mercoledì 23 dicembre 2009

Consiglio comunale del 21 dicembre 2009 - progetto paratie


Ecoinformazioni 23 dicembre 2009

La televisione vince la neve e il Consiglio comunale per parlare di paratie di lunedì 21 dicembre, illuminato dalle telecamere di Etv, si tiene nonostante la nevicata . Forse un nuovo progetto e il Consorzio di idee non sarà solo sugli arredi bensì su tutto il fronte lago.


La neve è stata al centro delle preliminari del Consiglio comunale di lunedì 21 dicembre, mentre un grande presepio, intagliato in un enorme pane, faceva bella mostra di sé al centro della sala in onore alle festività natalizie. Accesa la discussione che ha visto abbandonare l’aula, per protesta, da Claudio Corengia, Pdl, accusando l’assessore Stefano Molinari di non aver operato celermente per lo sgombero delle strade. Uno strascico della richiesta di più fondi per affrontare un eventuale emergenza neve posta dal consigliere nell’ultimo assestamento di bilancio.

Iniziato il Consiglio, trasmesso in diretta da Etv, solo una decina gli assenti nonostante l’abbondante nevicata, sono state presentate diverse mozioni sulle paratie a lago.

Per primo Marco Butti, Pdl, ha sospeso il suo intervento aspettando la relazione del sindaco sull’avanzamento della progettazione dei lavori (una delle richiesta della mozione proposta).

Marcello Iantorno, Pd, ha quindi introdotto la richiesta del suo partito al sindaco ripercorrendo gli accadimenti dal 20 ottobre scorso quando l’assemblea di Palazzo Cernezzi ha deciso di abbattere il muro e di impegnarsi a salvaguardare il paesaggio e la visuale sul lungolago.

Per il consigliere, e come riportato nella mozione, la separazione fra progettazione ed esecuzione da quella della ideazione degli arredi si tradurrebbe in un intervento «in modo settoriale e parziale e comunque scoordinato». A riprove di ciò sono state portati i pareri di Angelo Monti, presidente degli architetti di Como, e di Alberto Artioli, sovrintendente ai beni culturali e architettonici della Lombardia, per cui «tale modo di procedere risulterebbe deleterio per il risultato complessivo dell’intervento, nel rispetto dei principi di eccellenza paesistico e ambientale e in alcun modo sacrificabili, data l’importanza dell’opera e il dovuto rispetto dell’integrità del paesaggio e sua godibilità, beni assoluti della città».

Inoltre si è chiesto Iantorno «quando sarà fatto il concorso di idee per gli arredi? Le tempistiche sono di mesi…», per di più per «un disegno che sarà condizionato da quanto è stato già edificato». «Si sarebbe potuto sentire delle persone competenti sul tema» è stata l’affermazione finale dell’intervento.

«Un metro d’acqua in più nel lago, per 145 chilometri quadrati di superficie, equivale a 145 milioni di metri cubi d’acqua» ha spiegato Bruno Magatti, Paco, da qui il suo timore dell’utilizzo del lago come un semplice serbatoio per gli interessi del Consorzio dell’Adda, ricordando la vendita dell’acqua alla pianura nei mesi estivi e ribadendo la paura di vedere le future parati alzate per alcuni mesi l’anno in previsione dei periodi di siccità estivi. Per questo nella mozione il consigliere del movimento della rondine ha chiesto tra l’altro «la richiesta di sottoscrizione di impegni formali da parte del Consorzio dell’Adda al rispetto di un predefinito range di oscillazione (livello massimo-livello minimo) dell’acqua del lago in tutti i periodi dell’anno, con le modalità già attuate in altre situazioni analoghe a quella comasca».

Alessandro Rapiense, Area 2010, ha ritirato la propria mozione, che chiedeva l’apertura degli oblò sul cantiere del primo lotto, fatti oscurare dal sindaco, riaperte nei giorni precedenti.

Donato Supino, Prc, si è trovato concorde con Magatti sulla paura dell’utilizzo del lago come di una “vasca” e ha attaccato il sindaco: «Lei ha detto che se non si facevano le paratie non sarebbe arrivato un euro con la legge Valtellina, ma non è vero!», citando dichiarazioni alla stampa dell’ex consigliere comunale Buzzi. Il consigliere comunista ha poi ricordato le lesioni nei palazzi prospicienti il cantiere, il manto stradale sollevatosi in piazza Cavour e sul lungolago, oltre che i «tombini che dovrebbero convogliare le acque piovane, viceversa le buttano fuori ed emettono cattivi odori». Non ha lesinato poi attacchi al l’assessore Molinari, definito «voltagabbana» per essersi prima opposto a Caradonna ed ora essere d’accordo con l’opera, all’ultimo ex vicesindaco e all’opposizione, segnatamente a quel «qualcuno che non ha voluto dare le dimissioni di massa».

Il sindaco Bruni ha così replicato a tutti i proponenti le mozioni per correggere «cose di assoluta inesattezza». A proposito del far divenire il lago un deposito d’acqua ha detto che è «tecnicamente impossibile da realizzarsi» e che «non ci sono soggetti che artatamente tengano più alto il livello del lago», adducendo a forti precipitazioni le esondazioni comasche non del tutto arginabili quindi con la regolamentazione delle chiuse di Olginate.

Forte la difesa del progetto che difenderà la città dai «centinaia di migliaia di euro di danni delle esondazioni» con una precisa presa di posizione «certamente è un elemento di cambiamento – ha chiarito – di cui non bisogna aver paura». «La tutela del paesaggio non vuol dire che tutto rimanga come è oggi», infatti si allargherà e si alzerà la passeggiata ha spiegato con «un cambiamento di miglioramento» poiché «l’intoccablità non è un bene ma un’ideologia».

Il primo cittadino ha quindi affermato che il futuro concorso di idee sugli arredi del lungolago non riguarderà la zona delle sole paratie ma «tutto il fronte lago ma anche le vie prospicienti per un più grande interesse della città».

Dopo il sindaco sono intervenuti i tecnici la geologa Annamaria Mai della Regione Lombardia per spiegare gli obiettivi del progetto, «prima della regolamentazione dei flussi a Olginate il lago esondava per una media di 35 giorni l’anno, ora è sceso a 7 e mezzo, ora non succederà più», ed il responsabile del procedimento ingegner Ferro che ha illustrato le modifiche al progetto con l’aiuto di alcune slide.

Gli uffici hanno preparato una nuova planimetria del nuovo progetto e alcune sezioni dello stesso in più punti con anche la segnalazione dei coni di visuale dei passanti sul marciapiede opposto al lago.

La passeggiata verrà rialzata comunque per «una media di 45-50 cm rispetto ad ora», ma non seguirà più l’andamento del progetto precedente con una rampa e poi un piano, seguendo invece un’andatura più dolce con un primo stacco più accentuato e poi, con una pendenza dell’1 per cento, «rispettando le norme sulle barriere architettoniche per portatori di handicap» ha chiarito Ferro, fino ad un ultima salita dell’4 per mille per raggiungere quota 200.10. Diversa la conformazione dalla darsena a S. Agostino dove la passeggiata sarà formata da due livelli differenti uno più basso dell’altro. Per l’ingegnere «la visuale sarà sostanzialmente salvaguardata».

Ma una nuova ipotesi è stata prospettata e potrebbe soppiantare le paratie a scomparsa in mezzo alla passeggiata. Si potrebbe «spostare la linea di difesa lungo la sponda del lago», utilizzando i montanti in ferro della ringhiera per la posa di opere di difesa mobili da applicare a mano. Per Ferro «potrebbero essere poste in 17 ore per i 300 metri da difendere e sarebbe fattibile dato che il lago non esonda contemporaneamente lungo tutto il fronte. L’affidabilità nella semplicità!».

Una proposta che il sindaco ha definito suggestiva e affascinante, «un’idea che salva capra e cavoli», anche perché l’area liberata dalle paratie rimarrebbe tutta a disposizione degli architetti che progetteranno il nuovo arredo urbano.

Dopo alcune richieste di chiarimento e le risposte la seduta è stata aggiornata a data da definirsi.

sabato 12 dicembre 2009

Paratie: cantiere velato


Promesse da marinaio
Gli oblò rimangono chiusi
Quindici giorni fa in Regione il sindaco Bruni aveva promesso d’intervenire
Invece le finestre sono ancora coperte anche se gli operai non lavorano più


Sono passati 13 giorni da quel venerdì 27 novembre quando a Milano,alla presenza del residente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, il sindaco Stefano Bruni aveva promesso la riapertura delle finestre trasparenti sul cantiere delle paratie. E un mese esatto dall’oscuramento degli oblò (era l’11 novembre, mercoledì pomeriggio, durante il blitz della forestale). «Ci sono stati episodi spiacevoli - avevab detto il sindaco al Pirellone - e gli addetti al cantiere li hanno oscurati.
Alla luce di quanto deciso oggi (il27, ndr), chiederò che le finestre siano di nuovo libere e che i comaschi possano tornare a vedere».
Il muraglione, però, è ancora invisibile e nel frattempo i lavori sono statisospesi e non verranno ripresi fino all’approvazione del nuovo progetto (che prevede l’abbattimento totale del muro lasciando per il momento il lungolago simile a una pista di atterraggio poiché ’arredo urbano sarà scelto il un secondo tempo con un concorso di idee apposito).
Ieri sera in consiglio comunale è tornato all’attacco il consigliere di Area 2010 Alessandro Rapinese,che ha anche depositato una mozione urgente per chiedere la riapertura delle finestre. «È incredibile - ha detto - che siano ancora chiuse, il sindaco aveva promesso che le avrebbe fatte riaprire. Adesso, tra l’altro, non si può insultare nessuno visto che gli operai non ci sono: questa è la dimostrazione che la vera ragione della chiusura non era l’insulto agli operai, ma non il mostrare lo scempio ai cittadini. La promessa non è stata mantenuta e il persistere con gli oblò oscurati è una totale mancanza di rispetto nei confronti dei comaschi». Sulla mozione Rapinese si aspetta «che venga discussa nel più breve tempo possibile e visto che il sindaco fa orecchie da mercanti, mi appello ai consiglieri di maggioranza affinchè facciano pressioni per risolvere la situazione ».
La riapertura era stata chiesta praticamente da tutte le forze politiche (dalla Lega al Pd, da un’ampia fetta del Pdl a Rifondazione). Donato Supino (Prc) aveva anche proposto di mettere delle web cam per far sì che si potesse comunque vedere il cantiere che, ad oggi, è ancora oscurato.

Gi. Ro

venerdì 4 dicembre 2009

Paratie, nuovo progetto, ma sempre paratie


Corriere di Como 2 novembre 2009

Consiglieri divisi tra prudenza e scetticismo
Le reazioni a caldo


Butti (Pdl): «Progetto migliorato». Supino: «Muretti impresentabili»

I consiglieri comunali si dividono essenzialmente in due partiti nel giudizio sulle nuove immagini del lungolago: i prudenti e gli scettici, con qualche sconfinamento nella critica aperta. Nel mezzo, si colloca il presidente della Commissione Paesaggio di Palazzo Cernezzi, Fulvio Capsoni, il quale tutto sommato promuove la nuova passeggiata ma boccia sonoramente i rivestimenti di finta pietra di Moltrasio che ricopriranno la parete verso il lago.
CENTRODESTRA
Sul fronte della maggioranza, il capogruppo del Pdl, Marco Butti, è stringato e cauto. «Dalle poche immagini che ho visto - ha commentato - mi pare che rispetto al muro si siano fatti grandi passi avanti ma che ogni giudizio definitivo sia prematuro. Il lago però dovrebbe vedersi molto meglio, e questo è importante». Sulla nuova passeggiata è intervenuto anche Pasquale Buono, vicecapogruppo del Pdl in consiglio comunale. Con toni moderati ma qualche prescrizione. «Siamo sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo iniziale che ci eravamo prefissati prima del caso del muro - ha dichiarato Buono - In base alle nuove immagini sembra che si riescano a mantenere la lunghezza e la larghezza previste per la passeggiata, e soprattutto ritorna la vista lago. Ora attendiamo di vedere anche il progetto definitivo». «Finita la prima fase di realizzazione però - ha aggiunto Buono - si dovranno prevedere ulteriori interventi per arricchire e abbellire la passeggiata. A partire, magari, da un numero maggiore di fioriere e inventando nuove idee. Ad esempio si potrebbero utilizzare alcuni tratti della passeggiata come luogo dove organizzare piccole mostre».
Meno tenero è il giudizio del capogruppo della Lega, Gianpiero Ajani. «Prima di tutto pretendo come consigliere e in rappresentanza del gruppo della Lega di disporre immediatamente una copia del progetto - ha affermato il leghista - Sulle immagini, a una prima visione mi pare di cogliere un miglioramento rispetto al passato, però gli arredi devono essere concepiti oggi, prima della realizzazione e non inseriti dopo. E tutto deve essere condiviso con il consiglio comunale».
OPPOSIZIONE
Dal capogruppo di Rifondazione, Donato Supino, arrivano le parole più dure. «Le nuove foto, così come sono state presentate, hanno decisamente poco a che fare con i primi rendering che ci sono stati mostrati - ha osservato Supino - Dopo aver visto le ricostruzioni, ne ho ricavato una brutta sensazione. Innanzitutto balzano subito all’occhio i muretti di sostegno delle paratie, assolutamente antiestetici e decisamente impresentabili. Si è recuperato molto spazio con questo nuovo disegno ma nel complesso sono ancora scettico sul risultato finale». «Comunque - ha chiuso Supino - una passeggiata senza paratie rimarrebbe la soluzione ideale. Ribadisco inoltre anche un altro concetto. A più riprese in piazza Cavour si sono alzate lastre della pavimentazione e alcuni tombini sono esplosi dopo forti precipitazioni. Segnale evidente che andrebbe controllata con maggior attenzione anche la falda acquifera».
Tra i più prudenti di tutti in ogni giudizio è il consigliere del Pd, Mario Lucini. «Sono immagini molto grezze - ha affermato - Mi sembra presto per esprimere qualsiasi giudizio, ma auspico che il lavoro complessivo non prescinda da consulenze architettoniche e paesaggistiche».
IL PRESIDENTE
Il presidente della Commissione comunale sul Paesaggio, Fulvio Capsoni, dice di «non trovare così problematica la presenza dei muretti di sostegno alle paratie. Ciò che invece è proprio brutto è il rivestimento della parete verso il lago della passeggiata con la finta pietra di Moltrasio. Quello sì che sarebbe un aspetto da rivedere profondamente».

domenica 29 novembre 2009

Muro: la Regione paga l'abbattimento, ma ...


Muro: la regione paga l'abbattimento, questo il titolo apparso sul Giornale di Como, ma i 2 milioni di Euro che, a quanto pare saranno coperti dalla Regione, da dove provengono? Da chi è stato alimentato il fondo dal quale la Regione attingerà per coprire le spese di modifica del progetto?
Alla fine a pagare per gli errori commessi non saranno forse tutti i cittadini della Lombardia?

Muro: la Regione paga l'abbattimento

Giornale di Como del 28 novembre 2009
Muro: la Regione paga l'abbattimento


COMO (bla) In una riunione al 30° piano del Palazzo della Regione, il presidente Roberto Formigoni, l'assesore regionale al Territorio e Urbanistica Davide Boni, il presidente della Provincia di Como Leonardo Carioni e il sindaco di Como Stefano Bruni hanno affrontato il problema del <> anti-esondazioni e hanno condiviso una soluzione del problema che verrà ora messa a punto nei dettagli, per essere poi comunicata nei prossimi giorni.
La Regione coprirà gran parte delle spese per smantellare il <> e per istallare delle paratie mobili a scomparsa, per le eventuali esondazioni. La spesa per modificare il progetto per le paratie e per la nuova passeggiata, si aggira su circa 2 milioni di euro.

giovedì 26 novembre 2009

Paratie: nuovo progetto - nuove critiche

La Provincia 25 novembre 2009

Il soprintendente ha già criticato il progetto in corso di elaborazione: «Comunque altera la visuale»

Scottato dalle polemiche che l'hanno investito in pieno dopo la scoperta del muro sul lungolago, il sindaco Stefano Bruni sembra intenzionato a chiedere che, nel nuovo progetto, non sia prevista nemmeno una minima barriera. Niente arredi, niente fioriere o panchine.
Stando ai ben informati, Bruni questa volta vuole procedere con i piedi di piombo. Forse fin troppo, tanto che sull'aspetto della nuova passeggiata ci sarebbe già stata più di una frizione con i tecnici. Con l'addio al muro così come previsto, d'altra parte, si otterrebbe una maxi passeggiata larga 20 metri e lunga 176, rialzata rispetto al piano attuale e di fatto simile a una pista di atterraggio. Una soluzione che ha già fatto storcere il naso a molti e che terrà banco nelle prossime
settimane. La bozza che verrà presentata pubblicamente a breve, infatti, non affronta il problema, ancora tutto da analizzare. Al termine del vertice politico di ieri, comunque, prevaleva l'ottimismo: «L'accordo c'è e la cosa importante è buttare giù il muro entro un paio di mesi», ha sintetizzato il presidente della Provincia Leonardo Carioni.
A sorpresa, intanto, ha preso posizione sulla vicenda del muro il soprintendente regionale ai Beni architettonici e paesaggistici Alberto Artioli. In una lettera inviata a Comune e Provincia, che ha peraltro suscitato malumore ed è stata giudicata da più parti «intempestiva», Artioli entra nel merito del nuovo progetto in fase di gestazione, valutandolo positivamente ma sottolineando al contempo che la visuale del lago non sarà in ogni caso paragonabile a quella cui per secoli i
comaschi sono stati abituati. Per la concezione stessa alla base della nuova passeggiata, è il parere del soprintendente, sarà infatti inevitabile danneggiare parzialmente l'amenità del luogo. Lo stesso Artioli, che ha anticipato in modo irrituale alcune valutazioni, dovrà tra l'altro approvare ufficialmente il nuovo progetto che verrà curato dai tecnici di Palazzo Cernezzi. Quel che è certo è che la quota antiesondazione di 200,30 metri sul livello del mare non verrà modificata, sebbene il titolare della Soprintendenza lombarda abbia inserito anche questo nel ventaglio delle possibilità.
Mi. Sa.

martedì 17 novembre 2009

muro eliminato ... forse

Durante il Consiglio comunale del 16 novembre, l'assessore Cenetiempo, delegato dal Sindaco, ai cittadini, che dopo lunga attesa e trattative, sono potuti entrare e sono stati ricevuti in Sala Stemmi, ha illustrato quanto sta avvenendo in relazione al promesso abbattimento del muro:
sono state depositate tre proposte di modifica del progetto da parte della Regione e una da parte del Sindaco;
le modifiche riguardano l’intero progetto, da piazza Matteotti ai giardini a lago;
è prevista l'eliminazione totale del muro che sarà portato a livello del calpestio, il marciapiede sarà rialzato di circa 35 cm.;
entro fine settimana dovrebbe essere effettuata la scelta;
successivamente elaborazione del progetto esecutivo;
ulteriori tempi per la conferenza di servizi;
prevedibile approvazione del nuovo progetto entro fine gennaio.
Il pubblico ha protestato per le espressioni utilizzate che esprimevano possibilità e non certezze anche in relazione all’abbattimento del muro.
Dal pubblico è stato evidenziato come, ultimata la costruzione delle paratie, sarà possibile alzare il livello del lago per avere più acqua da vendere, la cui gestione attualmente è in mano alla Regione. E' prevedibile, quindi, che le paratie saranno tenute alzate per un periodo maggiore rispetto a quanto calcolabile in base alle esondazioni che si sono finora verificate.
Nessuna risposta alle domande poste in relazione a cosa farà la società appaltatrice fino a gennaio, continuerà i lavori? Quali? Altro muro poi da abbattere?
Proteste per il mancato intervento diretto del Sindaco.

Il muro di cartone e il blocco ai cancelli



Il muro di cartone costruito ieri, 16 novembre, fuori dai cancelli del comune e ingresso bloccato

manifestazione con Consiglio comunale blindato


Ecoinformazioni 17 novembre 2009
Consiglio comunale blindato quello di lunedì 16 novembre per contrastare la manifestazione di Giù la Giunta. A Palazzo Cernezzi il pubblico accorso per protestare contro la Giunta Bruni, è stato bloccate all’ingresso da polizia, vigili urbani e Guardia di finanza. In aula la maggioranza, lasciata sola da tutti salvo rapinose, ha contestato le decisioni assunte a difesa della laicità dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.

Chi cercava di entrare, più di 50 persone, veniva identificato con la richiesta di documenti e la direttiva era di far passare solo una quindicina di persone, senza permettere l’accesso ai più neanche nel cortile antico.

Nel mentre, nelle preliminari, sia Giampiero Ajani, Lega, che Donato Supino, Prc, hanno chiesto di riaprire gli oblò sul cantiere delle paratie per permettere ai cittadini di vedere cosa si sta edificando, mentre Bruno Magatti, Paco, è ritornato sull’appalto per la raccolta dei rifiuti.

Non essendoci il pubblico, solo 9 persone erano riuscite a superare le maglie del controllo all’ingresso Mario Lucini, Pd, è sbottato «Non vedo di cosa possiate aver paura – aggiungendo – poi si parla di casa di vetro…».

Gi ha risposto il presidente Mario Pastore attivatosi per «la sicurezza interna della sala e del palazzo» che ha chiarito che «le forze dell’ordine rispondono agli indirizzi della Questura», spiegando che il numero massimo di persone che possono assistere al Consiglio è 30.

Mario Molteni, Per Como, ha letto il volantino distribuito dai manifestanti che hanno risposto all’invito di Giù la Giunta.

Insediato il Consiglio Luca Gaffuri, Pd, ha chiesto una sospensione dei lavori e i consiglieri di opposizione, con anche qualcuno della maggioranza, si sono recati a discutere con i cittadini bloccati ai cancelli.

Alcuni manifestanti nel frattempo avevano costruito un muro di cartoni davanti al cancello, che è stato abbattuto dai consiglieri di minoranza assieme ai manifestanti.

Dopo un’ora di trattative, con l’intercessione dell’assessore Cenetiempo, i cittadini sono riusciti ad entrare sino al cortile vecchio, dopo un’altra mezz’ora sono stati accolti in Sala stemmi, dove Cenetiempo, per la Giunta, ha discusso con loro, principalmente del muro sul lungolago.

Ripreso il Consiglio la maggioranza ha chiesto di ribaltare l’ordine dei lavori e di affrontare la mozione del consigliere Gianmaria Quagelli, Pdl, per invitare il sindaco a esprimere la contrarietà della società comasca alla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del Consiglio d’Europa che ha espresso parere contrario alla presenza di crocefissi nelle aule scolastiche italiane. La maggioranza ha così votato i cambiamento del programma della serata scatenando l’indignazione delle minoranze.

«Non si può cambiare sempre l’ordine dei lavori, c’erano dieci mozioni prima di questa» ha esclamato Lucini, «vergogna!» ha aggiunto Marcello Iantorno, Pd, mentre il pubblico applaudiva la reazione dei consiglieri di minoranza che hanno abbandonato l’aula per protestare contro i continui cambiamenti a colpi di maggioranza all’ordine del giorno al di là degli accordi presi.

Le minoranze hanno così raggiunto i manifestanti in Sala Stemmi, mentre la mozione Quagelli veniva discussa in Consiglio.

Per il proponente «chi sta qui deve rispettare le nostre regole», mentre Claudio Corengia, Pdl, ha citato «le radici giudaico-cristiane e le nostre tradizioni» oltre che «il continuo arretrare della nostra civiltà» a causa «dei soprusi delle minoranze nei confronti della maggioranza». Si è accalorato Luigi Bottone, Gruppo misto, «se non vi va bene andate via!» aggiungendo «il crocefisso lo voglio». Più pacato Marco Butti, Pdl, per cui «è giusto manifestare nelle istituzioni italiane ed europee», mentre Ajani ha rivendicato la primogenitura delle campagne contro gli islamici e la contrarietà all’erezione di moschee, mettendo in ridicolo l’Unione europea (non il Consiglio d’Europa) citando le direttive sulla curvatura delle banane.

Alessandro Rapinese, Area 2010, unico dei consiglieri di opposizione rientrato in aula ha espresso perplessità sulla fattiva possibilità di incidere di una mozione del comune di Como, punzecchiando la Lega sull’immigrazione. A favore della mozione sono intervenuti anche i consiglieri del Pdl Gianluca Lombardi e Stefano Rudilosso, che ha voluto specificare come la vicenda non implichi immigrati: «è in casa nostra, si tratta di una cittadina italiana di origine finlandese che ha chiesto un parere a un tribunale di Strasburgo». Dopo altri interventi a favore di Carlo Ghirri, Gruppo misto, e Pierangelo Gervani, Pdl, ha preso la parola il sindaco.

«La laicità non è neutralità, è il rispetto di tutte le differenze» ha affermato, citando «il clamoroso attacco a papa Ratzinger a Ratisbona» e descrivendo una comunità cattolica sotto assedio e sulla difensiva, per questo ha lanciato un accorato appello: «che tutti mettano il crocefisso nelle scuole, nelle associazioni, in famiglia, nei luoghi di ritrovo, per rendere visibile questo pezzetto di legno che non è solo un pezzetto di legno».

Per ultimo Quagelli ha letto un articolo a sostegno della sua posizione che individuava a partire dal giacobinismo il problema della società laica europea.

Con 23 presenze, 22 voti a favore, Pdl, Lega, Gruppo misto di maggioranza, e la sola astensione di Rapinese, la mozione è stata approvata. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

domenica 15 novembre 2009

A Como si duplica: un altro muro

cantiere oscurato?

muro in crescita?




I lavori continuano e il muro cresce, questa la "sorpresa" non così inaspettata.
Palazzo Cernezzi assicura che il secondo e nuovo muro sarà tagliato, come da progetto in fase di studio.
Intanto, sono state oscurate le finestre, ma il cantiere è ben visibile sia dalla diga foranea sia dai vicini palazzi.
Il cantiere è visibile con la stessa metodologia con cui il progetto è stato fatto nascere e prosegue.
Nessuna meraviglia, è un'opera inutile

venerdì 13 novembre 2009

Como - manifestazione lunedì 16 novembre

Il Comitato Già la giunta invita a manifestare contro il sindaco Bruni lunedì 16 novembre alle 20,30 durante la prossima riunione del Consiglio comunale di Como. Il testo del comunicato stampa che invita alla anifestazione.

Ecoinformazioni 13 novembre 2009

«La tensione verso e dentro la giunta è in crescita a causa della peggior gestione mai vista della questione muro sul lago. Sollecitati da più parti, informiamo che il Comitato Giù la Giunta si propone di mobilitare le persone di Como e provincia chiedendo di partecipare al prossimo Consiglio comunale, per dimostrare a questo sindaco e a questa giunta che la città non si è addormentata. Rivolgiamo quindi l'invito a partecipare, seguendo la linea di trasversalità dichiarata, a tutte le persone interessate aderenti ad associazioni e partiti di opposizione, rinunciando a simboli di parte e portando insieme la protesta contro la giunta e contro il muro. Sabato saremo per le vie della città murata a parlare con i passanti per spiegare le nostre ragioni».

appuntamenti novembre 2009


sabato 21 novembre 2009
dalle ore 14.00 alle ore 18.00
appuntamento in piazza Duomo
con il comitato Giulagiunta

lunedì 16 novembre 2009 ore 20.30
manifestazione durante il Consiglio comunale
contro la giunta e contro il muro

domenica 8 novembre 2009
manifestazione pubblica
in piazza Cavour
dalle ore 10 alle ore 13.30

domenica 8 novembre 2009

Manifestazione dell'8 novembre a Como

Ecoinformazioni 8 novembre 2009
Più di 150 persone hanno partecipato alla manifestazione contro Bruni e la sua Giunta che si è svolta domenica 8 novembre in piazza Cavour a Como dalle 10,30 alle 12,30. Pioggia e vento gelido, ma anche un’inedita unità di intenti tra le opposizioni. La critica a Bruni oltrepassa il muro.

L’obbiettivo del Comitato Giù la Giunta di riunire in un unica voce l’insieme delle critiche e delle proteste contro i mostri realizzati dal centrodestra comasco è stato raggiunto con una manifestazione corale nella quale la voce dei diversi esponenti delle forze politiche del centro sinistra e della sinistra lariana si sono composte insieme a quelle di associazioni e movimenti.

Ancora da costruire invece il tentativo, pur fortemente voluto dagli organizzatori, di riempire la piazza delle persone indignate per i diversi disastri compiuti dal sindaco Stefano Bruni e dalla sua Giunta indipendentemente dalle scelte politiche di ciascuno dei partecipanti.

Sotto la pioggia, al centro di piazza Cavour, si sono susseguiti gli interventi di Patrizia Signorotto (Giù la Giunta), Bruno Magatti (consigliere comunale di Paco, sull’Area Sant’Anna), Roberta Marzorati (Consigliere comunale di Per Como, una fiaba per riflettere su come abbattere i muri che dividono le persone), Donato Supino (consigliere comunale Prc, sul tema dei trasporti), Marcello Iantorno (consigliere comunale Pd, sull’area ex Trevitex), Maurizio Casarola (allenatore squadra di lotta, sul nuovo palazzetto dello sport di Muggiò) Edi Borgianni (Territorio precario, sulle paratie), Nino Taiana (Associazione Libero Fumagalli, sul porticciolo travolto dal Lario), Ermanno Pizzotti sulla gestione dei rifiuti), Renato Tettamanti (consigliere provinciale eletto nelle liste del Prc, sullo sviluppo del 20 per cento deciso dalla Regione Lombardia per il forno inceneritore di Como), Luca Corvi (segretario provinciale Pd, per un ringraziamento agli organizzatori e l’espressione della volontà di dialogo tra forze politiche e gli autoconvocati).

La manifestazione si è quindi spostata sotto i portici della piazza al riparo della pioggia, ma non del vento gelido che ha indotto gli organizzatori a concludere l’iniziativa intorno alle 12,30.

Positivo date le condizioni atmosferiche che hanno limitato la partecipazione il giudizio di Patrizia Signorotto che preannuncia che il Comitato organizzerà nei prossimi giorni un'altra assemblea per decidere nuove iniziative: «Si pensa a una manifestazione all’esterno del Comune la sera durante una seduta del Consiglio e ad un ulteriore impegno per rafforzare la rete di comunicazione tra i partecipanti».

Rifiuti: cosa fare - il caso di Como

Territorio Precario
Meno rifiuti, Più riciclo, Meno tasse, Più salute
In provincia di Como si producono troppi rifiuti urbani (274.772 tonnellate/anno-dato 2007), a cui si aggiungono gli enormi quantitativi di rifiuti speciali originati dalle attività produttive e commerciali.
Il Piano Provinciale Rifiuti prevede una percentuale massima di raccolta differenziata pari al 58% da raggiungere col 2012; punta quasi esclusivamente ad affrontare la questione dello smaltimento, attraverso l’incenerimento, il conferimento in discarica e il potenziamento del forno inceneritore di Como.
Bruciando rifiuti, anziché provvedere a ridurli all'origine e riciclare, si consuma più energia e si inquina.
La soluzione può essere contenuta in quattro punti: Meno rifiuti, Più riciclo, Meno tasse, Più salute


Meno rifiuti -
Si deve cambiare radicalmente il sistema di produzione, con un minore consumo di beni e di energia, adottare un diverso comportamento quando si effettuano gli acquisti, come scegliere prodotti alla spina, sensibilizzare e responsabilizzare i cittadini attraverso campagne.
Il caso di Como città
Recentemente in Comune a Como è stato approvato un nuovo piano per la raccolta e smaltimento dei rifiuti che prevede, tra l’altro, l’eliminazione del sacco viola e l’istituzione della raccolta differenziata porta a porta monomateriale e l’introduzione della raccolta dell’umido.
Il bando per il precedente affidamento ha scadenza 30 aprile 2009, ma il Comune non è ancora pronto ad indire la gara per l’affidamento del servizio in base alle nuove linee guida.
E’ interessante percorrere la storia che porta all’affidamento ora in vigore.
Partiamo dal 01/01/2001, la società affidarla era la ACSM spa, a seguito di determinazione dirigenziale, con termine del servizio al 31/12/2004. Quindi, prolungamento fino al 31/12/2006, ulteriore proroga dal 01/01/2007 al 30/04/2007.
L’attuale affidamento trova origine da una procedura senza bando di gara - procedura negoziata - per la durata di due anni con decorrenza dal 01/05/2007. Erano state invitate cinque società, ma risultava pervenuta la sola offerta di un’ATI composta da Econord spa e ACSM ambiente (due tra le società selezionate).
La giunta – il 17/12/2008 – ha dato parere favorevole alla proroga del contratto in essere alle medesime condizioni in atto, per il tempo necessario per l’espletamento della gara. L’emissione del bando di gara è in ritardo.
La gestione del ciclo dei rifiuti è un servizio che influisce direttamente sulla salute dei cittadini, perciò, è importante che il Comune si attivi velocemente e in modo trasparente.
Più riciclo - Gli obiettivi di raccolta differenziata devono essere avanzati, fino a valori superiori all’80% e non considerare il recupero energetico (termovalorizzazione).
Meno tasse - Dove il riciclo funziona le tariffe inerenti il trattamento del ciclo dei rifiuti sono più convenienti.
Più salute - Gli elementi nocivi prodotti dalla combustione, quali la diossina e le nanoparticelle, vengono dispersi nell’ambiente, tutti elementi che nel tempo possono provocare danni alla salute.

sabato 7 novembre 2009

acqua - impediamo la privatizzazione

Il decreto 135/09 sarà discusso lunedì 16 Novembre dalla Camera, pertanto il presidio al Parlamento che avevamo previsto per mercoledì 18 Novembre risulterebbe inutile poichè avverrebbe a discussione conclusa.

E' urgente e indispensabile una mobilitazione straordinaria!

Il Parlamento privatizza l'acqua!

Impediamolo!

In concomitanza con la discussione dell’Art. 15 del decreto legge 135/09 presso la Camera dei Deputati.
Presidio sotto al Parlamento (Piazza Montecitorio)
Giovedì 12 Novembre ore 10.30

Il Senato, il 04 Novembre, ha approvato l'Art.15 del DL 135/09 che sottrae ai cittadini l’acqua potabile di rubinetto, il bene più prezioso, per consegnarlo, a partire dal 2011, agli interessi delle grandi multinazionali e farne un nuovo business per i privati e per le Banche.
Il decreto 135/09 approderà alla Camera dei Deputati a partire da lunedì 09 Novembre (in Commissione 1°) e verrà discusso dall'aula lunedì 16 Novembre.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua invita la cittadinanza, il “popolo dell’acqua”, le realtà sociali e territoriali, le reti ambientaliste e per la tutela dei beni comuni, le organizzazioni sindacali e il movimento degli studenti, ad una mobilitazione straordinaria partecipando alla manifestazione davanti al Parlamento giovedì 12 Novembre ore 10.30 a Piazza Montecitorio.

Mobilitiamoci per impedire la conversione in legge del decreto legge 135/09!
Partecipiamo tutte e tutti al presidio!


Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

Per informazioni visitare il sito www.acquabenecomune.org

Oppure contattare:

Segreteria Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Via di S. Ambrogio n.4 - 00186 Roma
Tel./Fax. 06/68136225 Lun.-Ven. 15:00-19:00
e-mail: segreteria@acquabenecomune.org
Sito web: www.acquabenecomune.org

--
FIRMA L'APPELLO
CAMPAGNA NAZIONALE “SALVA L'ACQUA”
IL GOVERNO PRIVATIZZA L’ ACQUA !
http://www.petizionionline.it/petizione/campagna-nazionale-salva-lacqua-il-governo-privatizza-l-acqua-/133

giovedì 5 novembre 2009

Salva l'acqua - appello

Ottobre 2009 – Appello a cura
Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua

Salva l'acqua - campagna contro la privatizzazione del'acqua

Si tratta della definitiva consegna al mercato di un diritto umano universale

IMPEDIAMOLO !

Con un decreto del 10 settembre scorso il Governo regala l’acqua ai privati: sottrae ai cittadini l’acqua potabile, il bene più prezioso, per consegnarlo, a partire dal 2011, agli interessi delle grandi multinazionali e farne un nuovo business per i privati.

Oltre 400.000 cittadini hanno sottoscritto una legge d’iniziativa popolare per l’acqua pubblica, che riconosce il diritto all’acqua ma la proposta giace da due anni nei cassetti delle commissioni parlamentari.

Entro il prossimo 24 novembre, il decreto che privatizza l’acqua potrebbe diventare legge.

Si tratta della definitiva mercificazione di un bene essenziale alla vita

Si tratta di un provvedimento inaccettabile!

Pertanto, noi firmatari del presente Appello chiediamo:

- A tutti i Parlamentari il ritiro delle nuove norme che privatizzano l'acqua e di escludere il servizio idrico dai servizi pubblici locali di rilevanza economica riconoscendo l’autonomia di scelta dei modelli di affidamento da parte degli ATO ed Enti locali.

- Alle forze politiche di sostenere le proposte del Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua e in particolare la rapida approvazione della legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico.

- Ai Presidenti delle Regioni di presentare ricorso di costituzionalità contro l’Art.15 del D.L. 135/09 a tutela della autonomia degli Enti Locali sulla base del principio di sussidiarietà riconosciuto dalla Costituzione.

- Agli Eletti nei Consigli Comunali di prendere posizione contro l’Art.15 del D.L 135/09 e di assumere l’impegno ad inserire nello Statuto Comunale il riconoscimento dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e dichiarando il servizio idrico privo di rilevanza economica.

- Ai Cittadini di protestare contro questo Decreto del Governo facendo pressioni sui parlamentari e raccogliendo adesioni a sostegno del presente impegno.

Il presente Appello con le firme raccolte sarà inviato anche al Presidente della Repubblica
e ai Presidenti delle due Camere

L’acqua è un diritto umano universale e un bene comune da conservare per le future generazioni.

Il servizio idrico deve essere gestito da enti di diritto pubblico con la partecipazione dei cittadini e dei lavoratori.

Salvare l’acqua è una questione di democrazia

Ottobre 2009 – Appello a cura
Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua

FIRMA L'APPELLO
CAMPAGNA NAZIONALE "SALVA L'ACQUA"
IL GOVERNO PRIVATIZZA L´ ACQUA !
http://www.petizionionline.it/petizione/campagna-nazionale-salva-lacqua-il-governo-privatizza-l-acqua-/133

Como - manifefestazione 8 novembre

mercoledì 4 novembre 2009

Como - paratie - manifestazione 8 novembre

Ecoinformazione 4 novembre 2009

Manifestazione contro Bruni e la sua giunta domenica 8 novembre dalle 10 alle 13,30 in piazza Cavour. L’assemblea di martedì 3 novembre indetta dai promotori di Giù la giunta ha deciso di fare propria modificandola l’iniziativa del Pd già in corso di organizzazione. La presenza in piazza nelle intenzioni degli organizzatori sarà aperta a tutte le persone che condividono la necessità di cambiare il governo della città e non avrà caratterizzazioni di partito, né simboli di associazioni o movimenti.



Una cinquantina di persone hanno partecipato martedì 3 novembre nel Salone Noseda della Camera del lavoro della Cgil di Como all’incontro di Giù la giunta il gruppo di persone attivo contro il governo Bruni della città di Como.

Nell’assemblea moderata da Alessio Brunialti sono stati molti gli interventi di consiglieri comunali dell’opposizione (Pd, Per Como, Area 2010), di personalità politiche di Paco del Prc, di associazioni come l’Arci e Territorio precario, di cittadini.

Denominatore comune della serata la convinzione dei partecipanti che la vicenda del muro a lago costituisca l’ultimo affronto alla città e che non sia tollerabile attendere la fine del mandato per liberarsi del sindaco Bruni e della sua Giunta.

L’iniziativa decisa, la manifestazione fissata per domenica 8 novembre in Piazza Cavour, per i suoi tratti di apartiticità (mancanza di bandiere e di simboli) da qualche intervento ritenuta una scelta poco trasparente visto che i partiti ci sono e con forza tra gli organizzatori, tende quindi ad aggregare non solo i cittadini che già condividono il punto di vista delle opposizioni che denunciano i danni fatti alla città dalle giunte di centrodestra che si sono susseguite a Como, ma anche gli elettori scontenti e arrabbiati della maggioranza che si confida siano convinti dell’insostenibilità dell’attuale governo della città. In ogni caso la manifestazione è per gli organizzatori un’occasione per esporre con competenza i guasti prodotti dalle scelte sbagliate degli ultimi anni grazie a spazi informativi che saranno dedicati ai diversi mostri generati dal centrodestra lariano: dalle paratie all’affare Nuovo Sant’Anna, dalla Ticosa alla gestione dei rifiuti, dal porticciolo Marina 2 alla Trevitex. Senza trascurare la desertificazione culturale ben simbolizzata dalla chiusura dei cinema in città.

Como - paratie - manifestazione

Ecoinformazione 4 novembre 2009
Manifestazione contro Bruni e la sua giunta domenica 8 novembre dalle 10 alle 13,30 in piazza Cavour. L’assemblea di martedì 3 novembre indetta dai promotori di Giù la giunta ha deciso di fare propria modificandola l’iniziativa del Pd già in corso di organizzazione. La presenza in piazza nelle intenzioni degli organizzatori sarà aperta a tutte le persone che condividono la necessità di cambiare il governo della città e non avrà caratterizzazioni di partito, né simboli di associazioni o movimenti.



Una cinquantina di persone hanno partecipato martedì 3 novembre nel Salone Noseda della Camera del lavoro della Cgil di Como all’incontro di Giù la giunta il gruppo di persone attivo contro il governo Bruni della città di Como.

Nell’assemblea moderata da Alessio Brunialti sono stati molti gli interventi di consiglieri comunali dell’opposizione (Pd, Per Como, Area 2010), di personalità politiche di Paco del Prc, di associazioni come l’Arci e Territorio precario, di cittadini.

Denominatore comune della serata la convinzione dei partecipanti che la vicenda del muro a lago costituisca l’ultimo affronto alla città e che non sia tollerabile attendere la fine del mandato per liberarsi del sindaco Bruni e della sua Giunta.

L’iniziativa decisa, la manifestazione fissata per domenica 8 novembre in Piazza Cavour, per i suoi tratti di apartiticità (mancanza di bandiere e di simboli) da qualche intervento ritenuta una scelta poco trasparente visto che i partiti ci sono e con forza tra gli organizzatori, tende quindi ad aggregare non solo i cittadini che già condividono il punto di vista delle opposizioni che denunciano i danni fatti alla città dalle giunte di centrodestra che si sono susseguite a Como, ma anche gli elettori scontenti e arrabbiati della maggioranza che si confida siano convinti dell’insostenibilità dell’attuale governo della città. In ogni caso la manifestazione è per gli organizzatori un’occasione per esporre con competenza i guasti prodotti dalle scelte sbagliate degli ultimi anni grazie a spazi informativi che saranno dedicati ai diversi mostri generati dal centrodestra lariano: dalle paratie all’affare Nuovo Sant’Anna, dalla Ticosa alla gestione dei rifiuti, dal porticciolo Marina 2 alla Trevitex. Senza trascurare la desertificazione culturale ben simbolizzata dalla chiusura dei cinema in città.

venerdì 30 ottobre 2009

Paratie - muro - consiglio comunale 26 ottobre

La Provincia 28 ottobre 2009
Muro, sfiduciati pure i tecnici
Viola: «Se Bruni vuole, lascio»
L'ingegner Antonio Viola: "Se Bruni vuole, lascio"
Tutti chiedono le dimissioni Ma Caradonna fa muro

COMO Dopo il responsabile politico, individuato nell’assessore Fulvio Caradonna, già sfiduciato lo scorso 20 ottobre, l’altra sera il consiglio comunale ha individuato anche i responsabili tecnici del muro del lungolago. Con voto segreto, dopo una discussione che si è svolta a porte chiuse, è stata approvata la mozione presentata dal consigliere di opposizione, Donato Supino (Prc), per chiedere al sindaco Stefano Bruni di sostituire il direttore dei lavori delle paratie, Antonio Viola, e il responsabile del procedimento, Antonio Ferro. Con lo stesso documento il consiglio ha chiesto al primo cittadino anche di richiamare formalmente il direttore generale, Nunzio Fabiano, per il «mancato controllo» sul «corretto svolgimento del procedimento di approvazione della variante dicembre 2008».
La variante in questione è quella che ha fatto sì che fosse costruito il muro così come lo vede oggi.
Inizialmente la mozione di Supino chiedeva solo la sostituzione del direttore dei lavori, ma nel corso della seduta Marcello Iantorno (Pd) ha presentato insieme ad altri consiglieri dell’opposizione due emendamenti per coinvolgere anche Ferro e Fabiano. Favorevoli alla sostituzione di Viola 28 consiglieri, mentre in 10 si sono opposti. I voti favorevoli alla sostituzione di Ferro, invece, sono stati 25 (11 contrari e 2 schede bianche). In 20 hanno chiesto un richiamo formale nei confronti del direttore generale (17 contrari e 1 scheda bianca).
Anche se la votazione si è svolta in modo segreto, il suo esito ha espresso la chiara e diffusa volontà del consiglio. Una volontà trasversale che oltre a comprendere i 15 voti dell’opposizione, abbraccia anche buona parte del centrodestra e, quindi, anche del Pdl. Ma è stato lo stesso Fabiano, che ha anche il ruolo di segretario comunale, a spiegare ieri mattina che «il voto è solo un’indicazione, non ha valore vincolante. Spetterà al sindaco decidere. Per il momento non sono stati presi provvedimenti». Bruni non è voluto intervenire: «Non ho niente da dire». Una cosa è certa: dopo avere dichiarato di voler tenere Caradonna in giunta, il sindaco rischia di esasperare lo scontro con i suoi consiglieri se si mostrerà sordo anche alle richieste espresse nella super mozione approvata l’altra sera.
Viola, ad ogni modo, dopo essersi detto «dispiaciuto» ha dichiarato di essere pronto a fare un passo indietro: «Se il sindaco lo riterrà opportuno mi revocherà l’incarico. Sono pronto. Per il momento, però, non posso andarmene spontaneamente perché metterei in difficoltà l’amministrazione finché non viene individuato un sostituto». Ferro, invece, è apparso sorpreso. Del resto è finito nella mozione con un emendamento dell’ultima ora motivato dai «risultati negativi della gestione tecnica ed amministrativa»: «Non sapevo che sarei stato in discussione in questa mozione - ha detto - l’ho appreso oggi. Non commento, perché non sono un politico». Diversa la reazione di Fabiano: «Non mi sento messo in discussione. Nel mio caso si parla solo di richiamo».
Al momento dei tre distinti voti sui tre dirigenti comunali, erano assenti i consiglieri Luigi Bottone e Carlo Ghirri (gruppo misto) e Claudio Corengia (Pdl). Un quarto punto della mozione, approvato con voto palese (26 favorevoli e 11 astenuti), ha chiesto di verificare «se vi sono i presupposti per risarcimento danni».

Dario Alemanno

mercoledì 28 ottobre 2009

Salvaguardia dell'ambiente e della qualità della vita?

Paratie: progetto escluso dalla VIA - valutazione impatto ambientale - sottoposto unicamente a valutazione paesistica, nel 2002 di compentenza della Regione Lombardia, successivamente della Provincia di Como.
Progetto approvato.

Sant'Anna: monoblocco, dove dovrebbe sorgere la cittadella sanitaria,parere negativo del Ministero dei Beni e delle Attività culturali, secondo il Ministero il monoblocco andrebbe abbattuto perché impedisce la visuale del paesaggio della zona a verde sovrastante l'ospedale.

giovedì 22 ottobre 2009

Dissesto idrogeologico

Storia
Per le paratie di Como è stato assegnato, dalla legge regionale "Valtellina", un contributo in conto capitale di 8,26 milioni di euro. I fondi "Valtellina" erano destinati al riassetto idrogeologico e al rilancio socio-economico delle quattro province della Lombardia colpite dall' alluvione dell' estate 1987.

**********

Quale futuro?
"Ecosistema rischio 2008"

Al comune di Como, per le attività contro il rischio idrogeologico,è stata assegnata la classe di merito "scarso".
Nella provincia di Como 44 comuni sono a rischio frana, 4 alluvione, 28 frana e alluvione.

E' quanto si rileva dall'indagine ""Ecosistema rischio 2008" - campagna d'informazione per la prevenzione del dissesto idrogeologico realizzata da Legambiente e del Dipartimento della Protezione Civile - pubblicata col titolo "Ecosistema rischio 2008" - ottobre 2008

Intera riva rialzata di 70 cm


La Provincia 8 gennaio 2008

martedì 20 ottobre 2009

consiglio comunale 20 ottobre

Ricgìhiesta di votare la mozione all'O.d.G. per punti approvata.
Mozione portata alla votazione dal presidente del consiglio con parti invertite.
Prima votazione per l'ultimo punto: sfiducia al sindaco Bruni; votazione palese, punto respinto.
A seguire votazione segreta per dimissioni assessore Caradonna e censura grave; voto segreto, punto approvato.
Richiesta di rivotare la mozione nel suo insieme per come modificata (esclusione della sfiducia al sindaco), la votazione in questo caso doveva essere palese in contrasto col voto segreto appena espresso.
Discussione e richiesta respinta.
Le danze di questa sera si sono chiuse, a lunedì il prossimo incontro.

consiglio comunale 19 ottobre 2009

Muro no? e le paratie?

Il sindaco Bruni promette che entro due mesi il muro sarà eliminato.
Nel cantiere continuano i lavori ...
Quale sorpresa ci aspetta?

lunedì 19 ottobre 2009

Addio Consorzio dell’Adda

La Provincia 18 ottobre 2009
Al Lario penserà la Regione
Approvato dalla giunta lombarda un progetto di legge che eliminerà l’attuale ente
La regolazione delle acque del lago dovrebbe passare di mano tra poco più di un anno

Il Consorzio dell’Adda passerà dallo Stato alla Regione Lombardia. In altre parole, sarà il Pirellone a gestire tutta la complessa materia che riguarda la regolazione del lago, le immissioni dalle dighe a monte e le derivazioni di valle, altezze e abbassamenti: lo prevede il progetto di legge approvato il 23 settembre scorso dalla giunta Formigoni, su proposta di diversi assessorati, dedicato alle nuove norme per il governo delle acque e per la difesa del suolo nei sottobacini idrografici della Lombardia.
Nuove norme che dovrebbero entrare in vigore nel 2011, poiché tutto l’anno prossimo dovrebbe essere riservato alle approvazioni del progetto e alle procedure del caso. I tempi dovrebbero in ogni caso essere più brevi rispetto a quelli in corso dal 1998 per il passaggio della navigazione dalla gestione governativa a quella regionale, uno dei tasselli rimasti fuori dalla riorganizzazione degli altri servizi di trasporto: strade, autostrade e ferrovie sono ora di competenza del Pirellone, il quale, verosimilmente, per le vie d’acqua attende di conoscere l’entità delle dotazioni finanziarie a corredo del patrimonio trasferito.
Il trasferimento della regolazione del lago è previsto dal comma K dell’articolo 3 del progetto di legge. Affida alla Regione «la nomina di regolatori per il riparto delle disponibilità idriche, qualora tra più utenti debba farsi luogo al riparto delle disponibilità idriche di un corso d’acqua sulla base di singoli diritti o concessioni ai sensi dell’articolo 43, comma 3 del Regio Decreto 1775/ 1933» ed è il caso del fiume Adda. E tra le nuove funzioni regionali indicate dal comma. anche «l’affidamento della concessione della regolazione dei laghi di interesse
interprovinciale ed interregionale» ed è il caso del Lario. Impossibile, al momento, stabilire se la Regione lascerà vivere il Consorzio dell’Adda, riservandosi di nominare propri rappresentanti, concedendogli la gestione
del lago come adesso è concessa dal ministero.
Nel progetto di legge, a dire il vero, la giunta ha individuato l’Ente regionale dell’agricoltura e delle foreste come il proprio braccio operativo, ma quella che si apre è una bella partita, nella città più bassa del proprio lago, sprofondata per il fenomeno della subsidenza e che ormai da vent’anni, progetta di salvarsi dagli allagamenti e dalle esondazioni con il Mose del Lario.
Al di là e al di qua del muro, torna l’ipotesi di sempre: una diversa regolazione dei livelli sull’idrometro, per tenere un margine di salvaguardia dalle piene, ma le manovre del Consorzio più volte negli anni scorsi hanno ridotto i volumi delle fuoriuscite.
L’assenza di regolazione avrebbe infatti sommerso Como. Il nuovo problema: il lago di Como è un "acquedotto" della Lombardia ed ha perciò funzioni di riserva idropotabile, cioè deve immagazzinare acqua da rendere
disponibile in caso di siccità. Invece,è la secca il fenomeno in atto: ieri, il lago era addirittura a 29 centimetri sotto lo zero idrometrico, con un afflusso di 50 metri cubi al secondo contro 85 di deflusso. Il limite massimo sottozero è 40 centimetri: ancora più basso comprometterebbe sponde, navigazione, piscicoltura, impianti fognari scoperti.
Dal primo gennaio, rispetto all’anno scorso, sono venuti a mancare 270 milioni di metri cubi d’acqua: finora, il 2009 è stato un anno di siccità, il settimo anno scarso e il lago, muro o non muro, non esce nemmeno in sogno.

Maria Castelli

domenica 18 ottobre 2009

Paratie, il mistero delle quote è giallo anche per la Forestale

La Provincia 18 ottobre 2009

Il cantiere per le paratie
COMO La questione può sembrare molto tecnica e all’apparenza poco interessante. Eppure si tratta del nocciolo del pasticcio paratie: le quote indicate nel progetto (e, soprattutto, quelle fatte per il cantiere) sono state prese in modo corretto? Oppure si basano su misurazioni fatte partendo da un punto di riferimento impreciso? Il mistero delle quote, già oggetto di una richiesta di chiarimento da parte dell’amministrazione provinciale a quella comunale, è uno dei nodi centrali della relazione finale depositata dagli uomini della Forestale incaricati dell’indagine penale coordinata dal pubblico ministero Simone Pizzotti. Una relazione molto tecnica, che ricostruisce anno dopo anno l’iter paratie e che pare non lasci spazio a commenti di sorta. Eppure da quella relazione emergerebbero due dati importanti. Il primo: la clamorosa distrazione generale di progettisti, Comune, Provincia e Soprintendenza sugli effetti pratici della realizzazione di un progetto di quelle dimensioni. con quelle quote. Il secondo: l’assenza di certezze rispetto al calcolo delle quote stesse.
Già nel progetto di undici anni fa era stato inserito nelle planimetrie una parte fissa di paratie e un innalzamento dei pontili ai lati di piazza Cavour fino a 200.30 centimetri sopra il livello del mare. Una quota che impedirebbe, di fatto, la vista del Lario in gran parte del Lungolago. Ma com’è stata misurata, nei fatti, quella quota? Quel tipo di misurazioni vengono solitamente fatte partendo da un punto fisso, di solito un idrometro che riporta i livelli rispetto al mare. Il problema è che non c’è alcuna certezza che l’idrometro di Como, e il famoso "chiodo" preso come riferimento, segnino una quota precisa. Sul lago l’idrometro più preciso - stando anche a una ricerca storica compiuta dagli uomini della Forestale - dovrebbe essere quello del Consorzio dell’Adda a Malgrate. Ma anche in questo caso pare non vi sia alcun documento ufficiale che sancisca la granitica affidabilità di quel punto di riferimento.
Se sul fronte giudiziario la parola passa ora al sostituto procuratore Simone Pizzotti, il quale dovrà ora interpretare i dati tecnici della Forestale e decidere se e come proseguire nell’inchiesta, sul fronte fattuale giunta una conferma: quello delle quote è il nodo da sciogliere per dipanare il pasticcio paratie.

P. Mor.

Ma c'è ancora l'acqua?

Territorio Precario
Qui a Como con le paratie si sta creando un clima politico schizofrenico.
Guai, prima, dire che il rifacimento del lungo lago era osceno, potevamo spiegare, inascoltati, perché le paratie sono inutili e dannose, ma non si poteva dire nulla sull'impatto estetico del rifacimento del lungo lago perché "è questione di gusti".
Così la lega, prima vota il muro in giunta ora fa manifesti contro, altri, invece, cercano di convincerci che il progetto è bello.
Senza avere la dignità di dire: "scusate, abbiamo sbagliato, pagheremo le conseguenze e ci dimettiamo" (con una eccezione, ma "una rondine non fa primavera").
No, tutti attaccati alle famose poltrone.
Chissà se i cittadini di Como poi avranno come sempre la memoria corta con le elezioni (già ce l'hanno adesso sui comportamenti passati dei vari esponenti).
E che triste spettacolo vedere alcuni della minoranza che finora si erano eclissati atteggiarsi a sacri paladini della città.
Eppure qualcuno da sempre ha cercato di fermare queste catastrofi costruite, ma in mezzo a tutto l'attuale circo diventa difficile distinguere, tutto viene sommerso e fagocitato.
Ora è evidente come la difesa dell'ambiente riguarda anche la qualità della vita di tutti.
Eppure chi finora si opponeva alla costruzione delle paratie era accusato di soffrire unicamente della sindrome del "no" e di immobilismo.
Qui a Como tra paratie, captazioni dei corsi nelle valli e montagne, captazioni nel lago, lago inquinato, porti, porticcioli e altre cementificazioni non abbiamo più l'acqua, ma solo un affare economico.

fiumi della provincia: captazioni idroelettriche dilaganti

COMITATO ACQUE COMASCHE

COMUNICATO STAMPA

COSA RESTERA’ DEI NOSTRI TORRENTI?


Il Comitato Acque Comasche rende noto che alle numerosissime richieste precedenti, si sono aggiunte nel 2009, pubblicate da parte della provincia di Como, sul BURL le seguenti richieste di captazioni idroelettriche ( non sappiamo quante siano quelle sopraggiunte alla provincia e ancora da pubblicare) :

- torrente Cuccio di Cavargna
nei comuni di S.Nazzaro Val Cavargna e S.Bartolomeo Val Cavargna portata massima derivabile di 3500 l/s corrispondente ad un volume di prelievo annuo di 36.646,409 mc;

- fiume Adda
comuni di Gera Lario e Colico; portata massima derivata 150.000 l/s – prelievo annuo di acqua di 2.749.308.480 mc;

- torrente Rezzo
comune di Corrido portata massima derivata 1.035 l/s – prelievo annuo di acqua di 9.492.336 mc;

- torrente Modedina
comune di Garzeno portata massima derivata 300 l/s – prelievo annuo di acqua di 2.081.376 mc (la richiesta è della medesima ditta che sta attualmente lavorando in Valle Albano. Perché la precedente Comunità Montana Alto Lario Occidentale ha dato alla ditta parere favorevole?);

- vasca di raccolta acquedotto comunale - località Pizzone – società E.VA Energie Valsabbia
comune di Peglio portata massima derivata 16 l/s – prelievo annuo di acqua di 462.633 mc;

– Valle di Nosè
Comune di Nesso, portata massima derivata 1271,04 l/s – prelievo annuo di acqua di 12.773.466 mc;

- Comuni di:
Consiglio di Rumo
Domaso
Dosso del Liro
Gravedona
Livo
Peglio
Vercana
variante non sostanziale richiesta dalla società Edipower sui torrenti:
- per il torrente Liro: portata media 750 l/s; portata massima 2620 l/s;
- per il torrente San Iorio: portata media 551 l/s; portata massima 1590 l/s;
- per il torrente Ronzone: portata media 228 l/s; portata massima 750 l/s;
- per la presa sussidiaria: portata media 0,000 l/s; portata massima 0,000 l/s;
- per il torrente Livo: portata media 654 l/s; portata massima 2160 l/s;
- per il torrente Bares: portata media 174 l/s; portata massima 305/s;
- per il torrente Dangri: portata media 154 l/s; portata massima 445 l/s;
- per il rio Bugiallo 1: portata media 43 l/s; portata massima 65 l/s;
- per il rio Bugiallo 2: portata media 9 l/s; portata massima 15 l/s;
- per il torrente Pilota: portata media 15 l/s; portata massima 50 l/s;

In corso l’istruttoria per una variante sostanziale (quella non sostanziale è già stata chiesta e ottenuta precedentemente) sempre della ditta Edipower sui torrenti:
Cuccio di Cavargna, Cuccio di S. Bartolomeo, Rio Corbatt nella valle Osteria,
nei comuni di CUSINO, CARLAZZO, CORRIDO, S.BARTOLOMEO VALCAVARGNA
Il progetto prevede un aumento della portata massima derivabile con il passaggio dagli attuali 1260 l/s a 3500 l/s.

Ci permettiamo di fare alcune considerazioni:
-sono coinvolti oramai tutti i comuni montani del nostro territorio;
-la contropartita captazione - strada fino a che punto può essere conveniente per un comune che si ritroverà senz’acqua e con una strada da sistemare (con quali soldi?);
-le captazioni usando l’acqua dell’acquedotto che cosa portano al comune che aderisce all’A.T.O.?
-siamo sicuri che in fase di progettazione definitiva tutte le ditte rispetteranno la convenzione?
-quale sarà l’impegno della nuova Comunità Montana di fronte a questa enorme ondata di richieste che non lascerà integra alcuna asta fluviale del suo territorio?
-che cosa dovranno subire ancora i nostri torrenti già oggetto di captazione?


Per il Comitato Acque Comasche
Mira Rossi
Oreste Ciappessoni


Dongo, 1 ottobre 2009


info@acquecomasche.com

lunedì 12 ottobre 2009

Ultimo consiglio a porte ancora più chiuse: seduta segreta

Ecoinformazione 9 ottobre 2009

22827 (POLITICA/ CONSIGLIO COMUNALE/ COMO) Il dibattito sulle mozioni presentate contro il muro proseguirà, dopo le serate del 19 e 20 ottobre, lunedì 26 ottobre ma a porte chiuse. Per il presidente del Consiglio Mario Pastore va applicata la norma dello Statuto comunale che prevede sedute segrete visto che Donato Supino vuole si parli di licenziamento del direttore dei lavori e dell’assessore responsabili della costruzione del muro del lago di Como. Per assicurare l’effettiva segretezza certamente finestre ancora chiuse e forse qualcuno proporrà una seduta subacquea che sarebbe indubbiamente adeguata al tema lacustre.

Una modalità prevista al comma 1 dell'articolo 48 dello Statuto: «Le sedute del Consiglio comunale sono pubbliche, fatti salvi i casi previsti dalla legge e dal Regolamento del consiglio». Quest’ultimo recita al comma 1: «L'adunanza del Consiglio comunale si tiene in forma segreta quando vengono trattati argomenti che comportano apprezzamento delle capacità, moralità, correttezza o vengono esaminati fatti e circostanze che richiedono valutazioni delle qualità morali e delle capacità professionali di persone».

Il presidente del Consiglio Pastore ha quindi ritenuto che il consigliere del Prc Donato Supino abbia richiesto valutazioni morali e professionali al punto 2 della mozione per l’abbattimento del muro in cui chiede al sindaco il «licenziamento del direttore dei lavori e le dimissioni dell’assessore alla partita» e al 3 «verificare se vi sono i presupposti per risarcimento danni».

L’assemblea di Palazzo Cernezzi si riunirà così in forma segreta e potranno prendervi parte, come da comma 4 del citato articolo 48 del Regolamento, «oltre ai componenti del Consiglio, della Giunta e al segretario generale, il vice segretario ed un addetto all'ufficio di Segreteria, vincolati al segreto d’ufficio».

Porte chiuse alla stampa ed al pubblico che non potranno, grazie a una modalità che non è stata applicata da tempo, conoscere gli apprezzamenti in merito al comportamento dell’assessore più controverso degli ultimi anni.

Il muro è stato costruito con leggerezza

La Provincia 9 ottobre 2009

Comune "commissariato" dalla Regione

L'assessore Boni: neanche un euro e coordinamento alla Provincia. Bruni: il progetto sarà più bello

Nuovo progetto più bello? Più brutto sarebbe impossibile
Progetto Mose del Lario, sistema antipiene e nuovo lungolago: il Comune è stato commissariato. L'amministrazione provinciale terrà a balia Palazzo Cernezzi alla ricerca di una soluzione per rimediare ai problemi sopravvenuti e per proseguire l'opera; fra quindici giorni, gli enti locali si recheranno al Pirellone per esporre i risultati del lavoro compiuto alla Regione Lombardia, che non è disponibile a sborsare altri fondi e, in particolare, il milione di euro ipotizzato fra risanamento dei lavori effettuati e prosecuzione.

L'ha riferito ieri l'assessore regionale al territorio, Davide Boni: era atteso nella sede di Como della Regione per introdurre un convegno urbanistico, ma è arrivato con un'ora d'anticipo, ha portato il saluto ed alcune osservazioni ai partecipanti e poi s'è chiuso in una riunione, durata poco meno di un'ora, nella quale erano presenti il sindaco, Stefano Bruni, il vicesindaco, Fulvio Caradonna, con l'ingegner Viola e l'ingegner Ferro, l'assessore provinciale ai lavori pubblici, Pietro Cinquesanti con l'architetto Giuseppe Cosenza, il quale avrebbe esposto le soluzioni che sarebbe possibile applicare.
«È una situazione delicata ha detto Boni alla fine della riunione l'opera è partita per la difesa idraulica della città, non per una nuova passeggiata a lago. Sono stati accelerati i tempi per finirla prima, il muro è stato costruito per leggerezza. Forse dovevano ragionare di più ai tempi e adesso cerchiamo di raddrizzare la situazione». Ma la commissione provinciale ha espresso parere favorevole dal punto di vista paesaggistico, è stata l'obiezione: «Ora mi aspetto ? ha sottolineato Boni ? che l'amministrazione provinciale abbia sottomano il nuovo progetto e lo coordini. Vedere tra 15 giorni un progetto dall'impatto diverso rispetto all'attuale: è l'ordine della Regione che ha già destinato all'opera 15 milioni di euro, su un progetto che aveva un impatto diverso: se occorre un milione di euro in più, è un problema che si gestiranno gli enti locali». Ma chi, in amministrazione provinciale, farà da supervisore e da coordinatore? «L'assessore Pietro Cinquesanti». Ha risposto Boni. Perché è della Lega? Cioè, è stato espropriato l'assessore Pdl al territorio? «Non sapevo ? ha sostenuto ? che Cinquesanti sia leghista. Non ho notato niente di verde». E alla domanda sul comportamento della Lega, in maggioranza e, nello stesso tempo, promotrice dei manifesti «No al muro», ha risposto che «se c'è un errore, va corretto». La Soprintendenza non ha risposto:«Il silenzio ? assenso non toglie a nessuno le responsabilità», ha precisato Boni. Intanto, l'assessore Cinquesanti se ne andava buttando là, en passant : «Viola ha fatto il muro del pianto». Ma il sindaco ha limato le affermazioni dell'assessore regionale:«È stato stabilito un asse con l'amministrazione provinciale, perché è l'ente che possiede le competenze in materia paesaggistica, ha una visione complessiva ? ha spiegato ? e ribadisco che il progetto sul quale stiamo lavorando è ancora più bello di quello di prima». In mano ha tavole che, afferma, mostrerà al momento opportuno. E i soldi? «La Regione era disponibile ad erogarli sul nuovo progetto ? accenna ? quando sarà definito, sarà accompagnato da una valutazione finanziaria: l'idea è quella di una revisione di tutta l'opera». Il muro non sarà toccato fino alla conclusione dell'inchiesta giudiziaria, ma la spesa per tagliarlo a raso con un flessibile potrebbe essere anche di 20 ? 25.000 euro. Il maggior impegno è per le paratie mobili a scomparsa e per le opere successive: dieci anni di scelte sembrano tutti in discussione.

Maria Castelli

giovedì 8 ottobre 2009

E' deciso: giù il muro o forse no

Territorio Precario
Giù il muro oppure o no, ma fondi pubblici al vento

E' deciso: giù il muro. O almeno così sembrava da alcune esternazioni di Bruni.
Ma non c'è da stare tranquilli, si parla ancora di sola correzione del progetto attuale.
Ma qualunque decisione sarà adottata, è e sarà ancora più difficile capire come saranno distribuite le responsabilità.
Il balletto è iniziato, i posti sono già stati scambiati.
Come terminerà questa mazurka, chi sbaglierà il passo di danza e finirà fuori dalla pista non è facile da prevedere, ma una cosa è certa: tutta la giunta era a conoscenza del progetto che, fin dal 1998, prevedeva il muro di sbarramento.
Ora è solo un po' più invasivo.
Ma chi pagherà per questo malfatto? Non si tratta solo di chi sborserà i soldi per abbattere il muroo o per adottare le modifiche, non ci si deve dimenticare che per la sua costruzione sono stati utilizzati i fondi della Valtellina, soldi pubblici buttati al vento.
Le paratie, invece, pare saranno fatte e, quindi, ci si chiede, pianteranno in piazza Cavour i quattordici pilastri previsti dalla variante?
E restano le vasche di raccolta delle acque che saranno replicate in zona Sant'Agostino, con i conseguenti problemi portati dall'acqua di falda.
Anche senza il muro la cementificazione rimane e si amplia, quando sarebbe bastata una diversa regolazione del regime delle quote del bacino lacustre.
Ma con le paratie il livello del lago potrà essere innalzato di un metro,aumentando così le riserve idriche a servizio del Consorzio dell’Adda e dell’uso a fini irrigui ed industriali.
Lo ribadiamo, si tratta solo dell'ennesima cementificazione realizzata utilizzando soldi pubblici che avrebbero potute essere meglio investiti.
La finalità delle "grandi opere" non è il miglioramento delle condizioni di vita, ma la produzione di nuove occasioni di affari assoggettandovi tutte le risorse.
Non ci accontentiamo dell'abbattimento del muto, le paratie non hanno motivo di essere costruite!

Consiglio comunale inacessibile

La Provincia 6 ottobre 2009

La carica dei duecento si ferma sulla soglia

Urla e polemiche ieri sera, per l'assemblea in diretta tv. I cittadini lasciati fuori dalla porta

«A casa». Fischi. «Dimettetevi». Fischi. Così circa 200 persone ieri sera hanno protestato a Palazzo Cernezzi dall'esterno dell'aula consigliare mentre all'interno si svolgeva il consiglio comunale straordinario convocato per discutere sulle paratie e sul muro costruito sul lungolago. Una folla però lasciata fuori dalla porta, presidiata da vigili, polizia e carabinieri. I comaschi presenti chiedevano di poter assistere alla seduta e hanno protestato a più riprese fischiando il sindaco quando è intervenuto. La consigliera della lista ?Per Como? ha indossato un vestito con la storia di «Quel muro sul lago di Como». Ironia a parte, la serata a Palazzo Cernezzi è stata tesissima.
Il consigliere del Pd Mario Lucini ha spiegato nel dettaglio il progetto. Ha attaccato dicendo che «il primo lotto doveva durare 14 mesi, siamo già a 23» e ha dimostrato con le carte il muro che già c'era, quello aggiuntivo e che il lago non si vedrà nemmeno nella zona da Sant'Agostino a piazza Cavour e ha anche spiegato che il progetto iniziale prevedeva addirittura la scalinata ?galleggiante? senza fondamenta. Ha elencato i nomi dei consiglieri che, il 7 novembre 2003, votarono contro la mozione del centrosinistra per discutere in consiglio comunale il progetto delle paratie. E di coloro che ancora oggi sono in Comune si opposero alla discussione i leghisti Guido Martinelli, Giampiero Ajani e Maurizio Faverio e ancora per il Pdl (allora FI) Pasquale Buono, Gianluca Lombardi, Ezia Molinari, Roberto Rallo, Etta Sosio, Gianmaria Quagelli, Mario Pastore e Stefano Rudilosso e dell'ex An Claudio Corengia, Stefano Molinari, Francesco Pettignano e Roberto Tenace, oltre all'ex Udc Pierangelo Gervasoni; astenuti lo stesso Bruni e Cenetiempo. L'intervento in aula del sindaco Bruni ha provocato una serie di fischi e la ripresa delle urla ?a casa, a casa». Il primo cittadino ha sostanzialmente detto che c'è stato «un gap di comunicazione», ha parlato di «terrorismo» e ha ricordato tutte le «iniziative organizzate in passato per spiegare il progetto» da un incontro in biblioteca agli incontri «con tutte le associazioni di categorie, portando planimetrie e progetti andando a casa dei comaschi». Ha poi detto che «deve essere fatta giustizia dal punto di vista dell'informazione» invitando tutti, in primis gli amministratori a «un minimo di equilibrio». Ai fischi il presidente del consiglio Mario Pastore ha invitato a «chiudere le finestre». I cittadini continuavano a gridare «a casa».
Gi. Ro.

sabato 3 ottobre 2009

A Como ecomostro e danno ambientale ... paratie


Ecoinformazione 3 ottobre 2009

Domenica 4 ottobre dalle 17 i comaschi nuovamente in piazza ai Giardini a lago contro il muro e per ottenere le dimissioni del sindaco Bruni.
La manifestazione è organizzata e promossa dall’Arci Como, la Città Possibile, i Verdi di Como, il Comitato Autorganizzato Pandora, l’Associazione per la Sinistra di Como, l’On. Chiara Braga, la Federazione Provinciale del Partito Democratico, i circoli PD della città di Como, Rifondazione Comunista Federazione di Como, il Partito dei Comunisti Italiani Federazione di Como, Paco, il gruppo consiliare del PD, il gruppo consiliare della Lista per Como, i consiglieri comunali Alessandro Rapinese, Vincenzo Sapere e Donato Supino.
I promotori della manifestazione hanno deciso di non portare le bandiere dei propri partiti per sottolineare la portata trasversale della protesta. A essere invitati in piazza non sono solo coloro che aderiscono ai singoli partiti e associazioni, ma tutti i cittadini che con la costruzione del muro ritengono sia stato fatto un danno alla città di Como, di cui chi amministra dovrebbe assumersi la responsabilità. I partiti e le associazioni promotori hanno sottoscritto un comunicato in cui vengono spiegate le motivazioni per cui, a una settimana dalla prima manifestazione contro il muro, hanno deciso nuovamente di scendere in piazza, a fianco dei cittadini.
Il testo del Comunicato:
«L’annuncio del proposito di abbattere il muro, sorto davanti al Lungo Lario Trento, non cancella le responsabilità di una amministrazione che ha costruito, per sua stessa ammissione, un “ecomostro”. Prima fu chiesto di aspettare la fine dei lavori per giudicare, successivamente fu promesso che il muro sarebbe stato abbassato di un’altezza variabile dal mezzo metro al metro e mezzo, a seconda di chi veniva interpellato. Infine lunedì mattina il sindaco in una dichiarazione di poche righe ha proclamato che il muro sarà abbattuto, affermando che i costi della demolizione e del nuovo progetto verranno sostenuti insieme a Regione Lombardia, mentre l’assessore alla partita rimetteva le deleghe ma non il mandato, rimanendo in Giunta. I media nazionali insieme a quelli locali si sono interessati alla questione: per una settimana la città di Como è stata sotto i riflettori in quanto città del muro che nasconde il lago. Se vengono giudicati rilevanti i danni economici e di immagine causati alla città, deve essere considerato ancora più grave il danno ambientale, vista anche la manifesta inutilità dell’opera. Ancora una volta l’amministrazione non è stata capace di assumersi le responsabilità delle proprie azioni. A queste responsabilità intendiamo richiamare gli amministratori attuali, chiedendone le dimissioni, ed anche gli amministratori che in passato hanno deciso quest'opera: non si tratta solo di responsabilità politiche e morali, ma anche di scandaloso sperpero di denaro pubblico per un'opera sulla quale fin dall'inizio forte e qualificata era stata l'opposizione di molte forze politiche, di tecnici, di semplici cittadini: tutto ciò esige un risarcimento. Il sindaco ha asserito di ascoltare i cittadini, sconfessato i propri assessori senza prendere decisioni definitive ed è passato al secondo rimpasto di giunta in un anno. La città intanto langue: dal colosso vuoto dell’ex Trevitex, al cassetto dove è tenuta chiusa l’ultima lettera dell’impresa che si è aggiudicata l’appalto sul terreno, ancora da bonificare, dove per oltre venti anni è sorto lo scheletro della tintostamperia Ticosa. Per questo insieme di motivi invitiamo tutti i cittadini a partecipare a una nuova manifestazione che si terrà domenica 4 ottobre, a partire dalle 17.00. presso i Giardini a lago (di fronte al cantiere)». Per ulteriori informazioni: 031260311.

lunedì 28 settembre 2009

Bruni: il muro sarà abbatuto

Al termine delle preliminari del consiglio comunale di lunedì 28 settembre 2009 Bruni si assesta sulla promessa dell'abbattimento del muro (dopo aver sentito Formigoni)

Appuntamenti ottobre 2009


giovedì 29 ottobre 2009
ore 20.30 per la chiusura
secondo consiglio comunale segreto

lunedì 26 ottobre ore 20.30
seduta a porte chiuse in consiglio comunale
seduta segreta

20 ottobre voto per le mozioni
lunedì 19 e martedì 20 ottobre ore 20.30
ultime puntate in consiglio comunale

giovedì 8 ottobre ore 20.30
seconda puntata consiglio comunale

lunedì 5 ottobre ore 20.15
consiglio comunale a Palazzo Cernezzi
con all'O.d.G. le paratie

domenica 4 ottobre ore 17
maifestazione pubblica
presso i giardini a lago di Como

Appunti

Anno 1998: nei progetti appare il muro anche se di dimensioni inferiori alla variante in opera attualmente

Manifestazione di domenica 27 settembre 2009

Il lago oscurato

La piazza caccia le bandiere

Sul lago protesta bipartisan
Centinaia di comaschi ieri di fronte al muro per chiedere che sia abbattuto
Tra la folla politici di tutti gli schieramenti, ma è la gente comune a prevalere

Centinaia di comaschi si sono dati appuntamento poco distanti dal muro per la maxi manifestazione partita da facebook e che ha visto la partecipazione di numerosi cittadini comuni e anche volti noti (dal segretario della Cisl Fausto Tagliabue al presidente della Canottieri Enzo Molteni) e di esponenti politici (parecchi i consiglieri comunali di opposizione, ma c’erano anche Stefano Molinari del Pdl e Luigi Bottone ex Udc mentre di passaggio si è visto anche Pasquale Buono del Pdl e l’ex consigliere leghista Lucio Grammatica).
«Sono qui come comasco - dice Enzo Molteni - e mi spiace per il tentativo di dare connotazione politica (si riferiva alle bandiere sventolate da alcuni esponenti di Rifondazione, che le hanno poi ripiegate, ndr) ma tengo alla mia città e sono veramente confuso per quanto sta accadendo. Il lago è un bene primario ed mi auguro che adesso abbattano tutto il muro, perché non basta abbassarlo». Con un microfono il consigliere regionale e capogruppo del Pd Luca Gaffuri, con a fianco il egretario provinciale Luca Corvi e quello cittadino Stefano Legnani, parla di «opera inutile e dannosa» e di «cittadini indignati e increduli» e ricorda che «le immagini dello scempio stanno facendo il giro del mondo» e chiede le dimissioni del sindaco e dell’assessore alle Grandi opere Fulvio Caradonna. Dall’altra parte dello spiazzo c’è Stefano Molinari (ex An): «Quello che stanno realizzando è sicuramente qualcosa che non hanno presentato in questo modo. Bisogna ritornare al progetto del ’94 che prevedeva le paratie mobili e senza impatto. Non ci sono dubbi: il lago va visto dappertutto, dalla strada e dal marciapiede opposto. In più anche dalla diga foranea è un disastro». Molinari, con alle spalle un’esperienza di lungo corso in consiglio comunale, ammette di «non aver mai visto una mobilitazione simile in città e questo deve far riflettere chi mi sembra non voglia farlo». Al microfono parlano consiglieri comunali e anche l’ex senatore Luciano Forni: «Questo è frutto del metodo di confonde l’amministrare con il comandare. Fanno quello che vogliono e c’è pure mancanza di educazione viste le risposte date ai cittadini». I giovani del Pd con il responsabile Alessandro Briccola espongono striscioni e manifesti contro il muro indossando magliette con la scritta "Bruni va a cà". «Ho preso coscienza dello scempio - dice la deputata del Pd Chiara Braga - e questo è a tutti gli effetti un "ecomostro" (come lo aveva definito l’assessore alla Cultura Sergio Gaddi, ndr). Ho ricevuto telefonate da amici che risiedono in altre città e si dicono sconvolti. Adesso ciascuno si prenda le sue responsabilità e ovviamente chiedo che il sindaco si dimetta. Non c’è iustificazione e se Bruni avesse buon senso ascolterebbe la città perché non si è mai vista così tanta gente: sono contenta che in quest’occasione i comaschi abbiamo deciso di indignarsi in questo modo».
Nello spiazzo davanti al Tempio Voltiano che, per qualche ora, sembra il viale di Washington con le proteste che si vedono nei film, si radunano più di cinquecento persone a cui vanno però aggiunte quelle che si fermano sul lungolago, davanti alle finestre e a studiare i cartelloni che illustrano il progetto delle paratie dove, però, si vede solo un muretto e non un muraglione. Una mobilitazione fatta di famiglie, di volti noti (di sinistra, ma moltissimi di destra), di pensionati, di dipendenti comunali, del Sant’Anna, architetti e medici, studenti e imprenditori. Di tanta gente comune unita dal «no al muro» e dalla volontà di ottenere l’abbattimento della colata di cemento che oscura il lago. Una mobilitazione che, a Como, non si era mai vista.


Gisella Roncoroni

Bruni ... annuncia: giù il muro

La Provincia 28 settembre 2009

Bruni parla con Formigoni
Poi annuncia: giù il muro

Il muro sul lungolago
Una città contro il muro
COMO Sarà abbatuto. Il muro che oscura la vista del lago tanto contestato da avere provocato una sollevazione popolare, sarà abbattuto. Lo ha annunciato il sindaco di Como Stefano Bruni. «Il muro era previsto dal progetto delle paratie del lungolago, ma non ci sarà più - sostiene Bruni in una dichiarazione rilasciata nel pomeriggio alla stampa -. Nei prossimi giorni saremo in grado di fornire i dettagli tecnici ma il muro verrà abbattuto. Dovrà essere sostenuto un certo costo, tuttavia la Regione è con noi. Ho parlato questa mattina con Roberto Formigoni e il presidente sostiene questa ipotesi; è questa la priorità». Bruni aveva già annunciato la scorsa ettimana in consiglio comunale che il muro in cemento sarebbe stato ridotto, poi però aveva escluso una ridiscussione del progetto. Lunedì la svolta, dopo il colloquio con il presidente della Regione, che partecipa finanziariamente al progetto di costruzione delle paratie antiesondazione.

domenica 27 settembre 2009

Cosa c’è di giusto nelle paratie di Como?

COMUNICATO STAMPA - Territorio Precario

Cosa c’è di giusto nelle paratie?

Le paratie sono tornate alla ribalta, come Territorio Precario abbiamo più volte manifestato il nostro dissenso per un’opera costosa e inutile se non dannosa; le esondazioni degli ultimi decenni non sono state drammatiche, andiamo incontro a un periodo di mutamenti climatici che, oltre a rendere inutile il sistema di prevenzione delle esondazioni del lago, attivano i rischi opposti relativi all’innalzamento della falda superficiale per effetto proprio delle paratie.
Sorge un dubbio: i lastroni di piazza Cavour e via Fontana che dopo anni di tranquilla vita hanno, recentemente, “deciso” di sollevarsi o sprofondare hanno forse a che fare qualcosa con le paratie?
I rilievi su cui si basa il progetto risalgono ad anni or sono, non ci sono, in particolare, dati sul fenomeno della subsidenza e sulle relative quote delle falde sotterranee dal 1990 ad oggi e cioè per un periodo di quasi vent’anni; l’assetto idrogeologico del sistema bacino lacustre sarà necessariamente disturbato e il fenomeno della subsidenza potrebbe creare non pochi problemi allo scorrimento delle paratoie metalliche mobili di piazza Cavour.
Negli anni sono state proposte varie soluzioni meno invadenti e costose di cui, le amministrazioni che si sono succedute, non hanno tenuto alcun conto.
Certo, con le paratie sarà possibile innalzare di un metro il livello del lago aumentando così le riserve idriche a servizio del Consorzio dell’Adda e dell’uso a fini irrigui ed industriali, ma la cosa si sarebbe potuta ottenere con una differente regolazione del regime delle quote del bacino lacustre.
Si tratta, invece, dell’ennesima cementificazione che ferisce il lago utilizzando soldi pubblici, fondi Valtellina e della Comunità Europea, che avrebbero potuto essere investiti per altre e utili opere idrauliche per la salvaguardia delle sponde del lago.
In questo caso la salvaguardia si ottiene “eliminando” le sponde!
Il muro e i pilastri, da quattro del progetto iniziale portati a quattordici!, fanno cadere anche l’ultima giustificazione: la riqualificazione del lungo lago.
Siamo quelli del “no”. Ora è evidente come oggi le “grandi opere” non hanno la propria radice nel miglioramento delle condizioni di vita, in realtà significano “semplicemente” indurre nuove occasioni di affari assoggettandovi tutte le risorse. Meno male che qualcuno ha il coraggio di dire dei no!

Territorio Precario
http://noparatie.blogspot.com/

Dietrofront, il sindaco vuole il muro


La Provincia 27 settembre 2009
il lago oscurato

Dietrofront, il sindaco vuole il muro

Parte del Pdl, Lega e opposizione: «Abbattere e rivedere il progetto». Bruni: «No a modifiche radicali»

Una «revisione radicale del progetto» che significa l'abbattimento del muro (non la semplice riduzione) e la ricerca di soluzioni che abbiano un impatto zero sulla vista lago. Lo chiede la Lega Nord, lo chiede gran parte del Pdl (dal coordinatore cittadino Stefano Rudilosso all'ex An Stefano Molinari, da Pasquale Buono al presidente del consiglio Mario Pastore al consigliere regionale Gianluca Rinaldin, lo chiedono Luigi Bottone, Carlo Ghirri ed Emanuele Lionetti (ormai un ex lumbard), lo chiede tutta l'opposizione, dal Pd ad Area 2010. Tutti, in sintesi, dicono che non basta ridurre il muro di qualche decina di centimetri.
Ma il sindaco, Stefano Bruni, esclude modifiche sostanziali. «Mi facciano la richiesta - ha detto ieri al termine dell'ennesimo sopralluogo sul cantiere - e tutto è possibile a questo mondo. Il progetto però è approvato, appaltato e finanziato. Quindi il progetto è questo. Ogni eventuale correzione può essere valutata e vediamo le idee che vengono fuori. Correzioni radicali? Assolutamente no». Il sindaco ha anche escluso che ci saranno muri verso piazza Cavour (lo prevede il progetto): «Nessun muro verso piazza Cavour» ha ripetuto due volte. Gran parte del Pdl non si accontenta della riduzione del muro. «Arrivati a questo punto - dice il coordinatore cittadino Stefano Rudilosso - non si possono abbozzare soluzioni. Si deve trasformare l'ecomostro in qualcosa di meno impattante possibile perché il paesaggio è il patrimonio indisponibile di cui siamo custodi. Il consiglio comunale non ha mai visto il progetto, ma adesso dobbiamo capire cosa è successo e vedere le responsabilità tecniche e politiche in modo collegiale da parte di tutti». Progetto da rivedere drasticamente? «Assolutamente va rivisto drasticamente - dice Rudilosso - non ci sono dubbi. Non si possono trovare palliativi. Serve una soluzione che deve essere invisibile e che valorizzi lago anziché oscurarlo». Il capogruppo Pdl Marco Butti: «Tutti devono assumersi le proprie responsabilità e si deve lavorare per preservare il paesaggio. Bisogna tornare al progetto delle paratie mobili». Idem Pasquale Buono: «Sicuramente va rivisto anche perché il 100% dei comaschi non vuole un muro più basso, vuole che si abbatta il muro interamente». E anche per la collega Federica Simone: «Va tolto, il lago si deve vedere. Anche dalla strada». «È opportuna una revisione radicale e capire il progetto iniziale - dice Stefano Molinari (Ex An) - e bisogna trovare una soluzione che elimini l'impatto. Il muro va abbattuto completamente, ridurlo non basta. Ho pensato di dimettermi, mi trovo in difficoltà pur non avendo votato nulla. Dobbiamo tutti chiedere scusa alla città. Non ho dubbi sull'abbattimento: il rialzo del marciapiede, sommato al muro, è un disastro. E nel '94 non c'era». Il Carroccio era già stato chiaro: «Considerato che il progetto in fase di realizzazione non è stato sottoposto al nostro giudizio - dicono consiglieri, assessori e segreteria cittadina lumbard - né in consiglio comunale né in giunta e chiediamo che le soluzioni progettuali di protezione del lungolago siano realizzate con impatto tendente allo zero, come già previsto per la parte antistante piazza Cavour». «Va rivisto tutto perché preclude la vista - ha detto Emanuele Lionetti che con Ghirri e Bottone incontrerà il sindaco lunedì - Como è una delle città più belle d'Italia proprio per il lago. Nel progetto che avevamo visto non ci sono muri». Tutto da rifare anche per Luigi Bottone: «Abbassarlo non serve, va tolto». «Como può perdere il sindaco, ma non il lago - ha tuonato Alessandro Rapinese (Area 2010) - e il progetto va rivisto completamente perché deve essere Como compatibile». Chiarissimo anche Luca Gaffuri (Pd): «Va portato in consiglio comunale. Il muro deve sparire, si faccia la riqualificazione e si mettano da parte le follie».
Gi. Ro.

venerdì 25 settembre 2009

martedì 22 settembre 2009

lago oscurato - Como

La provincia 19 settembre 2009

Lago oscurato, bufera sul Comune

Sopralluogo della minoranza: «È uno scempio». Bruni ammette: «La visibilità non sarà come prima»




Vista a lago Per modo di dire

L'opposizione a Palazzo Cernezzi lancia in coro l'allarme: «Sul cantiere della paratie la situazione è preoccupante: è necessario un sopralluogo». Ec'è chi parla di «scempio».

L'altra sera, al termine della seduta consiliare, alcuni amministratori della minoranza sono andati a vedere di persona lo stato dei lavori del nuovo lungo lago, allertati dalla segnalazione di un lettore, pubblicata su «la Provincia», che denunciava la comparsa di un muro che oscura la vista del lago dal marciapiede e dalla strada. Il gruppo di consiglieri ha guardato attraverso le finestre della recinzione in legno che delimita il cantiere e si è convinto che qualcosa non va. Quei muri, che serviranno allo stesso tempo come panchine e come barriera contro l'esondazione, impediscono di scorgere il Lario.

Mario Lucini (Pd) ha richiesto con urgenza al presidente del consiglio Mario Pastore un sopralluogo all'interno del cantiere affinché vengano date sul luogo le opportune spiegazioni. «A vedere le paratie dall'esterno - ha commentato Lucini - l'impressione è agghiacciante, niente a che vedere con l'immagine da fiaba che è stata propinata ai cittadini sul sito internet del comune, dove le panchine di calcestruzzo arrivano alle ginocchia. Un'immagine che appare molto diversa da quanto previsto nel progetto. Sembrerebbe che il dislivello tra il marciapiede del lungo lago e la cima del muro che si sta realizzando sia si circa mezzo metro superiore rispetto a quanto indicato dal progetto. Ci auguriamo che ci siano spiegazioni e, soprattutto, un rimedio anche se non sono particolarmente ottimista al riguardo».
Il capogruppo del Pd, Luca Gaffuri, lancia un appello ai comaschi: «Sarebbe bene che i cittadini e quanti amano il lago si rechino a vedere quanto si sta realizzando. Io, quando l'ho visto, non ho potuto credere ai miei occhi. Sembra uno ?scempio?. In campagna elettorale avevamo sollevato il problema del rischio che le paratie, una volta alzate e in funzione, oscurassero il lago. Ma la vista del Lario viene nascosta già adesso, con le paratie abbassate. Bisogna subito fare delle verifiche. E chi si è assunto i meriti si dovrà assumere eventuali responsabilità».

Il capogruppo del Pdl, marco Butti, non critica la richiesta di un sopralluogo, ma invita comunque a smorzare i toni: «La priorità è che il cantiere non si fermi e si concluda entro i termini previsti. Non è il caso di alimentare polemiche. Ma se c'è questo desiderio di chiarimenti e di un sopralluogo so che l'assessore (Fulvio Caradonna, delega alle Grandi opere) non avrà alcun problema a concederlo». Intanto, ieri a sera in tv, il sindaco Stefano Bruni ha ammesso che sul lungolago «non ci sarà la visibilità che c'è oggi», precisando che il muro non sarà continuo, ma ci saranno «tre "isole" e tra l'una e l'altra si solleveranno le barriere antiesondazione». Sull'altezza del muro, ha parlato di «un metro e cinque», ovvero quella della seduta delle panche previste a progetto.

Dario Alemanno