mercoledì 25 giugno 2008

Cosa succede in città....

Poichè la questione GRANDI OPERE non riguarda solo le paratie... ma anche tutti i progetti di devastazione del territorio assoggettate a logiche sviluppiste e affaristiche... diamo spazio sul blog anche alle notizie relative alla cementificazione imperante.

Il corriere di Como, Martedì 24 giugno 2008

Incontro Como-Chiasso sull'intervento 
In campo Stefano Bruni e Moreno Colombo

Non soltanto il Comune di Como sarà direttamente interessato dal
maxinsediamento del quartiere Ponte Chiasso. La vicenda infatti - vista
l’area proprio al confine dove dovrebbero sorgere case, negozi e uffici
- sarà gestita anche dalla vicina Chiasso. Il primo cittadino della
città elvetica, Moreno Colombo, avrebbe già incontrato il collega
lariano, Stefano Bruni, per discutere insieme delle ricadute sul
territorio del piano integrato di intervento. Una parte dei nuovi
edifici oltre all’utilizzo dei servizi pubblici in arrivo, toccheranno
direttamente il suolo e cittadini stessi della città ticinese. Da qui,
dunque, l’esigenza per i due sindaci di valutare in modo collegiale
tutti gli aspetti del futuro insediamento. Non è comunque questa l’
unica novità emersa nelle ultime ore in merito alla maxioperazione.
Altro aspetto centrale, infatti, riguarda l’impatto sul già
congestionato traffico del quartiere a nord di Como. A questo
proposito, la società proponente l’intervento, ha incaricato l’ex
assessore del comune di Milano, Giorgio Goggi, di compiere un
approfondito studio sui possibili aggravi della viabilità attuale
dovuti ai nuovi insediamenti residenziali e commerciali.

Emanuele Caso

Il corriere di Como, Martedì 24 giugno 2008

Sì al nuovo quartiere:
«Farà rinascere la zona»
PONTE CHIASSO

«Era ora. Se questo progetto andrà in porto sarà una possibilità per
far sopravvivere il nostro quartiere. Si riuscirà forse a fermare l’
emorragia di residenti che in questi ultimi anni stanno abbandonando
Ponte Chiasso per andare in Svizzera». È il pensiero di Nazzareno
Barbieri, materassaio di professione. E dello stesso tenore sono le
reazioni raccolte tra gli abitanti e gli esercenti di Ponte Chiasso,
zona di confine dove dovrebbe sorgere un nuovo quartiere commerciale e
residenziale nell’area ex Albarelli, un tempo occupata da insediamenti
industriali e oggi in parte utilizzata come grande parcheggio per i
Tir.
Si tratta di un megaprogetto da 153 milioni di euro, con quasi 240mila
metri cubi di case, negozi, scuole, strutture ricreative e ambulatori.
«Ben venga questa iniziativa che porterebbe anche nuovi posti di
lavoro - dice Patrizia Cesareo del ristorante “Michele” - Inoltre,
facendo aumentare il passaggio di persone, potrebbe incentivare gli
affari anche dei commercianti attivi qui da sempre, come noi».
L’opera in questione dovrebbe essere realizzata su un’imponente
striscia di terreno, a ridosso del bosco e separata in due parti dalla
ferrovia, dove un tempo erano insediamenti industriali, come la
fabbrica di vernici Lechler, oltre alla stessa Albarelli, e dove oggi
si apre un parcheggio riservato ai veicoli commerciali.
«Troverei molto utile insediare in alcuni di questi complessi anche
distaccamenti di uffici comunali come l’anagrafe o quant’altro potesse
essere utile a evitare di recarsi in centro città», propone Pasquale Di
Gregorio, fruttivendolo. E subito scatta, inevitabile, il paragone con
la vicinissima Svizzera. «Quando attraversiamo la dogana, tempo due
minuti e ci sembra di essere in un altro mondo per pulizia e ordine.
Anche noi, soprattutto riqualificando l’area in questione, forniremmo
un biglietto da visita sicuramente migliore dell’attuale a quanti
arrivano da oltre confine», aggiunge Di Gregorio.
Questo mastodontico progetto, depositato negli uffici comunali del
capoluogo dalla società Spina Verde srl, svilupperà, come detto, una
volumetria di circa 240mila metri cubi e prevede la realizzazione di
abitazioni, servite da un parcheggio interrato con 500 posti auto, e di
un centro commerciale. Ai quali si aggiungerebbero un albergo e una
struttura universitaria. Si parla di un pensionato per gli studenti
dell’Insubria e dei due atenei ticinesi. Bisogna poi specificare che l’
area su cui sorgerà il nuovo quartiere è attraversata dai binari della
ferrovia. Per collegare le due parti sono stati previsti cavalcavia e
passaggi sotterranei che dovrebbero condurre al secondo plesso di
costruzioni. Qui sorgeranno tra l’altro gli uffici e un ambulatorio.
«Si tratta di servizi che sarebbero molto utili anche per le persone
anziane che non dovrebbero così spostarsi molto per avere ciò di cui
necessitano», conclude Di Gregorio.
I segnali di questo malessere, in effetti, sono evidenti passeggiando
per le vie di Ponte Chiasso. Sono numerosissimi i cartelli “vendesi”
che campeggiano sui portoni dei condomini. Stesso discorso per i
negozianti, che spesso resistono poco tempo in questa zona. «Io sono
qui dal 1983 - racconta Flavio Cappelletti, proprietario di un
alimentari a ridosso della dogana - e allora di esercizi come il mio se
ne contavano ben 9. Ora siamo rimasti in pochissimi. Un locale qui
accanto è al sesto cambio di gestione negli ultimi 4 anni».
Coro pressoché unanime di consensi proseguendo lungo Ponte Chiasso.
«Certo che sono favorevole al nuovo insediamento - interviene Graziano
Mandaglio, della “Casa del Formaggio” - Spero che tutti questi lavori
portino più ordine viabilistico nella zona e parcheggi usufruibili dai
residenti. Lavoro qui da 25 anni e la situazione si è andata
deteriorando con il tempo».
Passeggiando per le vie assolate del quartiere si registrano commenti
positivi anche tra le persone anziane. «Siamo favorevoli - dicono i
signori Giuseppe e Gina Saccani - Avremmo la possibilità di avere più
servizi a portata di mano senza dover magari fare molta strada per
raggiungerli».
«Vivo in una strada proprio a ridosso dell’area su cui dovrebbero fare
i lavori - afferma Albertina Cesareo - Se si parla di interventi
mirati, di costruzioni non troppo imponenti, sono favorevole perché si
rianimerebbe una zona attualmente lasciata decadere». L’ultima opinione
è di Mario Loria. «Sono assolutamente favorevole - sottolinea - Chissà
che così facendo questo nostro povero quartiere possa riaccendersi di
vita propria».

Fabrizio Barabesi

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