venerdì 30 ottobre 2009

Paratie - muro - consiglio comunale 26 ottobre

La Provincia 28 ottobre 2009
Muro, sfiduciati pure i tecnici
Viola: «Se Bruni vuole, lascio»
L'ingegner Antonio Viola: "Se Bruni vuole, lascio"
Tutti chiedono le dimissioni Ma Caradonna fa muro

COMO Dopo il responsabile politico, individuato nell’assessore Fulvio Caradonna, già sfiduciato lo scorso 20 ottobre, l’altra sera il consiglio comunale ha individuato anche i responsabili tecnici del muro del lungolago. Con voto segreto, dopo una discussione che si è svolta a porte chiuse, è stata approvata la mozione presentata dal consigliere di opposizione, Donato Supino (Prc), per chiedere al sindaco Stefano Bruni di sostituire il direttore dei lavori delle paratie, Antonio Viola, e il responsabile del procedimento, Antonio Ferro. Con lo stesso documento il consiglio ha chiesto al primo cittadino anche di richiamare formalmente il direttore generale, Nunzio Fabiano, per il «mancato controllo» sul «corretto svolgimento del procedimento di approvazione della variante dicembre 2008».
La variante in questione è quella che ha fatto sì che fosse costruito il muro così come lo vede oggi.
Inizialmente la mozione di Supino chiedeva solo la sostituzione del direttore dei lavori, ma nel corso della seduta Marcello Iantorno (Pd) ha presentato insieme ad altri consiglieri dell’opposizione due emendamenti per coinvolgere anche Ferro e Fabiano. Favorevoli alla sostituzione di Viola 28 consiglieri, mentre in 10 si sono opposti. I voti favorevoli alla sostituzione di Ferro, invece, sono stati 25 (11 contrari e 2 schede bianche). In 20 hanno chiesto un richiamo formale nei confronti del direttore generale (17 contrari e 1 scheda bianca).
Anche se la votazione si è svolta in modo segreto, il suo esito ha espresso la chiara e diffusa volontà del consiglio. Una volontà trasversale che oltre a comprendere i 15 voti dell’opposizione, abbraccia anche buona parte del centrodestra e, quindi, anche del Pdl. Ma è stato lo stesso Fabiano, che ha anche il ruolo di segretario comunale, a spiegare ieri mattina che «il voto è solo un’indicazione, non ha valore vincolante. Spetterà al sindaco decidere. Per il momento non sono stati presi provvedimenti». Bruni non è voluto intervenire: «Non ho niente da dire». Una cosa è certa: dopo avere dichiarato di voler tenere Caradonna in giunta, il sindaco rischia di esasperare lo scontro con i suoi consiglieri se si mostrerà sordo anche alle richieste espresse nella super mozione approvata l’altra sera.
Viola, ad ogni modo, dopo essersi detto «dispiaciuto» ha dichiarato di essere pronto a fare un passo indietro: «Se il sindaco lo riterrà opportuno mi revocherà l’incarico. Sono pronto. Per il momento, però, non posso andarmene spontaneamente perché metterei in difficoltà l’amministrazione finché non viene individuato un sostituto». Ferro, invece, è apparso sorpreso. Del resto è finito nella mozione con un emendamento dell’ultima ora motivato dai «risultati negativi della gestione tecnica ed amministrativa»: «Non sapevo che sarei stato in discussione in questa mozione - ha detto - l’ho appreso oggi. Non commento, perché non sono un politico». Diversa la reazione di Fabiano: «Non mi sento messo in discussione. Nel mio caso si parla solo di richiamo».
Al momento dei tre distinti voti sui tre dirigenti comunali, erano assenti i consiglieri Luigi Bottone e Carlo Ghirri (gruppo misto) e Claudio Corengia (Pdl). Un quarto punto della mozione, approvato con voto palese (26 favorevoli e 11 astenuti), ha chiesto di verificare «se vi sono i presupposti per risarcimento danni».

Dario Alemanno

mercoledì 28 ottobre 2009

Salvaguardia dell'ambiente e della qualità della vita?

Paratie: progetto escluso dalla VIA - valutazione impatto ambientale - sottoposto unicamente a valutazione paesistica, nel 2002 di compentenza della Regione Lombardia, successivamente della Provincia di Como.
Progetto approvato.

Sant'Anna: monoblocco, dove dovrebbe sorgere la cittadella sanitaria,parere negativo del Ministero dei Beni e delle Attività culturali, secondo il Ministero il monoblocco andrebbe abbattuto perché impedisce la visuale del paesaggio della zona a verde sovrastante l'ospedale.

giovedì 22 ottobre 2009

Dissesto idrogeologico

Storia
Per le paratie di Como è stato assegnato, dalla legge regionale "Valtellina", un contributo in conto capitale di 8,26 milioni di euro. I fondi "Valtellina" erano destinati al riassetto idrogeologico e al rilancio socio-economico delle quattro province della Lombardia colpite dall' alluvione dell' estate 1987.

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Quale futuro?
"Ecosistema rischio 2008"

Al comune di Como, per le attività contro il rischio idrogeologico,è stata assegnata la classe di merito "scarso".
Nella provincia di Como 44 comuni sono a rischio frana, 4 alluvione, 28 frana e alluvione.

E' quanto si rileva dall'indagine ""Ecosistema rischio 2008" - campagna d'informazione per la prevenzione del dissesto idrogeologico realizzata da Legambiente e del Dipartimento della Protezione Civile - pubblicata col titolo "Ecosistema rischio 2008" - ottobre 2008

Intera riva rialzata di 70 cm


La Provincia 8 gennaio 2008

martedì 20 ottobre 2009

consiglio comunale 20 ottobre

Ricgìhiesta di votare la mozione all'O.d.G. per punti approvata.
Mozione portata alla votazione dal presidente del consiglio con parti invertite.
Prima votazione per l'ultimo punto: sfiducia al sindaco Bruni; votazione palese, punto respinto.
A seguire votazione segreta per dimissioni assessore Caradonna e censura grave; voto segreto, punto approvato.
Richiesta di rivotare la mozione nel suo insieme per come modificata (esclusione della sfiducia al sindaco), la votazione in questo caso doveva essere palese in contrasto col voto segreto appena espresso.
Discussione e richiesta respinta.
Le danze di questa sera si sono chiuse, a lunedì il prossimo incontro.

consiglio comunale 19 ottobre 2009

Muro no? e le paratie?

Il sindaco Bruni promette che entro due mesi il muro sarà eliminato.
Nel cantiere continuano i lavori ...
Quale sorpresa ci aspetta?

lunedì 19 ottobre 2009

Addio Consorzio dell’Adda

La Provincia 18 ottobre 2009
Al Lario penserà la Regione
Approvato dalla giunta lombarda un progetto di legge che eliminerà l’attuale ente
La regolazione delle acque del lago dovrebbe passare di mano tra poco più di un anno

Il Consorzio dell’Adda passerà dallo Stato alla Regione Lombardia. In altre parole, sarà il Pirellone a gestire tutta la complessa materia che riguarda la regolazione del lago, le immissioni dalle dighe a monte e le derivazioni di valle, altezze e abbassamenti: lo prevede il progetto di legge approvato il 23 settembre scorso dalla giunta Formigoni, su proposta di diversi assessorati, dedicato alle nuove norme per il governo delle acque e per la difesa del suolo nei sottobacini idrografici della Lombardia.
Nuove norme che dovrebbero entrare in vigore nel 2011, poiché tutto l’anno prossimo dovrebbe essere riservato alle approvazioni del progetto e alle procedure del caso. I tempi dovrebbero in ogni caso essere più brevi rispetto a quelli in corso dal 1998 per il passaggio della navigazione dalla gestione governativa a quella regionale, uno dei tasselli rimasti fuori dalla riorganizzazione degli altri servizi di trasporto: strade, autostrade e ferrovie sono ora di competenza del Pirellone, il quale, verosimilmente, per le vie d’acqua attende di conoscere l’entità delle dotazioni finanziarie a corredo del patrimonio trasferito.
Il trasferimento della regolazione del lago è previsto dal comma K dell’articolo 3 del progetto di legge. Affida alla Regione «la nomina di regolatori per il riparto delle disponibilità idriche, qualora tra più utenti debba farsi luogo al riparto delle disponibilità idriche di un corso d’acqua sulla base di singoli diritti o concessioni ai sensi dell’articolo 43, comma 3 del Regio Decreto 1775/ 1933» ed è il caso del fiume Adda. E tra le nuove funzioni regionali indicate dal comma. anche «l’affidamento della concessione della regolazione dei laghi di interesse
interprovinciale ed interregionale» ed è il caso del Lario. Impossibile, al momento, stabilire se la Regione lascerà vivere il Consorzio dell’Adda, riservandosi di nominare propri rappresentanti, concedendogli la gestione
del lago come adesso è concessa dal ministero.
Nel progetto di legge, a dire il vero, la giunta ha individuato l’Ente regionale dell’agricoltura e delle foreste come il proprio braccio operativo, ma quella che si apre è una bella partita, nella città più bassa del proprio lago, sprofondata per il fenomeno della subsidenza e che ormai da vent’anni, progetta di salvarsi dagli allagamenti e dalle esondazioni con il Mose del Lario.
Al di là e al di qua del muro, torna l’ipotesi di sempre: una diversa regolazione dei livelli sull’idrometro, per tenere un margine di salvaguardia dalle piene, ma le manovre del Consorzio più volte negli anni scorsi hanno ridotto i volumi delle fuoriuscite.
L’assenza di regolazione avrebbe infatti sommerso Como. Il nuovo problema: il lago di Como è un "acquedotto" della Lombardia ed ha perciò funzioni di riserva idropotabile, cioè deve immagazzinare acqua da rendere
disponibile in caso di siccità. Invece,è la secca il fenomeno in atto: ieri, il lago era addirittura a 29 centimetri sotto lo zero idrometrico, con un afflusso di 50 metri cubi al secondo contro 85 di deflusso. Il limite massimo sottozero è 40 centimetri: ancora più basso comprometterebbe sponde, navigazione, piscicoltura, impianti fognari scoperti.
Dal primo gennaio, rispetto all’anno scorso, sono venuti a mancare 270 milioni di metri cubi d’acqua: finora, il 2009 è stato un anno di siccità, il settimo anno scarso e il lago, muro o non muro, non esce nemmeno in sogno.

Maria Castelli

domenica 18 ottobre 2009

Paratie, il mistero delle quote è giallo anche per la Forestale

La Provincia 18 ottobre 2009

Il cantiere per le paratie
COMO La questione può sembrare molto tecnica e all’apparenza poco interessante. Eppure si tratta del nocciolo del pasticcio paratie: le quote indicate nel progetto (e, soprattutto, quelle fatte per il cantiere) sono state prese in modo corretto? Oppure si basano su misurazioni fatte partendo da un punto di riferimento impreciso? Il mistero delle quote, già oggetto di una richiesta di chiarimento da parte dell’amministrazione provinciale a quella comunale, è uno dei nodi centrali della relazione finale depositata dagli uomini della Forestale incaricati dell’indagine penale coordinata dal pubblico ministero Simone Pizzotti. Una relazione molto tecnica, che ricostruisce anno dopo anno l’iter paratie e che pare non lasci spazio a commenti di sorta. Eppure da quella relazione emergerebbero due dati importanti. Il primo: la clamorosa distrazione generale di progettisti, Comune, Provincia e Soprintendenza sugli effetti pratici della realizzazione di un progetto di quelle dimensioni. con quelle quote. Il secondo: l’assenza di certezze rispetto al calcolo delle quote stesse.
Già nel progetto di undici anni fa era stato inserito nelle planimetrie una parte fissa di paratie e un innalzamento dei pontili ai lati di piazza Cavour fino a 200.30 centimetri sopra il livello del mare. Una quota che impedirebbe, di fatto, la vista del Lario in gran parte del Lungolago. Ma com’è stata misurata, nei fatti, quella quota? Quel tipo di misurazioni vengono solitamente fatte partendo da un punto fisso, di solito un idrometro che riporta i livelli rispetto al mare. Il problema è che non c’è alcuna certezza che l’idrometro di Como, e il famoso "chiodo" preso come riferimento, segnino una quota precisa. Sul lago l’idrometro più preciso - stando anche a una ricerca storica compiuta dagli uomini della Forestale - dovrebbe essere quello del Consorzio dell’Adda a Malgrate. Ma anche in questo caso pare non vi sia alcun documento ufficiale che sancisca la granitica affidabilità di quel punto di riferimento.
Se sul fronte giudiziario la parola passa ora al sostituto procuratore Simone Pizzotti, il quale dovrà ora interpretare i dati tecnici della Forestale e decidere se e come proseguire nell’inchiesta, sul fronte fattuale giunta una conferma: quello delle quote è il nodo da sciogliere per dipanare il pasticcio paratie.

P. Mor.

Ma c'è ancora l'acqua?

Territorio Precario
Qui a Como con le paratie si sta creando un clima politico schizofrenico.
Guai, prima, dire che il rifacimento del lungo lago era osceno, potevamo spiegare, inascoltati, perché le paratie sono inutili e dannose, ma non si poteva dire nulla sull'impatto estetico del rifacimento del lungo lago perché "è questione di gusti".
Così la lega, prima vota il muro in giunta ora fa manifesti contro, altri, invece, cercano di convincerci che il progetto è bello.
Senza avere la dignità di dire: "scusate, abbiamo sbagliato, pagheremo le conseguenze e ci dimettiamo" (con una eccezione, ma "una rondine non fa primavera").
No, tutti attaccati alle famose poltrone.
Chissà se i cittadini di Como poi avranno come sempre la memoria corta con le elezioni (già ce l'hanno adesso sui comportamenti passati dei vari esponenti).
E che triste spettacolo vedere alcuni della minoranza che finora si erano eclissati atteggiarsi a sacri paladini della città.
Eppure qualcuno da sempre ha cercato di fermare queste catastrofi costruite, ma in mezzo a tutto l'attuale circo diventa difficile distinguere, tutto viene sommerso e fagocitato.
Ora è evidente come la difesa dell'ambiente riguarda anche la qualità della vita di tutti.
Eppure chi finora si opponeva alla costruzione delle paratie era accusato di soffrire unicamente della sindrome del "no" e di immobilismo.
Qui a Como tra paratie, captazioni dei corsi nelle valli e montagne, captazioni nel lago, lago inquinato, porti, porticcioli e altre cementificazioni non abbiamo più l'acqua, ma solo un affare economico.

fiumi della provincia: captazioni idroelettriche dilaganti

COMITATO ACQUE COMASCHE

COMUNICATO STAMPA

COSA RESTERA’ DEI NOSTRI TORRENTI?


Il Comitato Acque Comasche rende noto che alle numerosissime richieste precedenti, si sono aggiunte nel 2009, pubblicate da parte della provincia di Como, sul BURL le seguenti richieste di captazioni idroelettriche ( non sappiamo quante siano quelle sopraggiunte alla provincia e ancora da pubblicare) :

- torrente Cuccio di Cavargna
nei comuni di S.Nazzaro Val Cavargna e S.Bartolomeo Val Cavargna portata massima derivabile di 3500 l/s corrispondente ad un volume di prelievo annuo di 36.646,409 mc;

- fiume Adda
comuni di Gera Lario e Colico; portata massima derivata 150.000 l/s – prelievo annuo di acqua di 2.749.308.480 mc;

- torrente Rezzo
comune di Corrido portata massima derivata 1.035 l/s – prelievo annuo di acqua di 9.492.336 mc;

- torrente Modedina
comune di Garzeno portata massima derivata 300 l/s – prelievo annuo di acqua di 2.081.376 mc (la richiesta è della medesima ditta che sta attualmente lavorando in Valle Albano. Perché la precedente Comunità Montana Alto Lario Occidentale ha dato alla ditta parere favorevole?);

- vasca di raccolta acquedotto comunale - località Pizzone – società E.VA Energie Valsabbia
comune di Peglio portata massima derivata 16 l/s – prelievo annuo di acqua di 462.633 mc;

– Valle di Nosè
Comune di Nesso, portata massima derivata 1271,04 l/s – prelievo annuo di acqua di 12.773.466 mc;

- Comuni di:
Consiglio di Rumo
Domaso
Dosso del Liro
Gravedona
Livo
Peglio
Vercana
variante non sostanziale richiesta dalla società Edipower sui torrenti:
- per il torrente Liro: portata media 750 l/s; portata massima 2620 l/s;
- per il torrente San Iorio: portata media 551 l/s; portata massima 1590 l/s;
- per il torrente Ronzone: portata media 228 l/s; portata massima 750 l/s;
- per la presa sussidiaria: portata media 0,000 l/s; portata massima 0,000 l/s;
- per il torrente Livo: portata media 654 l/s; portata massima 2160 l/s;
- per il torrente Bares: portata media 174 l/s; portata massima 305/s;
- per il torrente Dangri: portata media 154 l/s; portata massima 445 l/s;
- per il rio Bugiallo 1: portata media 43 l/s; portata massima 65 l/s;
- per il rio Bugiallo 2: portata media 9 l/s; portata massima 15 l/s;
- per il torrente Pilota: portata media 15 l/s; portata massima 50 l/s;

In corso l’istruttoria per una variante sostanziale (quella non sostanziale è già stata chiesta e ottenuta precedentemente) sempre della ditta Edipower sui torrenti:
Cuccio di Cavargna, Cuccio di S. Bartolomeo, Rio Corbatt nella valle Osteria,
nei comuni di CUSINO, CARLAZZO, CORRIDO, S.BARTOLOMEO VALCAVARGNA
Il progetto prevede un aumento della portata massima derivabile con il passaggio dagli attuali 1260 l/s a 3500 l/s.

Ci permettiamo di fare alcune considerazioni:
-sono coinvolti oramai tutti i comuni montani del nostro territorio;
-la contropartita captazione - strada fino a che punto può essere conveniente per un comune che si ritroverà senz’acqua e con una strada da sistemare (con quali soldi?);
-le captazioni usando l’acqua dell’acquedotto che cosa portano al comune che aderisce all’A.T.O.?
-siamo sicuri che in fase di progettazione definitiva tutte le ditte rispetteranno la convenzione?
-quale sarà l’impegno della nuova Comunità Montana di fronte a questa enorme ondata di richieste che non lascerà integra alcuna asta fluviale del suo territorio?
-che cosa dovranno subire ancora i nostri torrenti già oggetto di captazione?


Per il Comitato Acque Comasche
Mira Rossi
Oreste Ciappessoni


Dongo, 1 ottobre 2009


info@acquecomasche.com

lunedì 12 ottobre 2009

Ultimo consiglio a porte ancora più chiuse: seduta segreta

Ecoinformazione 9 ottobre 2009

22827 (POLITICA/ CONSIGLIO COMUNALE/ COMO) Il dibattito sulle mozioni presentate contro il muro proseguirà, dopo le serate del 19 e 20 ottobre, lunedì 26 ottobre ma a porte chiuse. Per il presidente del Consiglio Mario Pastore va applicata la norma dello Statuto comunale che prevede sedute segrete visto che Donato Supino vuole si parli di licenziamento del direttore dei lavori e dell’assessore responsabili della costruzione del muro del lago di Como. Per assicurare l’effettiva segretezza certamente finestre ancora chiuse e forse qualcuno proporrà una seduta subacquea che sarebbe indubbiamente adeguata al tema lacustre.

Una modalità prevista al comma 1 dell'articolo 48 dello Statuto: «Le sedute del Consiglio comunale sono pubbliche, fatti salvi i casi previsti dalla legge e dal Regolamento del consiglio». Quest’ultimo recita al comma 1: «L'adunanza del Consiglio comunale si tiene in forma segreta quando vengono trattati argomenti che comportano apprezzamento delle capacità, moralità, correttezza o vengono esaminati fatti e circostanze che richiedono valutazioni delle qualità morali e delle capacità professionali di persone».

Il presidente del Consiglio Pastore ha quindi ritenuto che il consigliere del Prc Donato Supino abbia richiesto valutazioni morali e professionali al punto 2 della mozione per l’abbattimento del muro in cui chiede al sindaco il «licenziamento del direttore dei lavori e le dimissioni dell’assessore alla partita» e al 3 «verificare se vi sono i presupposti per risarcimento danni».

L’assemblea di Palazzo Cernezzi si riunirà così in forma segreta e potranno prendervi parte, come da comma 4 del citato articolo 48 del Regolamento, «oltre ai componenti del Consiglio, della Giunta e al segretario generale, il vice segretario ed un addetto all'ufficio di Segreteria, vincolati al segreto d’ufficio».

Porte chiuse alla stampa ed al pubblico che non potranno, grazie a una modalità che non è stata applicata da tempo, conoscere gli apprezzamenti in merito al comportamento dell’assessore più controverso degli ultimi anni.

Il muro è stato costruito con leggerezza

La Provincia 9 ottobre 2009

Comune "commissariato" dalla Regione

L'assessore Boni: neanche un euro e coordinamento alla Provincia. Bruni: il progetto sarà più bello

Nuovo progetto più bello? Più brutto sarebbe impossibile
Progetto Mose del Lario, sistema antipiene e nuovo lungolago: il Comune è stato commissariato. L'amministrazione provinciale terrà a balia Palazzo Cernezzi alla ricerca di una soluzione per rimediare ai problemi sopravvenuti e per proseguire l'opera; fra quindici giorni, gli enti locali si recheranno al Pirellone per esporre i risultati del lavoro compiuto alla Regione Lombardia, che non è disponibile a sborsare altri fondi e, in particolare, il milione di euro ipotizzato fra risanamento dei lavori effettuati e prosecuzione.

L'ha riferito ieri l'assessore regionale al territorio, Davide Boni: era atteso nella sede di Como della Regione per introdurre un convegno urbanistico, ma è arrivato con un'ora d'anticipo, ha portato il saluto ed alcune osservazioni ai partecipanti e poi s'è chiuso in una riunione, durata poco meno di un'ora, nella quale erano presenti il sindaco, Stefano Bruni, il vicesindaco, Fulvio Caradonna, con l'ingegner Viola e l'ingegner Ferro, l'assessore provinciale ai lavori pubblici, Pietro Cinquesanti con l'architetto Giuseppe Cosenza, il quale avrebbe esposto le soluzioni che sarebbe possibile applicare.
«È una situazione delicata ha detto Boni alla fine della riunione l'opera è partita per la difesa idraulica della città, non per una nuova passeggiata a lago. Sono stati accelerati i tempi per finirla prima, il muro è stato costruito per leggerezza. Forse dovevano ragionare di più ai tempi e adesso cerchiamo di raddrizzare la situazione». Ma la commissione provinciale ha espresso parere favorevole dal punto di vista paesaggistico, è stata l'obiezione: «Ora mi aspetto ? ha sottolineato Boni ? che l'amministrazione provinciale abbia sottomano il nuovo progetto e lo coordini. Vedere tra 15 giorni un progetto dall'impatto diverso rispetto all'attuale: è l'ordine della Regione che ha già destinato all'opera 15 milioni di euro, su un progetto che aveva un impatto diverso: se occorre un milione di euro in più, è un problema che si gestiranno gli enti locali». Ma chi, in amministrazione provinciale, farà da supervisore e da coordinatore? «L'assessore Pietro Cinquesanti». Ha risposto Boni. Perché è della Lega? Cioè, è stato espropriato l'assessore Pdl al territorio? «Non sapevo ? ha sostenuto ? che Cinquesanti sia leghista. Non ho notato niente di verde». E alla domanda sul comportamento della Lega, in maggioranza e, nello stesso tempo, promotrice dei manifesti «No al muro», ha risposto che «se c'è un errore, va corretto». La Soprintendenza non ha risposto:«Il silenzio ? assenso non toglie a nessuno le responsabilità», ha precisato Boni. Intanto, l'assessore Cinquesanti se ne andava buttando là, en passant : «Viola ha fatto il muro del pianto». Ma il sindaco ha limato le affermazioni dell'assessore regionale:«È stato stabilito un asse con l'amministrazione provinciale, perché è l'ente che possiede le competenze in materia paesaggistica, ha una visione complessiva ? ha spiegato ? e ribadisco che il progetto sul quale stiamo lavorando è ancora più bello di quello di prima». In mano ha tavole che, afferma, mostrerà al momento opportuno. E i soldi? «La Regione era disponibile ad erogarli sul nuovo progetto ? accenna ? quando sarà definito, sarà accompagnato da una valutazione finanziaria: l'idea è quella di una revisione di tutta l'opera». Il muro non sarà toccato fino alla conclusione dell'inchiesta giudiziaria, ma la spesa per tagliarlo a raso con un flessibile potrebbe essere anche di 20 ? 25.000 euro. Il maggior impegno è per le paratie mobili a scomparsa e per le opere successive: dieci anni di scelte sembrano tutti in discussione.

Maria Castelli

giovedì 8 ottobre 2009

E' deciso: giù il muro o forse no

Territorio Precario
Giù il muro oppure o no, ma fondi pubblici al vento

E' deciso: giù il muro. O almeno così sembrava da alcune esternazioni di Bruni.
Ma non c'è da stare tranquilli, si parla ancora di sola correzione del progetto attuale.
Ma qualunque decisione sarà adottata, è e sarà ancora più difficile capire come saranno distribuite le responsabilità.
Il balletto è iniziato, i posti sono già stati scambiati.
Come terminerà questa mazurka, chi sbaglierà il passo di danza e finirà fuori dalla pista non è facile da prevedere, ma una cosa è certa: tutta la giunta era a conoscenza del progetto che, fin dal 1998, prevedeva il muro di sbarramento.
Ora è solo un po' più invasivo.
Ma chi pagherà per questo malfatto? Non si tratta solo di chi sborserà i soldi per abbattere il muroo o per adottare le modifiche, non ci si deve dimenticare che per la sua costruzione sono stati utilizzati i fondi della Valtellina, soldi pubblici buttati al vento.
Le paratie, invece, pare saranno fatte e, quindi, ci si chiede, pianteranno in piazza Cavour i quattordici pilastri previsti dalla variante?
E restano le vasche di raccolta delle acque che saranno replicate in zona Sant'Agostino, con i conseguenti problemi portati dall'acqua di falda.
Anche senza il muro la cementificazione rimane e si amplia, quando sarebbe bastata una diversa regolazione del regime delle quote del bacino lacustre.
Ma con le paratie il livello del lago potrà essere innalzato di un metro,aumentando così le riserve idriche a servizio del Consorzio dell’Adda e dell’uso a fini irrigui ed industriali.
Lo ribadiamo, si tratta solo dell'ennesima cementificazione realizzata utilizzando soldi pubblici che avrebbero potute essere meglio investiti.
La finalità delle "grandi opere" non è il miglioramento delle condizioni di vita, ma la produzione di nuove occasioni di affari assoggettandovi tutte le risorse.
Non ci accontentiamo dell'abbattimento del muto, le paratie non hanno motivo di essere costruite!

Consiglio comunale inacessibile

La Provincia 6 ottobre 2009

La carica dei duecento si ferma sulla soglia

Urla e polemiche ieri sera, per l'assemblea in diretta tv. I cittadini lasciati fuori dalla porta

«A casa». Fischi. «Dimettetevi». Fischi. Così circa 200 persone ieri sera hanno protestato a Palazzo Cernezzi dall'esterno dell'aula consigliare mentre all'interno si svolgeva il consiglio comunale straordinario convocato per discutere sulle paratie e sul muro costruito sul lungolago. Una folla però lasciata fuori dalla porta, presidiata da vigili, polizia e carabinieri. I comaschi presenti chiedevano di poter assistere alla seduta e hanno protestato a più riprese fischiando il sindaco quando è intervenuto. La consigliera della lista ?Per Como? ha indossato un vestito con la storia di «Quel muro sul lago di Como». Ironia a parte, la serata a Palazzo Cernezzi è stata tesissima.
Il consigliere del Pd Mario Lucini ha spiegato nel dettaglio il progetto. Ha attaccato dicendo che «il primo lotto doveva durare 14 mesi, siamo già a 23» e ha dimostrato con le carte il muro che già c'era, quello aggiuntivo e che il lago non si vedrà nemmeno nella zona da Sant'Agostino a piazza Cavour e ha anche spiegato che il progetto iniziale prevedeva addirittura la scalinata ?galleggiante? senza fondamenta. Ha elencato i nomi dei consiglieri che, il 7 novembre 2003, votarono contro la mozione del centrosinistra per discutere in consiglio comunale il progetto delle paratie. E di coloro che ancora oggi sono in Comune si opposero alla discussione i leghisti Guido Martinelli, Giampiero Ajani e Maurizio Faverio e ancora per il Pdl (allora FI) Pasquale Buono, Gianluca Lombardi, Ezia Molinari, Roberto Rallo, Etta Sosio, Gianmaria Quagelli, Mario Pastore e Stefano Rudilosso e dell'ex An Claudio Corengia, Stefano Molinari, Francesco Pettignano e Roberto Tenace, oltre all'ex Udc Pierangelo Gervasoni; astenuti lo stesso Bruni e Cenetiempo. L'intervento in aula del sindaco Bruni ha provocato una serie di fischi e la ripresa delle urla ?a casa, a casa». Il primo cittadino ha sostanzialmente detto che c'è stato «un gap di comunicazione», ha parlato di «terrorismo» e ha ricordato tutte le «iniziative organizzate in passato per spiegare il progetto» da un incontro in biblioteca agli incontri «con tutte le associazioni di categorie, portando planimetrie e progetti andando a casa dei comaschi». Ha poi detto che «deve essere fatta giustizia dal punto di vista dell'informazione» invitando tutti, in primis gli amministratori a «un minimo di equilibrio». Ai fischi il presidente del consiglio Mario Pastore ha invitato a «chiudere le finestre». I cittadini continuavano a gridare «a casa».
Gi. Ro.

sabato 3 ottobre 2009

A Como ecomostro e danno ambientale ... paratie


Ecoinformazione 3 ottobre 2009

Domenica 4 ottobre dalle 17 i comaschi nuovamente in piazza ai Giardini a lago contro il muro e per ottenere le dimissioni del sindaco Bruni.
La manifestazione è organizzata e promossa dall’Arci Como, la Città Possibile, i Verdi di Como, il Comitato Autorganizzato Pandora, l’Associazione per la Sinistra di Como, l’On. Chiara Braga, la Federazione Provinciale del Partito Democratico, i circoli PD della città di Como, Rifondazione Comunista Federazione di Como, il Partito dei Comunisti Italiani Federazione di Como, Paco, il gruppo consiliare del PD, il gruppo consiliare della Lista per Como, i consiglieri comunali Alessandro Rapinese, Vincenzo Sapere e Donato Supino.
I promotori della manifestazione hanno deciso di non portare le bandiere dei propri partiti per sottolineare la portata trasversale della protesta. A essere invitati in piazza non sono solo coloro che aderiscono ai singoli partiti e associazioni, ma tutti i cittadini che con la costruzione del muro ritengono sia stato fatto un danno alla città di Como, di cui chi amministra dovrebbe assumersi la responsabilità. I partiti e le associazioni promotori hanno sottoscritto un comunicato in cui vengono spiegate le motivazioni per cui, a una settimana dalla prima manifestazione contro il muro, hanno deciso nuovamente di scendere in piazza, a fianco dei cittadini.
Il testo del Comunicato:
«L’annuncio del proposito di abbattere il muro, sorto davanti al Lungo Lario Trento, non cancella le responsabilità di una amministrazione che ha costruito, per sua stessa ammissione, un “ecomostro”. Prima fu chiesto di aspettare la fine dei lavori per giudicare, successivamente fu promesso che il muro sarebbe stato abbassato di un’altezza variabile dal mezzo metro al metro e mezzo, a seconda di chi veniva interpellato. Infine lunedì mattina il sindaco in una dichiarazione di poche righe ha proclamato che il muro sarà abbattuto, affermando che i costi della demolizione e del nuovo progetto verranno sostenuti insieme a Regione Lombardia, mentre l’assessore alla partita rimetteva le deleghe ma non il mandato, rimanendo in Giunta. I media nazionali insieme a quelli locali si sono interessati alla questione: per una settimana la città di Como è stata sotto i riflettori in quanto città del muro che nasconde il lago. Se vengono giudicati rilevanti i danni economici e di immagine causati alla città, deve essere considerato ancora più grave il danno ambientale, vista anche la manifesta inutilità dell’opera. Ancora una volta l’amministrazione non è stata capace di assumersi le responsabilità delle proprie azioni. A queste responsabilità intendiamo richiamare gli amministratori attuali, chiedendone le dimissioni, ed anche gli amministratori che in passato hanno deciso quest'opera: non si tratta solo di responsabilità politiche e morali, ma anche di scandaloso sperpero di denaro pubblico per un'opera sulla quale fin dall'inizio forte e qualificata era stata l'opposizione di molte forze politiche, di tecnici, di semplici cittadini: tutto ciò esige un risarcimento. Il sindaco ha asserito di ascoltare i cittadini, sconfessato i propri assessori senza prendere decisioni definitive ed è passato al secondo rimpasto di giunta in un anno. La città intanto langue: dal colosso vuoto dell’ex Trevitex, al cassetto dove è tenuta chiusa l’ultima lettera dell’impresa che si è aggiudicata l’appalto sul terreno, ancora da bonificare, dove per oltre venti anni è sorto lo scheletro della tintostamperia Ticosa. Per questo insieme di motivi invitiamo tutti i cittadini a partecipare a una nuova manifestazione che si terrà domenica 4 ottobre, a partire dalle 17.00. presso i Giardini a lago (di fronte al cantiere)». Per ulteriori informazioni: 031260311.