martedì 15 luglio 2008

Aggiornamento rassegna stampa locale

La Provincia, martedì 8 luglio 2008

Pioggia a catinelle: il livello del lago fa paura
Allagata Sant’Agostino, disagi nel traffico con una corsia chiusa
Timori per le precipitazioni in Valtellina dopo 5 anni di siccità

In 24 ore, il lago è ingrassato per 36 milioni di metri cubi d’acqua e d’un colpo solo, lunedì pomeriggio, sotto il nubifragio, ne ha messi su 15 milioni. Non sarebbe successo niente se il bacino non fosse già stato ai limiti delle sue capacità: per giunta, ha piovuto sul bagnato e che pioggia, uguale a quella dell’alluvione della Valtellina del 1987. Ma 21 anni fa, era durata di più e aveva provocato ben altri disastri e purtroppo anche morti. Stavolta, il lago – collettore di un bacino imbrifero di 145 Kmq ha raggiunto i bordi, è fuoriuscito, ha allagato il marciapiede e s’è spinto fino a metà della corsia esterna, con un primo effetto, quello pattumiera. In tre ore, ieri mattina, gli uomini di Acsm Ambiente hanno raccolto 20 tonnellate di rifiuti, sopratutto legname e plastica, «ma sono mesi e mesi - afferma l’assessore comunale all’ecologia, Diego Peverelli - che siamo impegnati a raccattare pattume convogliato verso la città. E’ uno stillicidio quotidiano, oneroso per la Società e per il Comune».
Secondo effetto, i disagi al traffico: una corsia parzialmente chiusa, gli autoveicoli utilizzano la corsia interna e quella riservata agli autobus. I vigili di presidio al semaforo presso l’imbarcadero devono avere occhi davanti ed antenne dietro. Pedoni e biciclette sbucano dall’angolo di piazza Cavour e se non c’è il vigile a dire «Alt, attenzione», rischiano di finire contro le auto in arrivo da Sant’Agostino. Anche i mezzi che procedono contromano sulla corsia riservata ricorrono a supplementi d’attenzione: verso le 11.30, ieri mattina, è sopraggiunto un camion dei vigili del fuoco con sirena e lampeggianti e s’è dovuto far largo nel traffico che cercava di restringersi.


La Provincia, martedì 8 luglio 2008

Oltre un milione in sei mesi per consulenze e incarichi

Nel secondo semestre del 2007 il Comune ha affidato 181 collaborazioni esterne
Si va dai 112mila euro per il collaudo delle paratie ai 18mila per gli irrigatori

Un milione 207mila (per la precisione 1.207.628 euro) per consulenze e incarichi affidati dal Comune di Como nel secondo semestre del 2007. Nel primo semestre, invece, la cifra era stata di 557mila euro. Nell’intero 2007, quindi, le spese per incarichi esterni sono pari a un milione e 700mila euro. Una parte consistente è quella degli incarichi per i servizi sociali (circa 380mila euro). Si va dai 27mila euro di Laura Capelli a quelli di Barbara Iorio, ai 37mila di Giovanna Lulli, ai 32mila a Maria Cristina Molteni ai 34mila di Adriano Sampietro. Per il «collaudo statico e tecnico-amministrativo in corso d’opera e finale» delle paratie l’incarico è pari a 122mila euro. Spulciando l’elenco si trovano 11.360 euro alla società Refe per «perfezionamento della stesura bilancio sociale di mandato». Alla Consel, invece, vanno 22mila euro per la Notte Bianca. Per il rilievo topografico per la Borgovico bis 20mila euro allo studio Margottini mentre alla società Integra vanno 17.280 euro per il monitoraggio dell’inquinamento elettromagnetico.


La Provincia, mercoledì 9 luglio 2008

Piazza Cavour finisce a mollo e altri guadagnano con l'elettricità
Agli impianti idroelettrici a valle +10% di acqua rispetto all'anno scorso

COMO Il livello del lago è in discesa, ma rimane sulla soglia d’attenzione: all’idrometro ufficiale oscillava sui 110 cm sopra lo zero, mentre l’immissario principale, l’Adda, resta gonfio, ben oltre la normalità a Morbegno e a Fuentes, con un apporto intorno ai 400 metri cubi al secondo. L’uscita è superiore del 20% e le dighe di Olginate restano completamente spalancate. Schivata l’esondazione, è il momento dei conti e spunta il dubbio che tutto il traffico dell’acqua di questi mesi abbia avvantaggiato i gestori dei bacini idroelettrici. Lo dicono i grafici dell’Autorità di Bacino del Po: dall’inizio dell’anno, settimana dopo settimana, le dighe di montagna hanno continuato a riempirsi ed ora sono al 70% della loro capacità, pari a 360 milioni di metri cubi d’acqua. Ha piovuto di più ed hanno invasato di più. Ma stanno anche turbinando di più, cioè stanno mandando acqua agli impianti idroelettrici sub lacuali attraverso l’Adda e, stando al grafico, almeno il 10% in più di acqua rispetto all’anno scorso, alternativa al petrolio e ad altre fonti energetiche in discussione. Lo stanno facendo adesso: da marzo a metà giugno, ne hanno impiegata meno rispetto a un anno fa. In primavera, dunque, ha fatto scorta il Consorzio dell’Adda, in previsione di una stagione di siccità e la previsione s’è rivelata fallace. E hanno fatto scorta i gestori dei bacini per produrre e vendere energia in estate. Poi ha piovuto, è stata immessa acqua per le turbine, è arrivato il nubifragio che ha lasciato il posto a un altro su un territorio già imbevuto d’acqua e su un lago che rappresenta il 3% di tutto un bacino imbrifero. Sull’altare del sacrificio per acqua alta, è finita la città di Como, l’anello più debole della catena e che non è rappresentata da nessuna parte, né presso l’Autorità di bacino del Po, né presso il Consorzio dell’Adda, né presso i gestori.

Esondazioni, Consorzio sotto accusa (M.Cast.) Anche le alborelle erano state oggetto di contesa tra l'amministrazione provinciale e il Consorzio dell'Adda: le escursioni del lago, alto o basso, troppo cresciuto o troppo diminuito, spazzavano via le uova ittiche e l'ente veniva indennizzato con sette o ottomila euro l'anno per mancata schiusa di pesci.
Nel "lago dei conflitti" ci sta anche la causa alborelle, mute come pesci. Parlano, invece e da più di dieci anni, le carte giudiziarie: 22 operatori di piazza Cavour e della sponda occidentale ed orientale avevano chiesto i danni da esondazione al Consorzio dell'Adda per inadempienze sulla regolazione. Lo fecero nel 1993, ma il giudice di Menaggio e il giudice di Como respinsero il ricorso per incompetenza: non era materia da tribunale ordinario, bensì da tribunale superiore delle acque presso la Corte d'Appello di Milano. Infatti, nel 1997, dopo la rispettiva esondazione dell'anno, fu presentato all'Organo competente e lì giacque. O meglio, pende: è una causa complicatissima, ormai sarebbero rimasti in tre a chiedere il risarcimento per esondazioni epocali, di cui la tracimazione di lunedì è solo una pallida immagine. Il problema: furono calamità naturali o ci fu un responsabile? Sembra non sia facile dar risposta alla domanda, al di là dei tempi lunghi della giustizia civile. Le posizioni: l'intervento è stato effettuato e, infatti, senza intervento, i danni sarebbero stati maggiori, con l'acqua fino in via Diaz, come nel 1664. Versione della controparte: se fosse stato effettuato prima, l'acqua non sarebbe arrivata a m. 2,70 o a 2,90. Ma si sono rivolti al giudice amministrativo anche i gestori dei bacini alpini, contro l'ordinanza che, negli anni della siccità, imponeva loro il rilascio e si sono sentiti dire che rilasciavano solo quando conveniva loro, cioè quando potevano vendere energia idroelettrica al prezzo più alto. E quindi, speculavano sulle scorte, anche quando il lago era a secco. Non è speculazione, è prudenza: niente acqua, niente energia. Circola addirittura voce sulla disponibilità a cedere energia idroelettrica in esuberanza all'estero, piuttosto che scontare bollette da infarto, ma di voci ne circolano centomila e di realtà ce n'è una sola: Como sta investendo 14 milioni di euro per la "difesa passiva dal lago", le paratie e per rifare il lungolago. Lo sottolinea l'assessore Fulvio Caradonna, chiudendo così un secolo di carte e di carte bollate tra Comune di Como e Consorzio. C'è un carteggio di non modesta altezza tra Palazzo Cernezzi e l'Ente Regolatore del Lago di Como, ente pubblico non economico che ha sempre respinto le accuse di una gestione sbilanciata sulle esigenze della pianura irrigua:«Preoccupatevi, piuttosto, della vostra subsidenza», è sempre stata la risposta. Città più bassa del lago: abbassare il lago o alzare la città? Le hanno provate entrambe. Quando hanno abbassato il lago, è crollata la Regina. Quando hanno alzato Piazza Cavour, il lago è uscito lo stesso. I lavori in corso a lago, è sicuro l'assessore, risolveranno tutto.






1 commento:

Anonimo ha detto...

Vi eravate dimenticati di questa notizia :-)

Il sindaco Bruni «vittima» dell'acqua

(g. a.) Il violento nubifragio del primo pomeriggio di lunedì ha
causato disagi e fatto danni, e anche una vittima "a posteriori". Una vittima illustre: il sindaco Stefano Bruni, che ieri, in tarda
mattinata, ha dovuto fare i conti con il fondo scivoloso - causato
dall'esondazione della fogna - di piazza Cavour. Era a bordo del suo
scooter blu (abbigliato con un impeccabile vestito grigio scuro, con tanto di cravatta e scarpe lustre), quando è slittato ritrovandosi a terra e rimediando un buco nella manica della giacca e nel calzino, ma senza fortunatamente conseguenze fisiche. Per la moto, un'ammaccatura
allo specchietto retrovisore e non voleva saperne di ripartire. Il
tutto successo al termine del servizio realizzato dal tg regionale di Raitre sull'esondazione del lago, realizzata in compagnia
dell'assessore al Ciclo dei rifiuti e alle Risorse idriche Diego
Peverelli e alla presenza anche del presidente del consiglio comunale
Mario Pastore. Nel corso dell'intervista, Bruni aveva affermato che
«era tutto sotto controllo». Tutto tranne la piazza. Anche i sindaci,
ogni tanto, scivolano su qualcosa.