 96.67 e 92% !!!).

Segue la lettera che accompagna le firme dirette al sindaco Bruni (pubblicata nella home page del ns. sito):

Como, 21 maggio 2010


Alla cortese attenzione
del Sindaco di Como

Signor Sindaco,
Le consegniamo i moduli con la raccolta di circa 400 firme effettuata presso Porta Torre nel pomeriggio dell’8 maggio a sostegno della richiesta di revoca del premio di incentivazione (più precisamente, della retribuzione di risultato per l’anno 2009) ai funzionari comunali Responsabili della variante che ha portato alla costruzione del muro sul lungolago, ora demolito, e la destinazione a scopi sociali dell’esborso previsto (30000 euro).
Approfittiamo dell’occasione per esprimerLe lo sdegno della cittadinanza:
* per la inadeguata e devastante conduzione di un progetto tanto importante per la città di Como e per la Regione Lombardia
* per gli incarichi trovati per vie politiche in sedi di prestigio (vedi Consiglio di Gestione di Infrastrutture Lombarde SPA) ad ex amministratori che hanno mal gestito la cosa pubblica in città e che potranno da tali sedi di ambito regionale ancora influenzarla
* per le quote relative alla retribuzione di risultato 2009 date a funzionari comunali che hanno fallito nei loro obiettivi creando danno alla città sia economico che di irreversibile perdita paesaggistica.
Siamo ancora fiduciosi che da parte Sua ci possa essere una rivalutazione delle situazioni, anche alla luce del sempre più evidente malcontento che aleggia tra i cittadini com’aschi.
Cordiali saluti

Comitato spontaneo di Cittadini “Giù la Giunta” - Como

lunedì 24 maggio 2010

paratie - incentivi

Prosegue in Consiglio comunale a Como l’ostruzionismo delle minoranze anche nella seduta di lunedì 17 maggio. L’assemblea di Palazzo Cernezzi si riunisce anche stasera, domani e dopodomani, quando affronterà la mozione di sfiducia al sindaco.


Ecoinformazioni 18 maggio 2010

Paratie

Nelle dichiarazioni preliminari Roberta Marzorati, Per Como, ha chiesto se «verranno dati altri soldi di incentivo a Ferro e Viola». «Ho guardato le paratie dalla diga foranea – è intervenuto anche Luigi Bottone, Liberi per Como – le nuove scalinate sono irregolari, a esse e con cunette è un altro sbaglio?». Sulle scalinate definite “tipo Gardaland” è intervenuto anche Mario Lucini, Pd, che ha precisato come nel progetto originario non si parlasse di pannelli di pietra: «Sacaim ha proposto di non fare una muratura vera e propria, ma di utilizzare pannelli prefabbricati con lastre fittizie». «È possibile avere una copia dei progetti su cui sta lavorando Sacaim ora» ha chiesto Alessandro Rapinese, Area 2010.

Via il sindaco
«Il cittadino ci costa 8-9mila euro a numero, perché non usiamo questi soldi per sistemare le buche delle strade? – ha chiesto Mario Molteni, Per Como, che ha aggiunto – ho letto poi il sondaggio pubblicato sull’ultimo numero, hanno risposto in 39! Chiedono per il prossimo numero di dire le priorità per la città, invito tutti a scrivere e a chiedere di mandare a casa la Giunta e il sindaco! Noi di Per Como lo faremo».

Varie
Vittorio Mottola, Pd, ha chiesto la sistemazione di un semaforo pedonale a P. Chiasso, mentre la collega di partito Silvia Magni ha chiesto lumi sullo svolgimento dei lavori per il teleriscaldamento ad Albate e di darne notizia alla Circoscrizione oltre a domandare l’apertura anche serale della sala prove comunale «per quei giovani under 30 che durante la settimana lavorano». Emanuele Lionetti, Liberi per Como, ha proposto di togliere la possibilità di utilizzo del suolo pubblico a quegli esercizi che “sforano” dagli spazi assegnati dopo essere stati colti in fallo per tre volte.

Bilancio
Dopo l’appello e un minuto di silenzi, chiesto da Arturo Arcellaschi, Pdl, per i due soldati italiani morti in Afganistan il Consiglio ha ripreso la discussione sugli emendamenti al Bilancio comunale.
Sono stati bocciati quindi tutti gli emendamenti e i subemendamenti proposti (alcuni anche non condivisi da tutta la minoranza).
Non è stato approvato il finanziamento della ristrutturazione della micro piscina delle Scuole medie di Lora e neppure quella di Sagnino, né la «riorganizzazione degli orti dell’area prospiciente il campo sportivo di Tavernola».
«Gli emendamenti non sono campati in aria – ha concesso il primo cittadino Bruni – ma le risorse sono molto poche e bisogna fare scelte di priorità. Questo non vuol dire che non condividiamo il contenuto di alcuni degli emendamenti», per cui la Giunta ha però sempre espresso parere contrario.
È stato ritirato l’emendamento che chiedeva l’eliminazione dell’amianto dalla sede della Circoscrizione 8 perché il sindaco ha assicurato: «abbiamo stanziato le risorse già da due esercizi, ma non si è potuto intervenire nelle more della definizione con Aler della permuta per acquisire la struttura. A brevissimo si interverrà».
Una seduta a tratti paradossale con battibecchi tra minoranze e presidente del Consiglio Pastore sull’interpretazione del regolamento e questioni procedurali, mentre il secondo spingeva per limitare l’ostruzionismo chiedendo di presentare anticipatamente tutti i subemendamenti, con un tocco surreale quando dopo una pausa non ben precisata Pastore ha chiesto di chi fossero le chiavi di una macchina recuperate per terra. Passate le 23 il Pdl ha chiesto una sospensione ed è poi rientrato in aula chiedendo una riunione dei capigruppo per illustrare una proposta di svolgimento dei lavori, data l’ora il Consiglio è stato sciolto, mentre i capigruppo si sono fermati a discutere.
[Michele Donegana, ecoinformazioni]

lunedì 10 maggio 2010

acqua pubblica - referendum a Como