lunedì 7 luglio 2008

Intervento di TERRITORIO PRECARIO al consiglio comunale aperto

Consiglio comunale aperto – 03/07/2008

Intervento di Territorio Precario


Territorio precario è una rete di associazioni e realtà locali che si occupano di precarietà del lavoro e di precarietà della vita e di conseguenza del territorio che abitiamo.
Abbiamo deciso di intervenire a questo consiglio comunale aperto pur sospettando che si trattasse solo di una vetrina, di una kermesse più che di un reale momento di incontro, di confronto e di ascolto della giunta comunale con i cittadini... però nel corso di questi anni ci è capitato in più occasioni di assistere, come cittadini interessati alle questioni che si dibattevano, a diversi consigli comunali ordinari con poco spazio per la partecipazione, subendo una perquisizione all'ingresso e con la frustrazione di non poter replicare neppure quando eravamo espressamente tirati in causa. Occupiamo questo spazio dunque anche per rivendicare la partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica. Occupiamo questo spazio per denunciare che l'atteggiamento nei confronti dell'expo è lo stesso che abbiamo già visto per la realizzazione delle paratie sul lungolago. Le cartoline preaffrancate che il comune ha messo a disposizione dei cittadini recitano “Tutto il territorio lombardo beneficerà di una serie di investimenti destinate alle infrastrutture (10 miliardi di euro di stima)”... dunque ci sono dei veri (come quelli della legge Valtellina) o solo presunti (come in questo caso) fondi da utilizzare, da investire, da spartire... e allora prima si accettano o si cercano e poi si costruiscono progetti, si preparano inutili e grandi opere che ci seppelliranno sotto montagne di cemento e si procede alla devastazione del territorio. Perchè l'expo passa, ma gli ecomostri restano. Anche la stampa locale riporta che la stragrande maggioranza dei comaschi è contraria alla costruzione delle paratie, il progetto non è mai stato sottoposto al giudizio dei cittadini, magari con un referendum anche fittizio come nel caso del tunnel di via borgovico o della destinazione dello spazio della Ticosa, ma soprattutto non è stato neppure discusso in consiglio comunale... eppure la gara di appalto è partita, il contratto è stato firmato e adesso il cantiere ha iniziato i lavori.
Allora ci siamo chiesti che cosa c'è dietro la palizzata... magari è solo adrenalina sviluppista, magari ci sono interessi economici come quello del commercio dell’acqua pubblica... Cosa succederà per i progetti che verranno, se verranno, finanziati con i fondi dell'expo? Ci sarà maggiore trasparenza rispetto alle decisioni da prendere? Ci sarà maggiore partecipazione da parte della cittadinanza? Oppure tutto sarà appaltato al solito gruppo di tecnici? Ma il territorio è un bene comune e non una merce da sfruttare e sulla quale produrre profitto.
Noi non siamo quelli del partito dei NO a tutti i costi, né afflitti dalla sindrome del “non nel nostro giardino”, ma ci poniamo delle domande che vorremmo condividere con i cittadini presenti:

- sviluppo significa progresso?
- le grandi opere migliorano la qualità della vita dei cittadini?
- gli interessi che muovono questi progetti sono quelli di tutti o solo di pochi?
- quanti e quali diritti vengono calpestati in nome di questo sviluppismo?

Interroghiamoci ed esprimiamoci tutti su quale è il modello di città e di territorio nel quale vogliamo abitare: + piste ciclabili e – pedemontane, + zone verdi e – cemento, + posti letto negli ospedali pubblici e – privatizzazione dei servizi, + cura nell'edilizia scolastica e – speculazioni edilizie, + servizi nei quartieri di nuova edificazione come Ponte Chiasso, Scalabrini, ex S.Anna e - operazioni di immagine, + attività culturali e – notte bianca, + vivibilità e – lavoro precario, + tutela del patrimonio ambientale e – meno vigili armati, + acqua pubblica e – paratie... queste sono le proposte con cui risponderemo al Comune di Como con le cartoline dell'expo... rispedendo al mittente faraonici progetti inutili e invitiamo tutti a fare lo stesso... a sforzarsi di immaginare “una città che cambia” sì, ma non in peggio.

1 commento:

Territorio precario ha detto...

Ecoinformazioni-Como, venerdì 4 luglio 2008

22580 (POLITICA / CONSIGLIO COMUNALE/ COMO) Una serata inconcludente. Il consiglio comunale sull’Expo 2015 aperto, di giovedì 3 luglio al Teatro Sociale di Como, si è risolto in un elenco di speranze. Il richiamo alla realtà è venuto dal senatore Alessio Butti: «L’Expo l’ha vinta Milano e le risorse andranno là».



Discreta partecipazione al Consiglio comunale aperto al Teatro Sociale di Como, una sfilata dei maggiorenti cittadini. Tema della serata Expo 2015 dal titolo Nutrire il pianeta, energia per la vita. Poco più di un terzo della platea riservata alle autorità, a ridossso del palco, il resto per il pubblico “comune” con anche dei posti vuoti sul fondo. Trionfante il presidente del Consiglio Mario Pastore, organizzatore dell’evento: «Alle 21, fra platea e palchi, erano presenti 460 persone, amministratori e cittadini». La platea contiene 398 posti e i palchi aperti erano tre o quattro, per lo più per la stampa. «Avrebbe fatto piacere qualche cittadino in più» ha affermato Stefano Rudilosso, consigliere comunale di Fi, mentre Vittorio Mottola, del Pd, ha criticato la bassa presenza di amministratori locali della provincia. Mario Pastore gli ha risposto che i rappresentanti di altre amministrazioni erano una quarantina.

Una serata inconcludente, se l’obiettivo era quello di aprire una discussione sull’Expo 2015 anche con associazioni e cittadini la scaletta stessa degli interventi ha contribuito a far scemare la partecipazione. Le associazioni inscritte a parlare hanno avuto la parola solo dopo una interminabile carrellata di autorità, quando ormai la maggior parte dei presenti se ne era andata. Già alle 22 i non amministratori erano rimasti una novantina e anche molti rappresentanti pubblici avevano abbandonato il campo, tanto che il sindaco Stefano Bruni li ha segnalati «come un pessimo esempio».

Dopo i saluti, letti da Pastore, delle autorità che non hanno potuto essere presenti: il presidente regionale Formigoni, l’assessore regionale Albertoni, l’assessore del Comune di Milano Mascaretti e il vescovo di Como Coletti, ed un breve discorso del sindaco Bruni, è stato proiettato il video promozionale per Expo 2015, una elaborazione grafica tridimensionale al computer che presentava il centro del capoluogo lombardo e i padiglioni della Fiera.

I numeri dell’evento sono stati ricordati dal sindaco di Como: l’arrivo di 30 milioni di persone, «investimenti pubblici per 4 miliardi di euro e dieci volte tanti attesi dai privati».

Sostanzialmente tutti d’accordo sulla necessità di disinquinare il primo bacino del lago, la implementazione della metropolitana leggera, in una più ampia una «cura del ferro» per i trasporti lombardi come sottolineato da Luca Gaffuri, consigliere regionale Pd, il campus universitario al S. Martino e fare in modo che l’Expo non si traduca in un evento “milanocentrico”.

Si sono avuti accenni lirici con Gianluca Lombardi, capogruppo in Consiglio comunale di Fi, per cui l’Expo «è una fiche da giocare» che gli ha provocato «un’ebrezza strana», mentre per Emanuele Lionetti, capogruppo in Consiglio comunale della Lega: «è la nostra olimpiade!»

Ha rotto il clima di grandi intese il senatore Alessio Butti, An, scettico sulla capacità di fare squadra dei comaschi: «In altri luoghi esiste un modello organizzativo che a Como non c’è». Anche per le speranze di una ricaduta economica sul territorio ha ricordato che «l’Expo l’ha vinta Milano e le risorse andranno là», specificando anche la cifra di quasi un miliardo e mezzo stanziato per i sei anni dal 2009 a l 2015, del denaro che sarà gestito direttamente dal sindaco meneghino, nominato commissario, come ha ricordato la deputata Chiara Braga, Pd. Per recuperare fondi a Como è intervenuto Vincenzo Sapere, consigliere comunale socialista, «bisogna svegliare la città soprattutto i privati».

Dopo l’intervento del parlamentare Luca Volontè, Udc, su Como città dell’energia che ha dato i natali a Volta, hanno preso la parola anche alcuni rappresentanti delle associazioni: Angelo Maiocchi, Camera di commercio, ha spinto per il campus e il “Chilometro della conoscenza”, Ubaldo Moschioni, Rotary, ha dato la disponibilità della sua associazione a lavorare per l’Expo, «bisogna sviluppare le nostre prerogative» ha invece affermato Ilvo Tolu della Società Politeama.

Una proposta differente quella del consigliere comunale di Paco Bruno Magatti che ha ricordato che Como è città messaggera di Pace e facendo riferimento anche al tema dell’esposizione ha proposto di «organizzare un incontro con i rappresentanti delle altre città per la Pace sull’acqua. Un bene che per alcuni è un diritto universale mentre altri lo considerano un oggetto commerciabile». Per la centralità dell’uomo ed un miglioramento della qualità della vita è intervenuta la consigliera comunale Roberta Marzorati, Per Como, per una valorizzazione del Parco Spina Verde e la creazione del Parco di interesse sovracomunale del Cosia. Marcello Iantorno, Pd, ha ricordato che il tema dell’esposizione è l’alimentazione e «la data dell’esposizione non è casuale, l‘Onu s’era data l’obiettivo di dimezzare la fame nel mondo per tale data e non ci si è riuscita, anzi è aumentata». Proprio questo ha fatto affermare a Donato Supino, Prc, che «per la fame nel mondo si fanno profitti su grandi eventi con grandi opere, senza riflettere sulle diseguaglianze».

È poi intervenuta Edi Borgianni di Territorio precario che ha attaccato la logica delle grandi opere e auspicato che quanto verrà intrapreso per l’Expo segua un iter più trasparente di quello delle paratie comasche. Cortella Simonetta dell’Onaf, organizzazione nazionale assaggiatori formaggi, ha invece rilevato che «si parla poco di formaggi e della nostra tradizione agroalimentare».

«La formula del Consiglio aperto è perfettibile» ha riconosciuto il sindaco Stefano Bruni chiudendo la serata. «Le provocazioni che sono state fatte sono degne di nota perché esprimono differenti sensibilità – ha detto il primo cittadino comasco – L’Expo va diviso in due momenti. Uno culturale, dal tema, sullo sviluppo economico, la fame e la solidarietà, che potrà magari essere oggetto di un dibattito aperto magari in biblioteca. L’altro è la gestione dell’impatto sul territorio dell’evento con le sue ricadute, di cui dobbiamo cercare di approfittare». [Michele Donegana, eco informazioni]