mercoledì 1 dicembre 2010

domenica 8 agosto 2010

Paratie ancora accusa - crepe - ulteriori costi

La Provincia 5 agosto 2010

Sulle crepe ritardo assurdo quadro dei lavori catastrofico

COMO - Il patchwork nel cantiere delle paratie
Altri guai per le paratie
Un'altra estate di cantiere Paratie di nuovo sotto accusa
Crepe, il Comune si difende Ma la Regione non si fida
Benvenuti nella città turistica Ma che brutti biglietti

COMO La fine dei lavori della maxi opera delle paratie è un punto interrogativo. Nel 2009 avrebbe dovuto - seguendo il programma iniziale - essere concluso il primo lotto (dai giardini a piazza Cavour), nel 2010 il secondo (da Sant'Agostino a piazza Cavour) e nel 2011 l'intera passeggiata. Guardando la realtà, il primo lotto è ancora incompleto, il secondo è appena iniziato e si ritrova già a fare i conti con una modifica progettuale (da almeno 300-400mila euro) per evitare guai seri ai palazzi e alla strada circostanti e il terzo, ovviamente, è ancora un miraggio. Calendario alla mano rischia seriamente di slittare anche la conclusione dell'opera ipotizzata dal sindaco entro il 2012. Per rispettarla non ci dovrebbe essere nessun intoppo, ma le notizie degli ultimi giorni vanno in tutt'altra direzione.
Continua la levata di scudi sia in maggioranza che in minoranza dopo l'esplosione della grana "crepe". In pratica dall'impresa hanno segnalato i problemi di consolidamento che sarebbero risolvibili con due soluzioni: la posa di un nuovo palancolato oppure un nuovo muro di sostegno subacqueo. Senza questo intervento si rischierebbe di avere danni ben maggiori di quelli registrati all'hotel Metropole Suisse e nei locali adiacenti visto anche che nel tratto tra piazza Cavour e Sant'Agostino la distanza tra la riva e gli edifici è nettamente minore. Il costo dell'operazione è stato stimato da un minimo di 300mila euro a un massimo di 500-600mila e i soldi non sono disponibili in Comune.
«Ci siamo infilati in un ginepraio incredibile - tuona il presidente della commissione Urbanistica (Pd), il geologo Mario Lucini - e chiunque, con un minimo di cognizione di causa, non poteva non prevedere tutti questi problemi. È sconcertante innanzitutto che si siano fatte passare sotto silenzio denunce che venivano fatte sulle crepe al Metropole Suisse. Crepe comparse un anno fa. La situazione è sempre stata minimizzata dall'amministrazione salvo poi arrivare al terzo anno di attività del cantiere ad inventarsi procedure tecniche diverse per evitare danni. È semplicemente sconcertante anche se in linea con quanto accaduto in tutti questi anni. Il primo lotto avrebbe dovuto durare 14 mesi, sono passati due anni e mezzo e siamo lontani dal vederlo finito. Si procede a tentoni, basta vedere il concorso di idee che non si capisce perché sia stato fatto. Giorno dopo giorno emerge un quadro sempre più catastrofico».
Sceglie la linea dura anche il capogruppo del Pdl che, ormai come il resto della maggioranza, ha perso la pazienza. «Ho chiesto ufficialmente al sindaco un incontro di gruppo - dice - per far luce sia sul secondo lotto con tutti i problemi che stanno emergendo sia sul concorso di idee. Alla luce di quanto abbiamo sempre detto, vogliamo vederci chiaro rispetto a un progetto che riteniamo fondamentale per la città, ma che talvolta ci riserva spiacevoli sorprese. Uno degli elementi di chiarimento dovrà inevitabilmente essere quello delle crepe retrodatate (in tutta la zona attorno al Metropole, ndr) e cosa è stato fatto nel frattempo. Oltre a questo servono certezze su costi, tempi e sull'attuazione del concorso di idee».
Gisella Roncoroni

sabato 26 giugno 2010

La Ticosa come il muro

La Provincia 26 giugno 2010

La nuova Ticosa come il muro, non farà vedere Sant'Abbondio

La denuncia: «Modificato il progetto originario, ora c'è un palazzo alto ben 50 metri»
Tra gli aspetti positivi, citata la nuova viabilità, i parcheggi e il recupero del Santarella

«Si è parlato a lungo del famoso "cannocchiale visivo" verso Sant'Abbondio, ma nel nuovo progetto non c'è più. Di fatto avremo un muro di 30 metri sulla sinistra di via Grandi, scendendo. Un muro che sopravanza tutto il resto della città quantomeno di dieci metri. A Como, alzando la testa, si dovrebbe vedere quello che c'è intorno, è questo il bello della nostra città. Invece, con questo intervento, andiamo a privarci di una zona importante e della Spina Verde». È l'allarme lanciato in consiglio comunale dal presidente della commissione Urbanistica, Mario Lucini (nella foto tonda), che ha criticato il piano integrato di intervento predisposto per 'area ex Ticosa da Multi, la società che si è aggiudicata la gara per 'acquisizione del comparto.
«Non vedremo più Sant'Abbondio e, da via Milano e via Grandi, nemmeno la Spina Verde - ha aggiunto il capogruppo del Pd, Luca Gaffuri - perché la piazza, le abitazioni e i negozi saranno soprelevati, di fatto c'è un'alzata come al Dadone». Lo stesso Gaffuri ha chiesto lumi, giovedì sera, al consulente urbanistico di Multi, Marco Cerri, durante la presentazione del progetto in Sala Stemmi. Cerri ha spiegato che sarà impossibile vedere la basilica, aggiungendo però che «accadrebbe anche se si costruisse un palazzo di soli tre piani». A tenere banco, in realtà, è proprio la polemica sull'altezza degli edifici previsti nell'area dell'ex tintostamperia: «Solo dal parco sopraelevato vedremo la Spina Verde - ha detto in aula Lucini - Il muro in via Grandi separerà dal resto della città il nuovo quartiere, che non rappresenterà un elemento di collegamento col cimitero e con Sant'Abbondio, ma una cesura. Se guardiamo ad ovest, vediamo che c'è un danno rilevante per la città. E non perché il progetto sia brutto, semplicemente non è adatto al contesto. A Reggio Emilia o a Pavia magari andrebbe benissimo, a Como invece ci toglie una fetta di città».
«Il progetto con cui Multi vinse la gara - ha ricordato il presidente della commissione Urbanistica - prevedeva altezze di 18 metri e un unico fabbricato che arrivava a 32 metri. E proprio questa caratteristica era stata tra gli elementi presi in considerazione dalla commissione di gara per formulare il giudizio. La commissione sottolineava, infatti, che il progetto non avrebbe alterato in modo significativo il rapporto del nuovo quartiere con la città. Ma quel progetto è stato modificato e adesso abbiamo come minimo altezze di 29 metri e mezzo dappertutto, poi due elementi da 34 metri e un altro di 50 metri. Con questi cambiamenti, il progetto risulta del tutto fuori scala rispetto al contesto in cui va a inserirsi». Anche il presidente della commissione paesaggistica di Palazzo Cernezzi, Fulvio Capsoni, aveva parlato di «completo oscuramento di Sant'Abbondio» e in un documento aveva messo sotto accusa la torre di cinquanta metri prevista nel quartiere: «L'edificio - sottolineava - si pone proprio in allineamento con i campanili, guardando dall'asse di viale Roosevelt».
Nel suo intervento in consiglio comunale, Lucini ha denunciato anche una serie di «irregolarità» (riduzione della fascia di rispetto per i reticoli minori, assenza dell'indagine sismica di secondo livello per gli edifici pubblici, la sentenza del Tar lombardo che potrebbe invalidare le procedure seguite per la Vas) tali da rendere «non approvabile» in questa fase e in questi termini il piano integrato di intervento. Tra gli aspetti positivi, invece, ha citato «la nuova viabilità, i parcheggi pubblici, il recupero del Santarella». Mentre il consulente urbanistico di Multi, rispondendo alle domande dei consiglieri, ha spiegato che via Grandi, pur divenendo pedonale, conserverà il calibro odierno, cioè la larghezza di una strada a quattro corsie.

Michele Sada

lunedì 31 maggio 2010

La marina israeliana attacca dal mare e dal cielo la flottiglia della pace

ecoinformazioni

MITTENTE Donne in nero Como

DATA 31/05/2010 18.41

COMUNICATO STAMPA

È strage La marina israeliana attacca dal mare e dal cielo la flottiglia della pace. Presenza silenziosa delle Donne in nero a Como, in piazza San Fedele, mercoledì 2 giugno alle 17.

È con profondo sdegno e sgomento che abbiamo appreso questa mattina la tragica notizia dell'uccisione di 19 attivisti per la pace − membri della società civile internazionale, uomini e donne diretti verso la Striscia di Gaza − da parte dell'Esercito israeliano, che ha assaltato con un atto di pirateria il convoglio umanitario. Il nostro primo desiderio è esprimere tutto il dolore per le vittime e tutta la solidarietà agli attivisti che sono in mare.

La Freedom Flottilla − salpata da Cipro nei giorni scorsi per compiere una missione di pace, nel tentativo di rompere l’assedio imposto alla Striscia di Gaza, portando a bordo delle navi aiuti umanitari, materiali di prima necessità, cibo, cemento per la ricostruzione delle case dopo la distruzione causata dall'attacco israeliano "Piombo fuso" (dicembre 2008 - gennaio 2009) – è stata assaltata in acque internazionali in palese violazione della legalità internazionale, e del rispetto dei fondamentali diritti umani.

Israele ha mostrato ancora una volta che l’unica modalità che sa usare è quella militare, considerandosi, con arroganza, al di sopra delle leggi, in nome di un’impunità che troppo spesso gli è stata garantita dalla comunità internazionale disposta a non fare pagare il prezzo ad Israele delle sue violazioni.

«È un crimine contro l'umanità e la decenza quello di cui si è macchiata, colpendo un convoglio umanitario composto da attivisti e attiviste pacifici diretti verso la Striscia di Gaza per romperne l'assedio, che dimostra la realtà di un'occupazione militare che continua. La motivazione addotta che gli internazionali aiutassero Hamas è ridicola: chi aiuta la divisione dei palestinesi è chi continua a punire collettivamente la popolazione di Gaza con l'assedio e tutta la popolazione palestinese con l’occupazione militare.

Aveva ragione David Grossman – scrittore e pacifista israeliano – quando nel corso di una manifestazione nel quartiere di Sheik Jarrah, a Gerusalemme Est, contro l'espulsione di cittadini palestinesi dalle loro case da parte coloni israeliani, ha affermato che ormai Israele è come una pianta carnivora che divora anche se stessa.

Di fronte alla strage di civili compiuta da Israele, la comunità internazionale ed i governi del mondo prendano una posizione chiara ed inequivocabile, per dire basta una volta e per tutte all'impunità di uno stato che continua a perpetrare odio e violenza, violando continuamente il diritto internazionale e quello umanitario. Dia forza ed ascolti quelle voci che in Israele, insieme ai palestinesi, dicono che l'occupazione militare uccide tutte e tutti». Ha affermato Luisa Morgantini, già Vice Presidente del Parlamento Europeo, per conto dell’Associazione per la Pace.

Noi Donne in nero invitiamo ad aderire e a partecipare alla presenza silenziosa che si terrà a Como, in piazza San Fedele, mercoledì 2 giugno alle 17 e ad inviare lettere di protesta al ministro Frattini (unita.crisi@esteri.it).

mercoledì 26 maggio 2010

Como - firme contro la "retribuzione di risultati"


Sono state consegnate ieri all'ufficio protocollo del comune le firme raccolte l'8 maggio contro la quota riconosciuta come "retribuzione di risultato" per l'anno 2009 ai dirigenti Viola e Ferro responsabili della variante che ha portato al muro sul lungolago. Si invita tutti a guardare sul sito del comune, al 'paragrafo trasparenza, i criteri con cui tale scelta è stata motivata (guardate la vergognosa percentuale di raggiungimento degli obiettivi: 96.67 e 92% !!!).

Segue la lettera che accompagna le firme dirette al sindaco Bruni (pubblicata nella home page del ns. sito):

Como, 21 maggio 2010


Alla cortese attenzione
del Sindaco di Como

Signor Sindaco,
Le consegniamo i moduli con la raccolta di circa 400 firme effettuata presso Porta Torre nel pomeriggio dell’8 maggio a sostegno della richiesta di revoca del premio di incentivazione (più precisamente, della retribuzione di risultato per l’anno 2009) ai funzionari comunali Responsabili della variante che ha portato alla costruzione del muro sul lungolago, ora demolito, e la destinazione a scopi sociali dell’esborso previsto (30000 euro).
Approfittiamo dell’occasione per esprimerLe lo sdegno della cittadinanza:
* per la inadeguata e devastante conduzione di un progetto tanto importante per la città di Como e per la Regione Lombardia
* per gli incarichi trovati per vie politiche in sedi di prestigio (vedi Consiglio di Gestione di Infrastrutture Lombarde SPA) ad ex amministratori che hanno mal gestito la cosa pubblica in città e che potranno da tali sedi di ambito regionale ancora influenzarla
* per le quote relative alla retribuzione di risultato 2009 date a funzionari comunali che hanno fallito nei loro obiettivi creando danno alla città sia economico che di irreversibile perdita paesaggistica.
Siamo ancora fiduciosi che da parte Sua ci possa essere una rivalutazione delle situazioni, anche alla luce del sempre più evidente malcontento che aleggia tra i cittadini com’aschi.
Cordiali saluti

Comitato spontaneo di Cittadini “Giù la Giunta” - Como

lunedì 24 maggio 2010

paratie - incentivi

Prosegue in Consiglio comunale a Como l’ostruzionismo delle minoranze anche nella seduta di lunedì 17 maggio. L’assemblea di Palazzo Cernezzi si riunisce anche stasera, domani e dopodomani, quando affronterà la mozione di sfiducia al sindaco.


Ecoinformazioni 18 maggio 2010

Paratie

Nelle dichiarazioni preliminari Roberta Marzorati, Per Como, ha chiesto se «verranno dati altri soldi di incentivo a Ferro e Viola». «Ho guardato le paratie dalla diga foranea – è intervenuto anche Luigi Bottone, Liberi per Como – le nuove scalinate sono irregolari, a esse e con cunette è un altro sbaglio?». Sulle scalinate definite “tipo Gardaland” è intervenuto anche Mario Lucini, Pd, che ha precisato come nel progetto originario non si parlasse di pannelli di pietra: «Sacaim ha proposto di non fare una muratura vera e propria, ma di utilizzare pannelli prefabbricati con lastre fittizie». «È possibile avere una copia dei progetti su cui sta lavorando Sacaim ora» ha chiesto Alessandro Rapinese, Area 2010.

Via il sindaco
«Il cittadino ci costa 8-9mila euro a numero, perché non usiamo questi soldi per sistemare le buche delle strade? – ha chiesto Mario Molteni, Per Como, che ha aggiunto – ho letto poi il sondaggio pubblicato sull’ultimo numero, hanno risposto in 39! Chiedono per il prossimo numero di dire le priorità per la città, invito tutti a scrivere e a chiedere di mandare a casa la Giunta e il sindaco! Noi di Per Como lo faremo».

Varie
Vittorio Mottola, Pd, ha chiesto la sistemazione di un semaforo pedonale a P. Chiasso, mentre la collega di partito Silvia Magni ha chiesto lumi sullo svolgimento dei lavori per il teleriscaldamento ad Albate e di darne notizia alla Circoscrizione oltre a domandare l’apertura anche serale della sala prove comunale «per quei giovani under 30 che durante la settimana lavorano». Emanuele Lionetti, Liberi per Como, ha proposto di togliere la possibilità di utilizzo del suolo pubblico a quegli esercizi che “sforano” dagli spazi assegnati dopo essere stati colti in fallo per tre volte.

Bilancio
Dopo l’appello e un minuto di silenzi, chiesto da Arturo Arcellaschi, Pdl, per i due soldati italiani morti in Afganistan il Consiglio ha ripreso la discussione sugli emendamenti al Bilancio comunale.
Sono stati bocciati quindi tutti gli emendamenti e i subemendamenti proposti (alcuni anche non condivisi da tutta la minoranza).
Non è stato approvato il finanziamento della ristrutturazione della micro piscina delle Scuole medie di Lora e neppure quella di Sagnino, né la «riorganizzazione degli orti dell’area prospiciente il campo sportivo di Tavernola».
«Gli emendamenti non sono campati in aria – ha concesso il primo cittadino Bruni – ma le risorse sono molto poche e bisogna fare scelte di priorità. Questo non vuol dire che non condividiamo il contenuto di alcuni degli emendamenti», per cui la Giunta ha però sempre espresso parere contrario.
È stato ritirato l’emendamento che chiedeva l’eliminazione dell’amianto dalla sede della Circoscrizione 8 perché il sindaco ha assicurato: «abbiamo stanziato le risorse già da due esercizi, ma non si è potuto intervenire nelle more della definizione con Aler della permuta per acquisire la struttura. A brevissimo si interverrà».
Una seduta a tratti paradossale con battibecchi tra minoranze e presidente del Consiglio Pastore sull’interpretazione del regolamento e questioni procedurali, mentre il secondo spingeva per limitare l’ostruzionismo chiedendo di presentare anticipatamente tutti i subemendamenti, con un tocco surreale quando dopo una pausa non ben precisata Pastore ha chiesto di chi fossero le chiavi di una macchina recuperate per terra. Passate le 23 il Pdl ha chiesto una sospensione ed è poi rientrato in aula chiedendo una riunione dei capigruppo per illustrare una proposta di svolgimento dei lavori, data l’ora il Consiglio è stato sciolto, mentre i capigruppo si sono fermati a discutere.
[Michele Donegana, ecoinformazioni]

lunedì 10 maggio 2010

acqua pubblica - referendum a Como

sabato 8 maggio 2010

paratie con scalinata verticale

Ecoinformazioni 7 maggio 2010

Paratie

Dopo il sopraluogo fatto dai consiglieri comunali al cantiere del primo lotto delle paratie e le polemiche sorte sulla pendenza delle ripidissime scalinate che portano al lago, «Scendono verticalmente!» è sbottato Supino, è intervenuto Mario Lucini, Pd, interrotto più volte dall’ingresso “riottoso” in aula dei consiglieri di maggioranza, «Cosa succede? – ha chiesto al presidente Pettignano – dobbiamo chiamare i vigili?» «Quando il trambusto è di lì [indicando i banchi della maggioranza] non si chiamano i vigili – ha aggiunto dopo il diniego del presidente – quando invece è di qui [indicando l’ingresso dell’aula riferendosi ai lavoratori della Ca’ d’industria] allora bisogna intervenire…» Il consigliere democratico ha chiesto di poter avere l’ultima variante, approvata ma mai consegnata, del progetto: «Sembrerebbe che si sia mantenuta la stessa lunghezza della scalinata-alaggio ma ora c’è più di un metro di dislivello rispetto a prima e quella che era una pendenza di 15-16 gradi è diventata di 25-28. Non è un alaggio, ma un precipizio!». «Durante il sopraluogo ho chiesto se era pericoloso – ha spiegato in aggiunta Roberta Marzorati, Per Como – mi è stato risposto di no. Ma quando mi sono avvicinata per vedere com’era e ho sceso un gradino mi hanno subito fermata: ma cosa fa? È pericoloso! Ho chiesto subito: ma come? Ma se è pericoloso lo si lascerà così? Allora mi hanno risposto che si potrà mettere una barriera». «Dove sono finiti la ringhiera e i lampioni storici del lungolago tolti per fare i lavori? – ha domandato inoltre Luigi Bottone, Liberi per Como – nel bando per l’arredo urbano sono previsti o non ci saranno più?».

mercoledì 5 maggio 2010

Premi per il muro, tutti contro il sindaco

La Provincia 5 maggio 2010

Bruni insiste: «Viola e Ferro hanno già pagato con la vergogna», ma l'intera maggioranza lo scarica

I 15mila euro di "retribuzione di risultato" a ciascuno dei due dirigenti di Palazzo Cernezzi che si sono occupati del cantiere delle paratie e, quindi, del muro, porta l'intero consiglio comunale contro il sindaco StefanoBruni. Consiglio che, aveva sfiduciato il direttore dei lavori Antonio Viola e il responsabile unico del procedimentoAntonio Ferro, ma che poi erano rimasti al loro posto.
Ieri mattina il sindaco ha difeso i due tecnici dicendo che «il sistema premiante prevede tutti gli obiettivi e sono stati penalizzati su quell'obiettivo: non si può cancellare tutto il resto che hanno fatto». E ancora: «La punizione l'hanno già subita nell'onta, che è molto superiore ai mille euro (il massimo di premio ai dirigenti comunali è arrivato a 16mila euro, ma il minimo a 6mila, ndr). Ne ho anche parlato in giunta. Il muro esisteva nel progetto, non sono i due dirigenti gli ideatori del muro. Loro hanno avallato e inventato l'extramuro, ma attenzione con il parere favorevole dei tre progettisti e della commissione paesaggio della Provincia. In questo gli architetti (non li cita ì, ma fa chiaramente intendere il progettista Renato Conti, il dirigente della Provincia Giuseppe Cosenza che aveva pure sanzionato il Comune per la realizzazione dell'opera, e il presidente della commissione paesaggio del Comune Fulvio Capsoni che era stato molto critico, ndr) sono più responsabili degli ingegneri. In più Ferro e Viola sono stati disponibili a stare al loro posto e per fortuna sono rimasti, se no sarebbe stato un grave problema. Un nuovo direttore lavori avrebbe bloccato tutto».
Se il parere della minoranza è noto, tutta la maggioranza (Pdl, Lega e Liberi per Como) attacca il sindaco. «Trovo inopportuno - tuona il capogruppo della Lega Giampiero Ajani - che ai due dirigenti vengano assegnati questi 15mila euro cadauno. È una beffa, visto tutto quello è successo non bisognava dare il benefit. È qualcosa che non è dovuto perché non è stato meritato. Avrei dato un segnale preciso anche alla gente evitando un premio così elevato anche perché parliamo del direttore lavori e del responsabile del procedimento, che non è che non hanno responsabilità. Dovrebbero avere una copertura assicurativa: io come professionista privato se sbaglio pago, o meglio paga la mia assicurazione».
Contrario anche il Pdl in blocco. Il capogruppo Marco Butti dice: «La situazione non è semplice, ma c'è massimo rispetto umano verso i due tecnici. Il tema della valutazione su tutti i dirigenti è oggetto delle prossime riunioni visto che anche la commissione ha chiesto più volte di entrare nel dettaglio e si sta preparando un ordine del giorno. In attesa di conoscere il metodo la cosa mi lascia molto perplesso». Il primo firmatario dell'ordine del giorno è il vice capogruppo Pasquale Buono: «Sicuramente i primi commenti durante l'arco della giornata da parte dei cittadini sono molto negativi. Bisognava dare un segnale più forte e per questo presenteremo un documento. Il problema c'è».
Durissimo Emanuele Lionetti, capogruppo diLiberi per Como: «Già in aula avevo manifestato tutta la mia contrarietà a questo fatto che aveva messo in profonda difficoltà gli amministratori. Non riusciamo neanche a sistemare gli asfalti, abbiamo perso ogni genere di credibilità sull'opinione pubblica per fatti come muro, Ticosa: è inaudito vedere assegnare compensi così alti ai responsabili del muro. Ferro, tra l'altro, è doppiamente responsabile perché avrebbe dovuto controllare. Il comportamento del sindaco è gravissimo, avrebbe dovuto intervenire e non consentire una cosa del genere».

Gisella Roncoroni

domenica 18 aprile 2010

comitato comasco referendum per l'acqua pubblica - incontro

REFERENDUM PER L'ACQUA PUBBLICA

Depositati i tre quesiti alla Corte di cassazione: dal 24 aprile inizia la raccolta firme Il Comitato Comasco per l'acqua Pubblica organizza per lunedì 19 aprile - presso la Sala Noseda in via Italia Libera 23 - Como alle ore 20.45 un incontro per costituire il Comitato provinciale di Como a sostegno del referendum nazionale per l'abrogazione delle leggi che obbligano alla privatizzazione dei servizi idrici.
Durante la serata saranno definite le questioni organizzative inerenti la raccolta firme e raccolte proposte e disponibilità in modo da coordinare la campagna referendaria.
Ad esempio, il giorno 29 è disponibile la sala dell'ex cinema Gloria- Como - per una serata musicale.
Roberto Fumagalli roberto@circoloambiente.org
Enzo Arighi attacchighi@alice.it
Edi Borgianni edi5@inwind.it

Referendum per l'acqua pubblica - Tre SI per ribadire:
fuori l'acqua dal mercato! Fuori i profitti dall'acqua!
www.acquabenecomune.org
Sono stati depositati il 31 marzo 2010 presso la Corte di Cassazione di Roma i quesiti per i tre referendum che chiedono l'abrogazione di tutte le norme che hanno aperto le porte della gestione dell'acqua ai privati e fatto della risorsa bene comune per eccellenza una merce.
Leggi tutto: http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article7399
Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua insieme a numerose realtà sociali e culturali promuove “tre referendum abrogativi delle norme che hanno privatizzato l'acqua” per rendere possibile qui ed ora “la gestione pubblica di questo bene comune”.
Sosterranno tale iniziativa anche diverse forze politiche.
Sullo stop alle politiche di privatizzazione e sulla necessità di una forte, radicata e diffusacampagna nazionale, “un vastissimo fronte” in queste settimane si è aggregato al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua: dalle associazioni dei consumatori alle associazioni ambientaliste, dal mondo cattolico e religioso al popolo viola, dai movimenti sociali al mondo sindacale, alle forze politiche.
Il costituendo Comitato Promotore: http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article7200
Tutte e tutti insieme abbiamo deciso di lanciare “a partire dal prossimo 24 aprile, una grande campagna di raccolta firme” per la promozione di tre quesiti referendari.
Leggi la relazione introduttiva ai quesiti referendari :
http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article7196
- Quesito referendario n. 1:
"volete voi che sia abrogato l'art.23 bis L. 133/08 così come modificato dall'art. 15 L.166/09.
Leggi tutto: http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article7197
- Quesito referendario n. 2:
"volete voi che sia abrogato l'art. 150 del D.lgs 152/06 (c.d. Decreto mbientale).
Leggi tutto : http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article7198
- Quesito referendario n. 3:
"volete voi che sia abrogato l'art. 154 del D.lgs 152/06 (c.d. Decreto ambientale).
Leggi tutto: http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article7199
Per il Comitato Comasco per l’Acqua Pubblica
Roberto Fumagalli roberto@circoloambiente.org
Enzo Arighi attacchighi@alice.it
Edi Borgianni edi5@inwind.it
Como, 6 Aprile 2010

venerdì 26 marzo 2010

progetto paratie: continua ...


La Provincia 26 marzo 2010
Paratie, la palizzata raddoppia
Sarà un'estate senza vista lago

Dopo Pasqua partirà il secondo lotto del cantiere, da Sant'Agostino a piazza Cavour
Infuriati gli albergatori: «Non ci hanno detto nulla». Timori per la stagione turistica

Sarà la terza estate con la palizzata sul lungolago nel tratto tra piazza Cavour e i giardini a lago. Ma non basta. Subito dopo Pasqua partiranno anche i lavori per il secondo lotto, che sarà presumibilmente suddiviso in due fasi. Si inizierà prima tra viale Geno e la darsena del Terminus, poi dalla darsena del Terminus a piazza Cavour. Il risultato? Ci sarà buona parte del lungolago oscurato. Non più dal muraglione, ma dalla palizzata in legno che, una volta arrivati alla seconda fase, di fatto lascerà libera solo piazza Cavour.
Da Palazzo Cernezzi ieri si sono limitati a dire che «la seconda fase dei lavori per la riqualificazione del lungolago prenderà avvio dopo Pasqua per concludersi nella seconda metà di luglio. L'area oggetto dei lavori sarà compresa tra vicolo Bonola e piazza Sant'Agostino. I tecnici stanno definendo in questi giorni le modalità degli interventi che verranno successivamente comunicate». E ancora il Comune ha parlato di «una barriera al di sotto della pavimentazione in cemento, tecnicamente realizzata con il "jet grouting" (tecnologia che consiste nell'iniezione di un fluido stabilizzante ad altissima pressione nel terreno e che ha come scopo il consolidamento di volumi delimitati di terreno per migliorarne le caratteristiche meccaniche quali la resistenza e la permeabilità). A conclusione dei lavori - che ricalcano le modalità già eseguite in viale Cavallotti e in parte nei giardini a lago - seguirà il ripristino della pavimentazione».
La suddivisione del maxi cantiere in tre lotti distinti era stata pensata proprio per evitare di avere tutto il lungolago bloccato e per alternare l'utilizzo dei pontili in modo da non mettere in difficoltà la navigazione. Il primo lotto (da piazza Cavour ai giardini) sarà concluso il 4 agosto, ma non potrà essere aperto poiché bisognerà definire l'arredo urbano, la pavimentazione e i lampioni, tutti elementi contenuti nel concorso di idee. Il vincitore si conoscerà il 15 luglio, poi però bisognerà vedere se il Comune deciderà di attuare il progetto vincente e, soprattutto, se ci saranno le risorse a disposizione.
Questo significa che per tutta l'estate resterà la palizzata e che, nel frattempo, sarà partito anche il secondo lotto. Un'ipotesi sul tavolo prevede che potrebbero essere creati dei corridoi per consentire alla navigazione di utilizzare i pontili sul primo tratto, ma non è stato definito nel dettaglio se è attuabile e se verrà attuata. Sul piede di guerra ci sono gli albergatori. «Siamo delusi e incavolati per la totale assenza di dialogo con il Comune. I frontisti non sono stati avvisati delle ultime decisioni, non sappiamo nulla su modi e tempi - dice Roberto Cassani dell'hotel Metropole Suisse - Dobbiamo aspettarci un'altra palizzata alta come quella che già c'è? Così blindano tutto il lungolago, alla faccia della città turistica. Ormai molti clienti stranieri quando ci contattano chiedono informazioni sul cantiere, vogliono sapere se il lago si vedrà. È accaduto persino con clienti del Sud America. A livello di immagine sono stati fatti gravi danni alla città e al settore turistico». Cassani chiude dicendo: «Siamo molto preoccupati per le crepe sui nostri edifici, ma soprattutto per quello che sta succedendo a livello idrogeologico. In questi giorni è tornata la solita puzza e non si sono mai visti così tanti topi».
Gi. Ro.

venerdì 12 marzo 2010

appuntamenti marzo 2010

presidio in difesa della legalità
contro il decreto legge salvaliste
domenica 7 marzo ore 10.30
piazza San Fedele

sabato 6 marzo 2010

appuntamenti febbraio 2010

acqua pubblica a Como
giovedì 25 febbraio 2010
incontro pubblico - via Italia Libera 23 Como
Comitato Comasco per l'Acqua Pubblica

Presidio in difesa della legalità contro il decreto legge salvaliste

COMUNICATO STAMPA Ecoinformazioni 6 marzo 2010

404 (POLITICA/ ELEZIONI/ COMO) Presidio in difesa della legalità contro il decreto legge salvaliste domenica 7 marzo, a partire dalle 10.30 in piazza San Fedele a Como.

I partiti che sostengono la candidatura di Filippo Penati in regione organizzano il presidio In difesa del rispetto della legalità per protestare contro il decreto legge interpretativo varato ieri dal Governo. La nota che indice la mobilitazione.

«Scendiamo in piazza per difendere un principio di legalità. Le norme non possono essere cambiate in corsa per favorire un giocatore. Esistono delle norme per la presentazione delle liste che prevedono tempi e modi. A Milano e a Roma il Pdl non le ha rispettate, probabilmente perché la situazione al suo interno ha portato a cambiare la composizione delle liste oltre il tempo dato per la presentazione. Ora il Consiglio dei Ministri ha deciso di sanare questa situazione stabilendo un precedente pericolosissimo. Contro questi metodi chiamiamo al presidio i cittadini».

mercoledì 3 marzo 2010

Paghiamo ancora per il muro Già liquidati oltre cinque milioni


La Provincia 3 marzo 2010
Il Comune ha staccato alla Sacaim un assegno da 740mila euro. È il quinto

È stato staccato negli ultimi giorni il quinto assegno alla Sacaim, la società veneta che sta realizzando il progetto delle paratie. Si tratta, come si legge nella determina dirigenziale affissa all'albo, di 740mila 925 euro e 84 centesimi per la precisione corrisposto «in deroga a quanto previsto dal capitolato speciale d'appalto».
Sommando l'ultimo assegno ai quattro già staccati dall'amministrazione comunale si arriva alla somma di 5 milioni e 696mila euro. In pratica se l'importo contrattuale non fosse aumentato, sarebbe già stata versata la metà del totale. Fino a prima del pasticcio del muro, infatti, l'importato contrattuale era pari a 11milioni 130 mila euro al netto del ribasso d'asta (dell'1.5%) oltre a 800mila euro per oneri relativi alla sicurezza. Del resto l'azienda ha realizzato il progetto predisposto e il fatto che ora in parte sia da rifare non può essere certamente imputato all'impresa che ha quindi ottenuto i relativi compensi previsti dalla legge.
Il costo della maxi opera delle paratie, con le nuove modifiche (addio al muro, sostituzione con i panconi mobili da utilizzare soltanto in caso di necessità), arriva a sfiorare i 20 milioni di euro. La perizia di variante, firmata dall'ingegner Antonio Viola, riporta infatti come ultima cifra 19 milioni 793mila 310 euro, mentre il primo progetto era pari a 15 milioni e 700mila euro.
Al momento, però, si potrà partire soltanto con uno stralcio della perizia (in totale ammonta a 3 milioni e 300mila euro, di cui 1.2 milioni per l'Iva maggiorata) pari a circa 600mila euro per una serie di questioni contabili (i fondi stanziati dalla Regione non sono utilizzabili in quanto il bilancio non è ancora stato approvato da Palazzo Cernezzi). Dal Comune hanno fatto sapere che il costo del muro è pari a zero per l'amministrazione: «Così come esplicitato in una lettera trasmessa dall'impresa appaltatrice all'amministrazione comunale, il costo del taglio del muro sarà a carico della stessa». Nel frattempo, però, il muro è stato completamente rimosso. Per vedere la fine del primo lotto (tranne gli arredi e la pavimentazione che sarà oggetto del concorso di idee) bisognerà aspettare l'estate. Fino al 6 agosto prossimo, il cantiere per quanto riguarda il primo lotto, non sarà concluso. «La nuova ultimazione - si legge nel verbale che ha consentito la ripresa dei lavori sospesi dall'inizio di dicembre - a seguito della perizia menzionata che concede 162 giorni per l'esecuzione dei maggiori lavori e considerando i due giorni restanti tra il 5 e il 7 dicembre, rimane fissata al 6 agosto 2010».
Il primo lotto (da piazza Cavour ai giardini a lago) era stato consegnato alla ditta veneziana Sacaim l'8 gennaio 2008 e avrebbe dovuto concludersi il 9 marzo del 2009. E a prescindere dal capitolo muro, fino al 20 settembre scorso, i ritardi erano già pesanti e pari a 200 giorni circa. Nel contratto firmato dall'amministrazione comunale e dall'impresa il 14 maggio del 2007 si legge testualmente: «Fase A: ultimazione opere previste nel tratto tra i giardini di ponente e l'hotel Metropole e Suisse entro 427 giorni dalla data di consegna dei lavori». Calendario alla mano significava il 9 marzo 2009.
Gi. Ro.

domenica 28 febbraio 2010

Paratie, una spesa di quasi venti milioni La nuova passeggiata pronta solo nel 2011

Il Giorno 25 febbreio 2010 - Como

IL MURO ha cominciato a cadere ieri, ma ci vorranno almeno due giorni e mezzo prima che cada definitivamente tutto. Da piazza Cavour ai giardini pubblici di Ponente. E per ricalpestare la famosa passeggiata del Lugolario Trento, con ogni probabilità, i comaschi dovranno aspettare il 2011. È questa la nuova tempistica, anche se ancora provvisoria, per la realizzazione del nuovo lungolago, almeno per quanto riguarda il primo lotto, quello compreso tra i giardini di Ponente e l’Hotel Metropole & Suisse. I tempi, anche a causa del Concorso internazionale d’idee indetto dalla Regione Lombardia per l’arredo urbano, si sono allungati parecchio, ma ormai all’allungamento dei tempi i comaschi sono abituati. Basti pensare che questo primo lotto, in base ai tempi iniziali, avrebbe dovuto essere consegnato il 9 marzo 2009. Si arriverà, come minimo, ad un ritardo (per una svariata serie di motivi) di quasi 600 giorni. E che dire dei costi? All’inizio (giorno della posa della prima pietra, quindi fine novembre 2007) erano, come si evince tuttora dagli pesudo-rendering apposti alla palizzata che delimita il cantiere, di 15.763.310,39 euro.

OGGI, in base all’ultima delibera della Giunta comunale, ammontano a 19.793.310,39 euro. Quindi 4 milioni e 30 mila euro in più. Sono comprese la variante di progetto per il “senza muro”, i nuovi pontili, e altre quisquillie sotterranee (impiantistica). Ma come andrà giù questo “muro della vergogna”? Lo spiegano il direttore del cantiere Sacaim Graziano Maggio e il responsabile unico del procedimento del Comune di Como Antonio Ferro. «Oggi (ieri per chi legge, ndr) cominciamo l’opera di demolizione del muro. Opera che viene effettuata dall’impresa di demolizoni “Cisana Elio” di Bergamo. Ha cominciato con una sega circolare con disco diamantato di piccolo raggio, alla quale se ne aggiungerà un’altra di diametro maggiore, che comincerà a segare dal lato opposto. In pratica si segano 3,75 metri di muro all’ora. Non dimentichiamo che il muro non è fatto solo di cemento armato, ma al suo interno c’è anche del polistirolo che, ovviamente, rende più rapida l’operazione di taglio. Tenenedo conto che si lavora per otto ore al giorno, entro sabato dovrmmo aver finito (126 metri).

IL BLOCCO di muro segato sarà poi fatto a fette verticali da un’altra apparecchiatura e quindi i blocchi verranno caricati su camion per essere trasportati in una cava per la loro definitiva demolizione». E la tempistica? «Da oggi, ripresa dei lavori, sono previsti 160 giorni per la consegna del lotto (si arriva, meteo permettendo, a Ferragosto, ndr) ma poi c’è da tenere conto dei tempi necessari per l’arredo urbano dei quali potremo dire qualcosa di più una volta che sarà definito il progetto emerso dal concorso d’idee». M.Mag.

mercoledì 17 febbraio 2010

appuntamenti gennaio 2010

acqua
lunedì 11 gennaio 2010 assemblea AATO - Villa Gallia
presidio dalle ore 15.30
Comitato Comasco per l'Acqua Pubblica

paratie
lunedì 11 gennaio 2010 - consiglio comunale

Gestione pubblica dell'acqua a Como



DECALOGO

CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELLA GESTIONE DELL’ACQUA

1 ) L’acqua è un bene comune e non una merce
I beni comuni appartengono a tutti gli esseri viventi mentre le merci appartengono solo a coloro che hanno capacità economiche per acquistarle

2) L’acqua è un diritto e non un bisogno
I diritti devono essere garantiti ai cittadini che per legge sono uguali; i bisogni sono soddisfatti dai clienti secondo le loro capacità economiche

3) la legge inserisce l’acqua tra i servizi pubblici a rilevanza economica
Il servizio, nell’ambito del mercato, diviene una merce che deve produrre un ricavo a totale copertura dei costi e della remunerazione del capitale/utile

4) La concorrenza fa bene al mercato come sostengono i privati?
L’acqua viene distribuita in regime di monopolio: oggi c’è una sola rete e quindi non esiste competitività privatizzazione.

5) Il privato agisce per il profitto e deve sempre aumentare i consumi
L’acqua è una risorsa limitata ed i consumi andrebbero, quindi, ridotti anche alla luce dei cambiamenti climatici.

6) Per produrre profitti si devono ridurre i costi
I diritti dei lavoratori e la sicurezza sono dei costi; le aziende private tendono sempre a ridurli diminuendo il personale ed i loro stipendi per aumentare margini di guadagno

7) La manutenzione delle reti necessita grandi investimenti
I privati non hanno interesse a ridurre le perdite di rete: anche queste vengono fatte pagare, comunque, al consumatore finale.

8) I privati hanno capacità economiche che gli Enti locali non hanno?
È previsto per legge che i costi degli ATO siano coperti completamente dalla tariffa, compresa la remunerazione del capitale investito che è pari al 7%. Le tariffe delle gestioni private in Italia hanno avuto aumenti dal 100 al 300%.

9) La scelta del gestore privato è irreversibile
Si è visto che con la gestione privata i costi aumentano e il servizio non migliora, ma tornare al servizio pubblico è molto difficile. Gli affidamenti hanno una lunga durata e i privati chiedono sempre di essere indennizzati dei mancati profitti con cifre di milioni di euro.

10) Amministratori pubblici o amministratori delegati?
Gli amministratori pubblici possono ruotare ogni 5 anni con le votazioni, le imprese private rimangono per i 30 anni e quindi prendono il controllo totale della gestione e pretendono di nominare l’amministratore delegato

martedì 16 febbraio 2010

Schermaglie sul muro fra sindaco e opposizione nella seduta di lunedì 15 febbraio

Estratto da Ecoinformazioni 18 febbraio 2010

«Vi annuncio un’interpellanza per chiarire la questione dell’Iva al 10 o al 20 per cento per il cantiere delle paratie», così Roberta Marzorati, Per Como, che ha chiesto chiarimenti sulle spese per il muro del lungolago nelle preliminari del Consiglio comunale di lunedì 15 gennaio. Sulla stessa opera è intervenuto Marcello Iantorno, Pd, «chiediamo un Consiglio straordinario per capire se il danno è stato già prodotto in fase progettuale ed è vero che sia possibile quantificarlo a 1,7 milioni di euro». Il consigliere democratico ha poi attaccato i responsabili del cantiere «l’ingegner Ferro e Viola sono stai sfiduciati da questo Consiglio, avrebbero dovuto avere la sensibilità di dimettersi».

«In questa assemblea non c’è più neanche la buona educazione. Io né minaccio, né prendo in giro – è intervenuto il sindaco Bruni – per quanto riguarda la questione suddetta ho comunicato quanto detto dalla Conferenza di servizi». «Un organismo obiettivo e fuori dalla mischia – ha precisato il primo cittadino – che ha affermato che si tratta di errori progettuali non di un’attuazione sbagliata».

All’attacco si è lanciato poi anche Luca Gaffuri, Pd, «un tempo si diceva promuovere per rimuovere, ora assistiamo all’esatto contrario – ha detto riferendosi all’ex Assessore Caradonna dimesso e mandato a Infrastrutture lombarde – dovremmo istituire una cassa integrazione per ex assessori ci permetterebbe di evitare cose mai aspettate…».
...
[Michele Donegana, ecoinformazioni]

lunedì 15 febbraio 2010

Progettisti e Comune, muro contro muro


La Provincia 14 febbraio 2010

Lite su costi e responsabilità: causa sempre più vicina. Il Pd insiste: Viola e Ferro si facciano da parte

è sempre lì Il muro sul lungolago

«Amarezza» per una vicenda «sgradevolissima». E la conferma di volersi tutelare nelle sedi opportune. I tre progettisti delle paratie non hanno digerito la presa di posizione del Comune, che imputa loro «omissioni progettuali» tali da comportare un esborso aggiuntivo di 1 milione e 700mila euro (cifra garantita dalla Regione, che ha già stanziato 2,1 milioni). All'indomani della conferenza dei servizi in cui è esploso il caso, parla l'architetto Renato Conti, che aveva curato il progetto originario del sistema antiesondazione insieme agli ingegneri Carlo Terragni e Ugo Majone. Dalle sue parole traspare una forte irritazione per le accuse mosse da Palazzo Cernezzi: «Due giorni prima della conferenza dei servizi abbiamo avuto i documenti e, preso atto dei contenuti, durante il vertice abbiamo manifestato la nostra amarezza - dice - Ora prenderemo in esame tutto e approfondiremo, poi valuteremo come muoverci. Posso dire che è una cosa sgradevolissima e che non so proprio da dove venga la cifra iperbolica che è stata riportata (1,7 milioni di euro, ndr). Ricordo - aggiunge il professionista comasco - che parliamo di un progetto messo in gara per la prima volta nel 2003. Nel 2004 fu modificato perché volevano contenere i costi e così cancellammo alcuni elementi. Tra l'altro si disse che, per problemi economici, molti aspetti del progetto sarebbero stati sistemati in seguito. Noi, però, nel 2005 siamo stati estromessi». Conti chiosa: «E pensare che tre mesi fa il sindaco voleva darmi un incarico da supervisore proprio su quest'opera...». La vicenda, con ogni probabilità, si trascinerà a lungo: già nel parere depositato due giorni fa e letto durante la conferenza dei servizi da Majone è scritto che i progettisti si riservano di adire le vie legali.
Lo scontro è evidente e lo stesso sindaco, in diretta su Etv, ha spiegato le intenzioni del Comune: «Ci sarà qualcuno che dirà se ci sono queste omissioni nel progetto. È giusto che, come in politica, anche nella parte tecnica chi commette un errore lo ammetta, se ne assuma la responsabilità e risarcisca. E vale non solo per i progettisti ma anche per la società che aveva fatto la validazione del progetto messo in gara. A questa società avevamo dato un compenso nell'ordine di parecchie decine di migliaia di euro. Agiremo quindi, eventualmente, anche nei confronti di questa società, chiedendo un risarcimento, perché hanno validato un progetto che aveva qualche problema. Siamo nel campo delle ipotesi, ma andiamo avanti per la nostra strada». La società in questione è la Inarcheck di Milano, che sul proprio sito web riporta una sintesi del lavoro svolto per il Comune di Como: «La verifica del progetto esecutivo ha interessato gli elaborati grafici, i documenti tecnico-economici, i documenti contrattuali e il piano di sicurezza e coordinamento - si legge - Gli aspetti maggiormente critici, rispetto ai quali si sono concentrati gli sforzi nell'attività di controllo, sono stati la modellazione idraulica del sistema lago-falda-fogna, la realizzazione di opere provvisionali (palancole) per il drenaggio dell'acqua durante la costruzione dei diaframmi delle paratie e la parzializzazione del cantiere, in modo tale da garantire l'utilizzo del lungolago a fini turistici». Contattata telefonicamente, la società per ora ha preferito non prendere posizione.
Intanto, sulla scorta di quanto avvenuto nella conferenza dei servizi, il Pd attacca: «La confessione dell'ingegner Antonio Ferro (responsabile del procedimento, ndr) sui danni che l'opera delle paratie ha finora procurato ai cittadini, cioè circa due milioni di euro, ci rafforza nell'idea che sia lui sia l'ingegner Viola debbano subito farsi da parte - dice il consigliere Marcello Iantorno - perché sfiduciati dal consiglio e ora per palese incompatibilità, essendo evidente e certo il conflitto di interesse. Porteremo alla Procura della Corte dei Conti di Milano - aggiunge - le altre 2168 firme messe da cittadini in calce al nostro esposto di ottobre, nonché la copia del verbale con la dichiarazione di Ferro, perché si velocizzino gli accertamenti».
Michele Sada

venerdì 5 febbraio 2010

2,1 mln per la Regione Lombardia e costi del taglio a carico della "societa' che ha realizzato finora le opere di difesa idraulica"

LOMBARDIA: GIUNTA, 2,1 MLN PER NUOVO PROGETTO LUNGOLAGO COMO

(ASCA) 5 febbraio 2010
Milano, 4 feb - La Giunta regionale della Lombardia ha deliberato, su proposta dell'assessore al Territorio e Urbanistica, Davide Boni, lo stanziamento di 2.100.000 euro per la realizzazione delle nuove opere previste nel progetto di sistemazione e difesa idraulica per il lungolago di Como, presentato a fine novembre dal presidente Formigoni e dall'assessore Boni insieme alle istituzioni locali.

Il progetto e' stato presentato in consiglio comunale il 21 dicembre scorso ed e' ora all'esame della Conferenza dei Servizi, prevista per l'8 febbraio, che provvedera' all'approvazione finale.

Nuove paratie mobili al posto di quelle fisse, ''taglio'' del discusso muro di cemento armato (con la parte interrata che resta a difesa del passaggio dell'acqua) con costi interamente a carico della societa' che ha realizzato finora le opere di difesa idraulica. Un progetto finalizzato ad assicurare le condizioni definitive per la messa in sicurezza idraulica della citta' e a migliorare gli aspetti problematici, come e' stato per il ''muro'' parzialmente realizzato.

giovedì 4 febbraio 2010

E pagano i soliti noti!

Regione Lombardia. Oggi la giunta ha approvato la spesa di 2 milioni e 100 di euro per togliere il muro al progetto paratie.

venerdì 22 gennaio 2010

progetto paratie: «Perché la variante non è mai stata approvata?»

La provincia 21 gennaio 2010

Interpellanza in Comune. «Perché la variante non è mai stata approvata?»

L'opposizione non intende allentare la morsa sul sindaco Stefano Bruni e sulla sua
amministrazione. L'obbiettivo continua a essere quello di inchiodarli alle loro eventuali responsabilità per avere permesso la realizzazione del muro del lungolago. Il sindaco ha 30 giorni di tempo per rispondere a un'interpellanza, presentata a nome di tutti i gruppi di minoranza, che va dritta al nocciolo della questione: il muro è frutto di una variante che non è mai stata approvata dal responsabile unico del procedimento (Rup), Antonio Ferro. Per quale motivo? Dal centrosinistra si parla di «un fatto gravissimo che dovrebbe interessare la Corte dei conti». Il muro, come è ormai noto, secondo il progetto approvato doveva avere dimensioni e altezze diverse. In poche parole, doveva essere più piccolo garantendo una maggiore visibilità del lago. L'interpellanza, depositata l'altro giorno, afferma nelle premesse che «la variante 2009 al muro antiesondazione ha comportato un aumento dell'altezza del muro stesso, apportando una sostanziale modifica al progetto» e che in base alla legge 554 del 1999, articolo 134 comma 9, le ?perizie di variante sono approvate dal responsabile unico del procedimento?. Dal sindaco, dall'ex assessore alle Grandi opere Fulvio Caradonna e dallo stesso direttore dei lavori delle paratie, Antonio Viola, sono arrivate alcune spiegazioni che però non hanno assolutamente soddisfatto l'opposizione che torna a chiedere, questa volta nero su bianco, per Ferro non abbia ottemperato all'obbligo previsto dalla legge «visto che la variante in questione non può essere certamente ricondotta a quella tipologia sottratta all'approvazione del Rup desumibile dalla norma del codice dei contratti che recita testualmente: «Non sono considerati varianti ai sensi del comma 1 gli interventi disposti dal direttore dei lavori per risolvere aspetti di dettaglio». Insomma, quella parte di muro realizzata in difformità dal progetto approvato, non sarebbe un dettaglio.
Tutt'altro. La consigliera di Lista per Como, Roberta Marzorati, ha anticipato in aula il contenuto dell'interpellanza affermando che la mancata approvazione da parte del Rup «è una cosa gravissima, una cosa da corte dei conti, che potrebbe avere ripercussioni molto serie. Se una variante non è approvata non si possono fare neanche i relativi pagamenti sulla variante stessa che non può essere sanata». Se Bruni non risponderà entro 30 giorni l'interpellanza diventerà argomento di discussione in consiglio comunale. Potrebbe essere l'occasione per l'ennesimo scontro tra opposizione e maggioranza sul muro del lungolago.
Dario Alemanno

martedì 19 gennaio 2010

paratie sempre più inutili, sempre più insensate

Ecoinformazioni 19 gennaio 2010

CONSIGLIO COMUNALE/ COMO) Attimi di sensatezza con la solidarietà ad Haiti nella seduta di lunedì 18 gennaio. Poi di nuovo inesorabilmente muro che intanto rimane al suo posto e paratie sempre più inutili sempre più insensate.
«Come mai non si è attenuto all’obbligo di destituire il responsabile dei lavori delle paratie?» ha chiesto Roberta Marzorati, Per Como, al sindaco nelle preliminari al Consiglio comunale di lunedì 18 gennaio riferendosi alle dimissioni dell’ingegner Ferro votate dall’Assemblea di Palazzo Cernezzi.

Marcello Iantorno, Pd, ha presentato una mozione, depositata agli atti, per destinare a programmi di cooperazione con Haiti in seguito al disastroso terremoto che l’ha colpita bloccando nel «bilancio di previsione annuale 2010 un importo fino all’0,80 per cento della somma dei primi tre titoli delle entrate».
Il consigliere democratico ha quindi chiesto di rispettare un minuto di raccoglimento per le vittime haitiane.
Dopo il momento di silenzio è così ripreso il dibattito sulle mozioni sulle paratie.

Marco Butti, capogruppo Pdl, ha velocemente esposto la propria mozione per impegnare il sindaco a relazionare sull’avanzamento dei lavori. Giampiero Ajani, Lega, ha presentato il proprio emendamento parlando del problema della subsidenza, chiedendo inoltre di «valutare la soluzione di predisporre difese mobili contro le esondazioni». «Non trovo nulla di quanto dice Ajani nello scritto che ha proposto» ha precisato Mario Lucini, Pd, seguito da Donato Supino, Prc, «voi della Lega non potete stare in Giunta e poi fare opposizione!», che ha poi ribadito scherzosamente il concetto in dialetto comasco concludendo: «avete de assessori!». Vittorio Mottola, Pd, ha quindi letto l’emendamento Ajani sottolineando la scollatura tra quanto affermato pubblicamente e lo scritto, «non c’è scritto nulla. È una situazione paradossale» ha precisato Bruno Magatti, Paco.
«Quali sono le vere ragioni per cui non avete abbattuto il muro» ha domandato Vincenzo Sapere, Gruppo misto, che ha aggiunto avrebbe votato solo un emendamento contenente una sfiducia al sindaco.
Bruni è intervenuto per precisare che «le competenze del sindaco sono solo del sindaco», sottolineando la propria autonomia pur seguendo gli indirizzi assembleari.
Emendata dalla maggioranza la mozione è stata approvata mentre parte delle minoranze sono uscite, il Pd si è diviso in due, seguendo Lucini: «non parteciperò al voto perché si tratta di una questione interna alla maggioranza con una premessa indirizzata alla Lega a cui viene approvato un emendamento generico».
Il Consiglio è passato così alla mozione proposta dal Pd e dai banchi del Pdl Pasquale Buono ha chiesto una votazione per punti.
Il primo voleva «salvaguardata la eccellenza paesistica e ambientale del luogo», il secondo voleva «mantenere gli indirizzi di tenere unite e coordinate la fase della progettazione ed esecuzione con quella della ideazione degli arredi e quindi di voler procedere alla soluzione in modo globale e comunque coordinato», l’ultimo chiedeva di «comunicare in modo tempestivo al Consiglio le misure decise, i tempi e i costi delle loro realizzazioni».
Forte l’opposizione al documento, e alle sue premesse, di Butti che ha parlato di «utilizzo strumentale del parere del sovrintendente Artioli».
Dopo varie disquisizioni procedurali alla votazione la maggioranza si è presentata in ordine sparso nonostante le indicazioni di voto contrarie e la mozione è stata approvata.
«Si è creato un mostro giuridico – è stata la recisa reazione di Claudio Corengia, Pdl – da quando si è deciso di votare per punti singole parti delle mozioni, senza una votazione finale complessiva, passano degli elaborati in cui il singolo punto è condivisibile ma le premesse assolutamente no».
Viva la soddisfazione fra l’opposizione espressa per bocca di Luca Gaffuri: «è passato che la fase progettuale e esecutiva debbano essere affrontate in una maniera globale e coordinata, contro le indicazioni del presidente della Regione Lombardia». Concorde Butti «è stato sconfessato il giudizio ed il parere della Conferenza dei servizi».
Secco il parere contrario del sindaco alla proposta di Supino di eliminare le paratie e soprattutto per la richiesta di sostenere l’ingresso di un esponente del Comune all’interno del Consorzio dell’Adda per salvaguardare la città dalle piene del lago. «Una ridicola – per il primo cittadino, che ha aggiunto – il contenuto va al di là delle leggi vigenti e delle mie competenze e non potrò adempiere all’incarico». «È inaudito – ha esclamato Alessandro Rapinese, Area 2010 – il sindaco afferma di non voler eseguire quanto il Consiglio dispone!».
Gaffuri ha invece spiegato che la proposta è stata sostenuta in Regione anche da esponenti del Pdl.
Al voto la maggioranza ha bocciato le proposte di Supino.

L’assemblea ha quindi iniziato la discussione su un nuovo complesso immobiliare da edificarsi in via Muggiò a ridosso del’area di via Cumano, che ha già visto l’approvazione di un importante, per le volumetrie, intervento.
Nella presentazione il sindaco ha dato i numeri del’intervento: 24 mila mq, 7211 mc per due condomini di 14,70 m di altezza. Le aree standard, 1.296 mq, verrebbero monetizzate quasi completamente (ricavando poco più di 187 mila euro, tranne 143 mq utilizzati per creare un passaggio pedonale.
Data l’ora la discussione è stata rimandata alla prossima seduta consiliare. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

mercoledì 13 gennaio 2010

Como -consiglio comunale 11 gennaio 2010 ancora muro

Ecoinformazioni 12 gennaio 2010


Nella seduta dell’11 gennaio 2010 la maggioranza promette: il muro giù a febbraio. La Lega si smarca sul muro: quota di difesa più bassa e responsabilità. Le opposizioni si dividono: Dario Valli, Magatti e Supino rimangono in aula e assicurano il numero legale, gli altri se ne vanno.



Movimentate preliminari al Consiglio comunale di lunedì 11 gennaio. Vittorio Nottola, Pd, ha lamentato il proliferare dei colombi a Sagnino chiedendo di prendere provvedimenti, «fanno i nidi anche nella canne fumarie con i disagi conseguenti», scatenando la reazione ed un battibecco con il padre del consigliere Luigi Bottone, Gruppo misto, che era fra il pubblico e che ha difeso i volatili esponendo un cartello, prontamente fatto togliere dalla polizia locale, che individuava nelle buche il vero problema del quartiere.

«Cosa è stato fatto per l’Abruzzo?» ha chiesto invece Marcello Iantorno sempre del Pd, che ha poi incalzato sulla situazione delle buche stradali causate dalla neve, anche dopo un grave incidente che ha visto coinvolta una persona in viale Giulio Cesare, «dovete intervenire immediatamente!».

Donato Supino, Prc, è ritornato alla gara d’appalto per la raccolta dei rifiuti dopo che l’assessore al verde gli aveva di rivolgersi alla magistratura se aveva notizia di quacosa d’irregolare: «Peverelli ha dichiarato in aula che non avrebbe presenziato ala gara di appalto, quindi qualche dubbio ce l’ha anche lui!».

Il Consiglio è così iniziato, in diretta televisiva, riprendendo il dibattito sulle mozioni presentate da maggioranza e opposizioni sul sistema di paratie a lago. Un ordine del giorno rispettato solo a tratti data la presentazione di una nuova variante di progetto da parte del sindaco nella seduta precedente che ha volente o nolente spinto molti consiglieri ad interrogarsi su questa nuova prospettiva o sulle paratie in generale, stimolando i consiglieri Vincenzo Sapere, Gruppo misto, e Massimo Serrentino, Pdl, a chiedere di ritornare all’ordine.

Il primo a prendere la parola è stato Alessandro Rapinese, Area 2010, che ha chiesto chi ha deciso le varianti e quanto è stato speso sinora, recriminando «nessuno ci aveva detto che ci avrebbero tolto la vista del lago».

«Quello presentato non può definirsi un progetto – ha dichiarato Giampiero Ajani, Lega – è una semplice dichiarazione di intenti», tra l’altro, ha rimarcato il capogruppo del carroccio, «non si vede chi è l’estensore. Non c’è la firma». Ajani ha così ribadito la necessità dell’abbattimento del muro «prima delle elezioni» e ha chiesto l’abbassamento della soglia di difesa da 200.30, una cretinata per il consigliere visti i livelli delle maggiori piene del lago, a 200,00.

Roberta Marzorati, Per Como, ha chiesto precisazioni sulla variante, chiedendo lumi soprattutto sull’assetto fognario e denunciando «si era detto che il direttore dei lavori sarebbe stato pagato alla fine a me risulta che abbia già ricevuto un compenso».

«A febbraio il muro verrà eliminato» ha affermato, tra l’altro, Gianluca Lombardi, Pdl, a cui è toccata la difesa del progetto e delle varianti.

Bruno Magatti, Paco, ha esposto la propria mozione che chiedeva l’impegno del Consorzio dell’Adda a rispettare un range di oscillazione del livello del lago, l’abbassamento della soglia dei 200.30 e il coinvolgimento nella riprogettazione «delle molte risorse culturali e progettuali presenti nel territorio comasco». A questa proposta il consigliere della rondine ha aggiunto quattro emendamenti, per un intervento modulare contro le esondazioni, per la salvaguardi dei tigli del lungolago, del molo di S. Agostino e per assicurare da eventuali problemi creati dalla subsidenza le strutture vicine al fronte lago perché «le modifiche della falda modificano la subsiidenza». Marco Butti, Pdl, l’ha poi definita «una mozione meritevole di approfondimento per alcuni punti».

Mottola, dopo una bagarre col presidente Pettignano su una livella, mostrata per spiegare delle rilevazioni sul cantiere fatte, ha precisato diverse “sbavature” dei rendering proposti come quello di non far vedere precisamente l’allaccio fra la passeggiata e la strada, coperto da persone e da macchine, oltre ai dossi per rallentare il traffico ipotizzati e già smentiti: «non sono anche questi cartoni animati, come il sindaco aveva definito quelli della Provincia?».

Mario Lucini, Pd, avvalendosi dell’ausilio di alcune slide ha chiesto alcune precisazioni, come i giorni di sospensione del cantiere, ribadendo la certezza delle lesioni agli edifici prospicienti, proponendo, se dovesse essere approvata l’ultima variante, di abbassare la “gobba” nel mezzo della passeggiata su cui erano inserite le paratoie a ventola per far meglio vedere il lago.

Chiarezza sulla variante è stata chiesta da Luca Gaffuri, Pd, «le varianti sono del 5 per cento, ma il responsabile Viola ha detto che si poteva arrivare al 70 per cento, presenteremo un’interrogazione per avere chiarimenti».

Contrariato anche Emanuele Lionetti, Lega, «io sapevo che il muro doveva già essere abbattuto, ora mi si dice a febbraio…», che ha chiesto di individuare le responsabilità per tutti gli errori commessi. Anche Pasquale Buono, Pdl, ha esordito con un «sarò critico finché non avrò visto abbattuto il muro».

Ha denunciato la sudditanza dalle decisioni milanesi Bruno Saladino, Pd, che ha denunciato «il marchingegno multimediale della scorsa seduta è costato 4 mila euro!».

Più circostanziato l’architetto Dario Valli, Area 2010, «Quale concorso di idee avete intenzione di fare? Il primo lotto quando sarà finito? Mi è stato risposto quando sarà stata posata la pavimentazione. Quindi sarà fatto un concorso internazionale per decidere quali panchine e cestini mettere? Una selezione per scegliere dal miglior catalogo i migliori cestini della spazzatura?».

Dopo la proposta del presidente Pettignano, in sostituzione dell’assente Pastore, il Consiglio ha votato di proseguire ad oltranza la seduta, con i soli voti della maggioranza.

Aperta la discussione sugli emendamenti alla mozione Magatti il sindaco si è detto favorevole ad alcuni, perché «non chiuso in una orgogliosa difesa, ma viceversa alla ricerca di soluzioni migliori», quello sulla modulazione e quello per la salvaguardia delle piante. Dopo un ulteriore modifica proposta da Supino. Sono stati votati, e sono passati, gli emendamenti, di cui uno risistemato per essere gradito al sindaco e la mozione definitiva per punti, bocciata la parte di premesse sgradita al primo cittadino.

Dato lo sfilacciamento tra le fila della maggioranza che aveva chiesto di rimanere ad oltranza le minoranze, tranne Paco, Prc e Valli, hanno abbandonato l’aula per far venire meno il numero legale.

I tre presenti hanno permesso di proseguire il dibattito e le votazioni sulla mozione Magatti. Alla fine della quale, quando avrebbero dovute essere affrontate le successive mozioni, il presidente del Consiglio, contrariamente alla decisone presa di proseguire la seduta ad oltranza ha dichiarato sciolta l’assemblea. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

mercoledì 6 gennaio 2010

acqua a Como - assemblea AATO 11.01.2010 - presidio

COMITATO COMASCO PER L'ACQUA PUBBLICA

COMUNICATO STAMPA

Lunedì 11 gennaio alle ore 16, presso Villa Gallia - sede della Provincia di Como - si riunisce l'assemblea dell'AATO di Como, cioè l'assemblea dei sindaci incaricata di prendere decisioni sulla gestione dell'acqua nel territorio della provincia di Como.

Pur non essendo all'ordine del giorno la discussione sulla gestione dell'acqua, il Comitato Comasco per l'Acqua Pubblica chiede ai sindaci di prendere posizione contro il rischio di privatizzazione dell'acqua.

Infatti, l'ATO di Como, nel 2007, aveva deciso di separare la gestione delle reti dall'erogazione del servizio e di affidare l'erogazione tramite gara, ovvero consegnare l'acqua nelle mani dei privati!
Nel frattempo si è dato vita alla società patrimoniale ComoAcque e si era pronti a bandire la gara per l'affidamento dell'erogazione. Così, oltre a dover renumerare due consigli di amministrazione, rimaneva a carico della società pubblica la realizzazione degli investimenti infrastrutturali, gli interventi di ristrutturazione e valorizzazione, mentre ai privati andava la bollettazione (le entrate) e la sola manutenzione ordinaria.
Ma di recente la Corte Costituzionale, con sentenza 307/2009 del 16/11/2009, ha dichiarato incostituzionale la separazione della gestione della rete idrica dall'attività di erogazione dell'acqua.
Pertanto in provincia di Como occorre adesso revocare le decisioni già prese e fermare la gara per l'affidamento del servizio, altrimenti si rischierebbe di esporsi a ricorsi per illegittimità.
Ed è paradossale che, in questa fase, ci si stia affidando ai dirigenti della Regione Lombardia, cioè a coloro che hanno scritto una legge rilevatasi incostituzionale.
Il Comitato Comasco per l'Acqua Pubblica denuncia anche il contenuto dell'art. 15, votato a novembre dal Parlamento, che vorrebbe consegnare l'acqua di tutta l'Italia nelle mani delle grandi multinazionali, magari straniere.
Un rischio che corre anche la provincia di Como nel caso si perseveri nella decisione di mettere a gara i servizi idrici.
Il Comitato Comasco per l'Acqua Pubblica chiama a raccolta i cittadini e gli amministratori pubblici che vogliono difendere l'acqua dalle speculazioni del mercato.
La priorità è quella di fermare la gara e di impostare un nuovo percorso di affidamento diretto della gestione ed erogazione dei servizi idrici ad aziende totalmente pubbliche, come per altro consentito dalla legge.
Per questo organizziamo un presidio davanti a Villa Gallia - via Borgovico 148 - lunedì 11 gennaio alle ore 15.30 per far sentire ai sindaci la voce di chi non condivide la strada della privatizzazione dell'acqua.


per il COMITATO COMASCO PER L'ACQUA PUBBLICA
Edi Borgianni
edi5@inwind.it
Roberto Fumagalli
roberto@circoloambiente.org
Enzo Arighi
attacchighi@alice.it

domenica 3 gennaio 2010

appuntamenti dicembre 2009

lunedì 21 dicembre ore 20.30
Consiglio Comunale
con parte dedicata al
nuovo progetto

Un nuovo progetto per inutili paratie ... chi pagherà cosa

INTERROGAZIONE

Il sottoscritto consigliere

A CONOSCENZA CHE:

Nel mese di novembre 2009 si è svolto un incontro a Como riguardante la presentazione del nuovo progetto per la barriera anti-esondazione del lago di Como che prevederebbe nuove paratie mobili al posto di quelle fisse, con relativo taglio del discusso muro di cemento armato (con la parte interrata che resta a difesa del passaggio dell'acqua);

A CONOSCENZA INOLTRE CHE:

A tale incontro ha partecipato il presidente della Regione, Roberto Formigoni, insieme al presidente della Provincia, Leonardo Carioni, al sindaco di Como, Roberto Bruni, e all'assessore regionale al Territorio e urbanistica, Davide Boni.

VISTO CHE:

Il progetto definito "migliorativo", dal presidente Formigoni, "e che in via definitiva crea le condizioni per la sicurezza idraulica della città e valorizza il bene lungolago, frutto del lavoro e della piena collaborazione tra Regione, Comune e Provincia" prevede in dettaglio: che le nuove paratoie saranno in parte automatiche (per circa 300 metri), sollevabili idraulicamente quando necessario, e in parte manuali (per 400 metri circa), montate su guide appositamente predisposte; che il nuovo piano calpestabile - in corrispondenza di piazza Cavour - sarà realizzato a una quota inferiore rispetto a quella prevista originariamente, per tutelare maggiormente la vista lago; che i parapetti in muratura previsti in corrispondenza dei "moli" laterali di piazza Cavour saranno sostituiti completamente da parapetti trasparenti, con guide per l'inserimento di pannelli mobili.

VISTO INOLTRE CHE:

Le nuove opere comporteranno un costo aggiuntivo dichiarato di 2,1 milioni di euro, allo scopo di migliorare gli aspetti problematici, come è stato per il "muro" parzialmente realizzato, che il presidente ha definito senza mezzi termini "un grave errore". Formigoni ha inoltre dichiarato che il progetto delle paratie di Como sarà rivisto e i lavori di modifica, costo € 2 milioni e 100, saranno interamente a carico della società che attualmente ha in carico i lavori per le opere di difesa idraulica.


TENUTO CONTO CHE:

In un primo momento era stato affermato che i costi aggiuntivi per la rimozione, totale o parziale del “muro” sarebbero stati sostenuti anche da Regione Lombardia con numerose polemiche facenti seguito al fatto che essendo la colpa del costo aggiunto imputabile al sindaco e alla giunta di Como non si accettava che a pagare fossero i cittadini, tramite gli EE.LL., Comune, Provincia o Regione che fossero;


TENUTO CONTO INOLTRE CHE:

E’ stato dichiarato dal sindaco di Como che: "Entro il mese di dicembre sarà predisposto il progetto esecutivo" a cui poi seguirà l’avvio dell'iter autorizzatorio, con la conferenza dei servizi e l'approvazione della perizia di variante, per arrivare entro febbraio all'avvio dei nuovi lavori;


SI INTERROGA L’ASSESSORE AL TERRITORIO E URBANISTICA


Per sapere:

· Se effettivamente i costi saranno coperti interamente dalla società che esegue i lavori (SACAIM) e, nel caso, se e cosa tale società ha ricevuto in cambio.

· Se i tempi di realizzazione dell’opera e i costi relativi corrispondano ad una stima veritiera o ad un’approssimazione molto generica.


Milano, 16 dicembre 2009

Carlo Monguzzi